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Amelia B. Edwards e i fasti della Nave d'Oro di Predazzo

Del mistero del Georgium Sidus se ne parlerà martedì 10 dicembre al Municipio di Predazzo grazie al Museo Geologico delle Dolomiti

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Martedì 30 dicembre alle 20.30 presso l'aula magna del Municipio di Predazzo si terrà la conferenza dal titolo Il mistero del Georgium Sidus: Amelia B. Edwards e i fasti della Nave d'Oro di Predazzo.
Il relatore, Stefano Cracolici dell'Università di Durham, svelerà le ultime novità emerse dagli studi condotti sui libri di viaggi di Amelia B. Edwards sulle Alpi.
Con questa conferenza il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo chiude un anno particolarmente intenso, ricco di attività e di eventi, sigillato dal traguardo di 12.000 presenze da giugno a settembre.

Il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo dedica alla suggestiva figura della scrittrice e giornalista Amelia B. Edwards una conferenza dal titolo «Georgium Sidus: Amelia B. Edwards e i fasti della Nave d'Oro di Predazzo».
Il professore Stefano Cracolici dell’Università di Durham condurrà il pubblico alla scoperta della relazione fra un luogo particolare di Predazzo, la Nave d’Oro, e la scrittrice, conosciuta in particolare per i suoi racconti di viaggio in Egitto e per il celebre resoconto della sua permanenza per un’estate sulle Dolomiti.
 
Nel corso dell’Ottocento, Predazzo era divenuta una delle località più gettonate di tutto l’arco alpino per le inspiegabili bizzarrie della sua configurazione geologica.
Tra i cimeli della città, spicca il Memoriale o Libro dei Visitatori de La Nave d’Oro, l’albergo che per tutto il periodo diede ospitalità ai tanti scienziati, viaggiatori e alpinisti giunti in Val di Fiemme da tutta Europa.
La relazione prende spunto dalla lettura che del Memoriale diede la scrittrice britannica Amelia B. Edwards nel 1872, nel corso del suo pionieristico itinerario dolomitico.
Autrice di grido nell’Inghilterra vittoriana, instancabile esploratrice e abilissima giornalista di viaggio, Amelia ha lasciato di Predazzo una descrizione intrisa di curiosità e mistero.
 
Il racconto della sua permanenza in città porta il lettore a scoprire, oltre alle bellezze del paesaggio e ai dibattiti intorno alla sua formazione geologica, anche antichi reperti archeologici, nomi di famosi esploratori, imprese spericolate e aneddoti di varia e gaia natura che offrono di Predazzo un’immagine composita e cosmopolita.
In questo contesto, emerge la menzione del celeberrimo scopritore di Urano (Georgium Sidus).
Ma chi era costui? Cosa venne a fare a Predazzo? E soprattutto perché Amelia Edwards inserisce la sua firma tra i 'più grandi tesori' de La Nave d’Oro?
 
 Amelia Edwards
Nata a Londra nel 1831, è stata una scrittrice, giornalista ed egittologa.
Scrisse il suo primo poema all'età di 7 anni e il suo primo racconto a 12.
Nel 1855 pubblicò il primo romanzo My Brother's Wife.
Nel 1864 il suo romanzo, Barbara's History, consolidò definitivamente la sua fama di scrittrice.
In seguito intraprese un viaggio sulle Alpi che la portò a visitare le valli dolomitiche, esperienza racchiusa nel libro «Untrodden peaks and unfrequented valleys» (Cime inviolate e valli sconosciute) del 1872.
Nell'inverno del 1873 partì alla scoperta dell'Egitto. Partendo dal Cairo con un battello, viaggiò lungo il Nilo verso sud, visitando Philae e raggiungendo Abu Simbel.
Durante questa sosta, il pittore inglese Andrew McCallum, che faceva parte della comitiva, scoprì un santuario precedentemente sconosciuto al quale diede il proprio nome.
Tornata in patria, scrisse un resoconto del viaggio egiziano, pubblicato nel 1876 con il titolo «A Thousand Miles up the Nile».
Il libro, illustrato con suoi disegni, ebbe un immediato successo di vendite. Divenne una fautrice della conservazione dei beni egiziani e nel 1882 fu tra i fondatori dell'«Egypt Exploration Fund», curatore del Dipartimento di monete e medaglie del British Museum.
Per sostenere il lavoro di tale fondo, la Edwards abbandonò tutte le sue altre attività letterarie per concentrarsi sull'egittologia, contribuendo in tale campo alla nona edizione dell'Enciclopedia Britannica.

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