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Marciume e scopazzi, lotta continua contro le malattie del melo

Più di 600 coltivatori a Cles per la 18esima giornata «La frutticoltura delle Valli del Noce» organizzata dalla Fondazione Mach

La giornata tecnica «La frutticoltura delle Valli del Noce», organizzata lunedì 16 febbraio a Cles dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, ha registrato un boom di partecipanti con oltre 600 frutticoltori tra quelli ospitati all’auditorium del polo scolastico e oltre un centinaio in diretta streaming davanti al proprio pc.
I tecnici di San Michele, in occasione della 18esima edizione, hanno affrontato tematiche di grande attualità come il recente fenomeno dei marciumi interni alle mele, in aumento nel 2014, e l’introduzione di una nuova molecola nelle strategie di diradamento chimico.
È stato inoltre approfondito l’argomento dei costi di produzione: in annate con prezzi di realizzo in calo, alcuni accorgimenti possono fare la differenza nel bilancio dell’azienda agricola.
Infine è stato presentato un aggiornamento sulla presenza degli scopazzi nelle Valli del Noce, evidenziando l’importanza dell’estirpo per ridurre l’inoculo.
 
Dopo il saluto del direttore generale della Fondazione Mach Mauro Fezzi, la giornata tecnica si è aperta con l’approfondimento sui costi di produzione della frutticoltura collinare da parte dei tecnici del Centro di Trasferimento Tecnologico Flavio Pinamonti, Giorgio De Ros, Piergiorgio Ianes, Luigi Tolotti, Mario Springhetti.
Il punto di partenza è che in Val di Non l’agricoltura è più «cara» rispetto alla pianura, soprattutto a causa della frammentazione fondiaria.
La superficie melicola delle valli del Noce è di circa 7 mila ettari: di questi circa 6.700 sono coltivati da 3.859 soci Melinda.
La superficie media aziendale è quindi inferiore ai 2 ettari, mediamente suddivisi in 7-8 appezzamenti.
In questo quadro l’accorpamento dei terreni, attraverso il riordino fondiario o la permuta, abbatterebbe i costi in modo significativo, riducendo le tare improduttive, i tempi morti e dando maggiori possibilità di sistemazioni adeguate su terreni in pendenza.
Calcolatrice alla mano, tenendo conto anche dell’orografia dei terreni, i tecnici di San Michele hanno stimato che per un’azienda di circa 4 ettari i costi totali di produzione ammontano a 25.000 euro per ettaro, tra manodopera extra aziendale, mezzi tecnici, assicurazione grandine, irrigazione e carburanti; a questi vanno aggiunte le spese per ammortamenti, collaboratori famigliari e amministrazione.
 
Tra le voci che incidono di più nelle valli del Noce c’è la meccanizzazione agricola: in media assorbe il 20% sul totale dei costi.
In quest’ottica risultano molto positive alcune iniziative dei Consorzi frutticoli, come l’acquisto collettivo delle macchine di uso minore (aratri, erpici, rastrellarami, lame) e le possibilità offerte dal maschinenring (Coldiretti service).
I tecnici della Fondazione Mach Massimo Prantil, Alberto Dorigoni, Fabrizio Dolzani, Ferruccio Pellegrini, Lodovico Delaiti si sono poi concentrati sulle nuove opportunità derivanti dal diradamento del melo come strategia per ottenere raccolti regolari e di qualità.
Il 2014 è stata un’annata problematica soprattutto nella fase dell’allegagione e l’attività dei diradanti è stata insufficiente, tanto che gli agricoltori hanno dovuto sopperire manualmente con 200-300 ore di lavoro per ettaro.
La novità di quest’anno è che si potrà operare con la nuova molecola Metamitron (Brevis), consigliata su Fuji e Gala, varietà piuttosto difficili da diradare, e sulla Golden, nelle situazioni dove i diradanti a disposizione non riescono ad agire sufficientemente.
Gli esperti del Centro di Trasferimento Tecnologico si sono poi concentrati sulle principali patologie del melo.
 
Nel 2014 gli agricoltori hanno dovuto affrontare il problema del marciume. Nella loro relazione Matteo de Concini, Livio Fadanelli, Andrea Branz e Valeria Gualandri hanno evidenziato come il meteo dell’anno scorso abbia favorito la proliferazione di alcuni funghi responsabili del cosiddetto marciume del cuore delle mele, funghi che penetrano nelle prime fasi di sviluppo del frutto e poi si espandono.
Per identificare i patogeni responsabili la Fondazione Mach ha condotto un campionamento in diversi frutteti della val di Non; sulle varietà R. Canada e Fuji sono stati isolati ed identificati funghi appartenenti al genere Fusarium e Botriosphaeria.
Le strategie di contenimento per questi patogeni sono ancora in fase di sperimentazione.
Alcuni fungicidi, utilizzati per il controllo della ticchiolatura, possono servire anche a contenere parzialmente l’attacco di questi marciumi.
Nei prossimi mesi saranno condotte in Val di Non prove sperimentali specifiche con lo scopo di valutare l’efficacia di diversi prodotti fitosanitari nei confronti dei patogeni, e trovare la strategia più sostenibile per contenere il fenomeno.
Notizie rassicuranti arrivano per quanto riguarda gli scopazzi. Gianluca Giuliani, Maurizio Chini e Stefano Bott hanno riportato che in val di Non il numero di piante colpite attualmente è stabile.
 
Per poter debellare definitivamente la malattia, però, i frutticoltori devono fare attenzione all’estirpazione dei meli colpiti.
Infatti è stato possibile notare come negli appezzamenti in cui le piante infette sono sempre state eliminate accuratamente la percentuale di nuove piante colpite è vicina allo zero, mentre dove questa pratica è stata trascurata l’incidenza della malattia è incrementata notevolmente ogni anno.
Analizzando nel dettaglio i dati del monitoraggio si realizza come ci sia una presenza leggermente superiore in Alta Val di Non (0,38%), mentre le percentuali diminuiscono gradualmente scendendo verso la Bassa Val di Non.
In chiusura il direttore di Apot (Associazione produttori ortofrutticoli trentini), Alessandro Dalpiaz, ha fatto un resoconto dei controlli eseguiti nei campi lo scorso autunno.
Dopo il monitoraggio sono state inviate delle segnalazioni ai proprietari di piante colpite da scopazzi con l’obbligo di estirpo, pena sanzione.
Il direttore ha aggiunto con soddisfazione che tutte le indicazioni sono state rispettate e nei prossimi mesi si procederà con un’ulteriore verifica nelle campagne.

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