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EURAC: un piano per ridurre i gas serra nel Sud Est Europa

Si è svolto a Roma l’incontro finale tra i ministeri dell’Ambiente dei paesi coinvolti

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Vengono da diversi paesi dell’Europa sud orientale i rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente che il 18 dicembre si sono riuniti a Roma per presentare le azioni promosse dai loro governi per ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Queste misure sono il risultato di un progetto europeo coordinato dall’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC per facilitare a livello nazionale l’attuazione delle normative europee sul clima.
In Albania le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione di energia sono piuttosto basse perché gran parte dell’energia elettrica deriva da centrali idroelettriche.
Nel settore agricolo, invece, il livello di emissioni è molto più alto.
Anche Croazia e Montenegro hanno buona capacità idroelettrica, ma fanno pure massiccio ricorso ai combustibili fossili.

«Per quanto riguarda la riduzione dei gas serra, i paesi dei Balcani occidentali formano un quadro variegato con esigenze e risorse diverse. Alcuni Stati sono già membri dell’Unione europea, mentre altri hanno avviato le trattative per l’adesione. In questi due anni abbiamo lavorato per sostenere i governi nella preparazione e nel potenziamento delle normative europee sui cambiamenti climatici», spiegano Daniele Vettorato e Alyona Zubaryeva, ricercatori dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC e responsabili del progetto LocSEE (Low Carbon South East Europe) che oltre ai ministeri dell’Ambiente di Slovenia, Ungheria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Albania coinvolge anche partner da Italia, Austria e Grecia.
Lo scopo del network è quello di rafforzare la collaborazione tra i paesi dei Balcani occidentali e gli Stati confinanti, in modo da trovare linee comuni per tutta l’area adriatico-ionica.
In questo progetto, oltre all’esperienza degli ingegneri dell’Istituto per le Energie Rinnovabili, l’EURAC ha messo in campo anche le competenze dei giuristi dell’Istituto per lo Studio del Federalismo e del Regionalismo che hanno analizzato le normative europee.
 
Per ogni paese coinvolto i ricercatori hanno raccolto leggi, dati e statistiche per avere una fotografia dettagliata di come si sono sviluppate le politiche sui cambiamenti climatici.
Questo rapporto contiene anche informazioni sui finanziamenti per le aziende e per gli enti pubblici che adottano misure a tutela dell’ambiente.
Per i Balcani è la prima volta che viene redatto un rapporto di questo tipo.
I risultati che i ministeri dell’Ambiente dei paesi coinvolti hanno presentato a Roma sono il risultato di un lavoro capillare sul territorio.
Ogni Stato ha infatti istituito un gruppo nazionale di lavoro composto da rappresentanti del ministero dell’Ambiente e da tutti i soggetti coinvolti nelle politiche che verranno adottate.
Questi gruppi hanno sviluppato delle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici concentrandosi sulle priorità nazionali, ad esempio: smaltimento dei rifiuti, trasporti, edilizia.
 
«Il nostro obiettivo è stato quello di fornire ai governi degli strumenti per tradurre le politiche europee in azioni concrete e sostenibili nel lungo periodo», conclude il team dell’EURAC.

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