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Rovereto ricorda Nokolajewka intitolando un parco

Venerdì alle 18 convegno all'Urban center e sabato alle 11 al parco ex Santa Maria

Il prossimo fine settimana sarà dedicato a Rovereto al ricordo della tragica ritirata di Nikolajewka.
Settantadue anni dopo, la memoria di quell'epica battaglia è ancora ben viva nelle nostre comunità grazie al racconto di chi vi partecipò o di chi ne ebbe notizia all'epoca, aspettando a casa il ritorno – spesso invano – dei propri cari spediti a combattere su quel fronte lontano.
Due gli appuntamenti a cui tutta la cittadinanza è invitata.
Il primo si terrà venerdì 23 gennaio, alle ore 18, nell'Urban Center di Rovereto di corso Rosmini.
L'incontro, intitolato «Nikolajewka all'alba del 27 gennaio 1943. L'inizio di una tragica ritirata», vedrà la partecipazione straordinaria degli unici due reduci di quella battaglia: Guido Vettorazzo e Riccardo Bianchin, che porteranno la propria testimonianza diretta, colloquiando con Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino. Saranno presenti inoltre rappresentanti delle istituzioni locali e militari.
Nel corso dell'incontro sarà mostrato anche un video che racconta i momenti salienti di quella battaglia e ne mostra alcune immagini.
 
Sabato 24 gennaio, alle ore 11, si svolgerà invece la cerimonia di intitolazione del parco  Nikolajewka (ex Parco Santa Maria).
La cerimonia inizierà alle 10.30 con una sfilata degli alpini dalla sede di via Canestrini. Gli alpini sosteranno brevemente al Momunento all'Alpino di via Dante per la deposizione di una corona e infine raggiungeranno il parco per lo svelamento della targa intitolata a Nikolajewka.
In quest'occasione, il reduce Guido Vettorazzo spargerà sul suolo del parco alcune manciate di terra prelevate proprio a  Nikolajewka, quale segno simbolico forte di una particolare vicinanza di Rovereto e della sua comunità a quel villaggio così tristemente noto.
 
 Cenni storici
La battaglia di Nikolajewka, combattuta il 26 gennaio 1943, fu uno degli scontri più importanti durante il caotico ripiegamento delle residue forze dell'Asse nella parte meridionale del fronte orientale, a seguito del crollo del fronte sul Don dopo la grande offensiva dell'Armata Rossa iniziata il 12 gennaio 1943.
Gli ultimi resti delle forze italo-tedesche-ungheresi, provate dai combattimenti e dal gelido inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti dell'Armata Rossa, asserragliatisi nel villaggio di Nikolajewka per bloccare la fuga dalla grande sacca del Don.
Alla Tridentina, unica delle divisioni italiane ancora in grado di combattere, fu assegnato il compito di iniziare l'assalto al villaggio. Le perdite italiane furono altissime.
Le truppe dell'Asse, pur decimate e completamente disorganizzate, riuscirono comunque a raggiungere Shebekino il 31 gennaio 1943, località al di fuori della tenaglia russa.
Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi.

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