Crollano i prezzi del Parmigiano Reggiano e Padano
La crisi dei consumi colpisce anche il principe della tavola mondiale
Il principio rimane inalterato: «Un buon pranzo non sa da un’acca/ se l’ultimo sapor non sa di vacca». Ma la crisi ha colpito anche i consumatori di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano, che negli ultimi tre anni hanno subito un calo sostanzioso.
Per la precisione, la domanda di reggiano - che rappresenta oltre l’80% della produzione dei formaggi stagionati – è calata del 3,6%, mentre la domanda di Padano è scesa del 7,4%.
In media i formaggi hanno registrato - per via della crisi – un calo medio del 6,3%.
Questo perché il mercato - secondo la legge economica più consolidata – oltre a calare, si è spostato su prodotti meno blasonati. Insomma, la moneta cattiva scaccia la moneta buona.
Il prezzo del parmigiano è di conseguenza calato, generando due problemi. Il primo è che il più famoso formaggio al mondo vale oggi meno di quello che costa, il secondo è che i magazzini sono di conseguenza calati di valore.
I produttori, ovviamente, continuano a produrre in perdita per non perdere quote di mercato, ma i conti con i bilanci devono farli anche loro. Nella valutazione delle rimanenze per i bilanci, infatti, le scorte di prodotti finiti e di quelli in fase di stagionatura vanno adeguate ai reali valori di mercato.
Tutto ciò, nonostante i formaggi italiani stiano conquistando la Francia (+7,6 per cento l'export Oltralpe) e che il fatturato estero del made in Italy caseario superi i 2 miliardi di euro, con una bilancia commerciale in attivo da cinque anni.
Ci si augura che la crisi passi il più in fretta possibile, ma intanto è bene che i consumatori sappiano che in questo momento stanno acquistando il parmigiano sotto costo. Ne approfittino: l'ultimo sapore deve restare eccellente.
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