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Osservatorio Linear: successo di car sharing e mobilità sostenibile

Osservatorio Linear è una delle principali assicurazioni online italiane che fa dell’innovazione uno dei suoi punti di forza principali

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A livello nazionale una Regione come l’Abruzzo viene sempre identificata per il verde dei suoi parchi e per le sue cime principali innevate per gran parte dell’anno.
Per carità, questo è un ottimo biglietto da visita con cui presentarsi al di fuori della Regione e della Nazione, almeno a chi non conosce sino in fondo tutte le sfaccettature della nostra terra, in grado di passare in poche decine di chilometri dal bianco della neve all’azzurro del mare.
In realtà all’interno di queste sfaccettature emergono anche caratterizzazioni tipiche delle aree metropolitane, con tutte le problematiche ad essere correlate. Pensiamo a d esempio alla questione del traffico e del congestionamento urbano nell’area di Pescara.
Si tratta ovviamente di criticità che appaiono piccole rispetto a quelle macroscopiche delle metropoli nazionali; tuttavia proprio le esperienze di successo, nella gestione e nel ridimensionamento dei flussi di traffico all’interno delle città principali, possono essere mutuate perché no, con giovamento, anche in centri più piccoli e contenuti come quelli abruzzesi, applicando così macrosoluzioni a piccoli problemi.
 
Tra le esperienze di maggior successo in tal senso riveste un ruolo di primaria importanza quella del car sharing e del car pooling. Si tratta di iniziative in cui o i privati condividono il proprio mezzo per un tratto di strada con altri privati, oppure gli stessi condividono un insieme di automobili messi a disposizione da aziende come Car2go o Joyn di Eni.
In Abruzzo le esperienze in tal senso sono ancora minimali, ma potrebbero presto essere importate anche alla luce dell’ottimo feedback di pubblico che quest’ultime stanno riscuotendo in città come Milano.
Un riscontro che di recente è stato monitorato e certificato dall’Osservatorio Linear, una delle principali assicurazioni online italiane che fa dell’innovazione uno dei suoi punti di forza principali, essendosi dotata di canali di comunicazione innovativi come il web e le app per smartphone e tablet per il calcolo della polizza auto o moto, polizza che è possibile calcolare anche qui.
Ebbene proprio l’Osservatorio di Linear non ha fatto altro che andare ad intervistare un campione di milanesi per analizzare il loro rapporto con il car sharing ed il car pooling.
I risultati sono stati sorprendenti e incoraggianti. Quasi 9 milanesi su 10 hanno infatti affermato di conoscere questi strumenti ma, quel che più conta, uno su quattro ha anche dichiarato di utilizzarli più o meno saltuariamente.
 
Quest’ultimo è un numero fondamentale nella comprensione della portata innovativa di un’idea che ha abbattuto vecchi tabu che sembravano essere indistruttibili; quando infatti si è iniziato a parlare di car sharing e car pooling nel nostro Paese in pochi avrebbero scommesso sul successo di queste iniziative.
In tanti infatti ritenevano difficile che, l’italiano medio che da sempre tiene al “possesso” della propria automobile, potesse rinunciare a tale possesso in gloria della condivisione e dell’ecosostenibilità.
Ed invece  è accaduto. Non si sa se il boom del car sharing e del car pooling sia in realtà un frutto della crisi economica che scoraggia dal pagare assicurazioni e bolli ed incoraggia quindi forme di utilizzo dell’auto condivisa in cui paga solo per l’effettivo consumo.
O forse ha inciso in questo boom anche una nuova ed emergente coscienza ecologica.
Quest’ultima possibilità verrebbe in qualche modo certificata anche da un altro dato emerso dall’analisi dell’Osservatorio Linear, secondo cui quasi 8 milanesi su 10 posseggono una bicicletta e più di uno su due la utilizza regolarmente. Non male per una città in cui le distanze tipiche tra casa e  lavoro non sono certo paragonabili a quelle dei piccoli centri.
Dall’analisi emergono quindi tanti segnali positivi che fanno ben sperare per il futuro e che ci fanno riflettere; se infatti misure di questo tipo hanno attecchito in grossi centri come Milano perché non dovrebbero farlo in ambiti più ristretti come quelli delle nostre città più estese ed affollate come Pescara o l’Aquila?

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