I criminali dell’ISIS hanno ucciso il giornalista giapponese

Ancora un omicidio avvenuto per futili motivi per mano di un sanguinario

Un altro assassinio è stato commesso dai terroristi islamici che hanno ucciso per futili motivi un giornalista come noi, decapitandolo e diffondendo il video in rete.
L’idea di uccidere di chi diffonde le notizie quando non riesce a colpire chi le produce è sempre stata la soluzione di chi non riesce ammettere il vuoto che comprende la propria condizione umana. È un po’ come il cane che guarda il dito che indica l’osso senza vedere l’osso che gli è stato indicato.
Fatto sta che un’altra vittima innocente è stata sacrificata da chi si è costruito comodamente la visione di dio a propria immagine e somiglianza.
Il giornalista giapponese Kenji Goto non tornerà a casa dalla sua mamma che tanto ha pregato perché venisse rilasciato.
Si era sperato fino in fondo che l’idea di uno scambio di prigionieri condannati a morte potesse salvare la vita al collega, ma così non è stato.
Il pilota giordano Moaz al Kasasbeh, che avrebbe dovuto essere rilasciato in cambio della terrorista Sajida al Rishawa condannata a morte, in realtà fu assassinato già quanto fu annunciata la sua fine.
Il premier giapponese Shinzo Abe ha dichiarato che non ci sarà tregua per i terroristi, mentre Obama ha ammesso che l’unica soluzione è quella di inviare nuovamente in Iraq le forze armate. 
 
Il ministro degli esteri Gentiloni condanna decapitazione ostaggio giapponese.
«Il sacrificio di Kenji Goto non fermerà la lotta contro il terrorismo e l’estremismo religioso, che continua al fianco del Governo Giapponese.»
Così il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni ha condannato la decapitazione del giornalista Kenji Goto, esprimendo la solidarietà dell'Italia alla famiglia e all’intero popolo giapponese.