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Golf – Al Joburg Open vince l’inglese Andy Sullivan

Renato Paratore e Alessandro Tadini dignitosamente 46esimi – Giulia Sergas 13ª in Nuova Zelanda

Renato Paratore (66-71- 71-73) e Alessandro Tadini (70-67-74-70) hanno concluso al 46° posto con 281 (-7) colpi il Joburg Open, torneo in combinata tra European Tour e Sunshine Tour disputato al Royal Johannesburg & Kensington GC di Johannesburg, in Sudafrica, dove i giocatori si sono alternati per due giri sui due tracciati dell’East Course (par 72) e del West Course (par 71) e quindi hanno effettuato le ultime 36 buche sul primo.
Ha colto la seconda vittoria stagionale e in carriera, nell’arco di due mesi, l’inglese Andy Sullivan (270 – 71-65-68-66, -17) rimontando dalla sesta posizione con un 66 (-6) che gli ha permesso di lasciare a due colpi cinque concorrenti: l’irlandese Kevin Phelan, gli inglesi Anthony Wall e David Howell e i sudafricani Jaco Van Zyl e Wallie Coetsee (272, -15), quest’ultimo in vetta dopo tre turni.
Al settimo posto con 273 (-14) il coreano Byeong Hun An e i sudafricani Chris Swanepoel e Jacques Blaauw, e al decimo con 274 (-13) un altro concorrente di casa, Thomas Aiken, insieme all’iberico Adrian Otaegui e allo svedese Kristoffer Broberg.
 
Sullivan ha iniziato con un passo molto spedito e ha guadagnato cinque colpi sul par, risalendo la classifica, con cinque birdie in nove buche.
Nel ritorno, dopo un bogey, ha siglato altri due birdie decisivi nelle ultime quattro buche che l’hanno reso leader in club house.
Una posizione che avrebbe potuto renderlo vulnerabile, ne nessuno dei suoi antagonisti ancora in campo ha saputo approfittarne.
Il 28enne di Nuneaton aveva già vinto all’inizio di gennaio il South African Open superando nello spareggio Charl Schwartzel.
Con il successo ha ottenuto un assegno di 206.050 euro, su un montepremi di 1.280.000 euro, e il pass per disputare l’Open Championship, terzo major stagionale (16-19 luglio, St. Andrews, Scozia).
 
Paratore ha nuovamente avuto una flessione nel turno conclusivo e in particolar modo sulle ultime nove buche.
Sembra la classica mancanza d’esperienza nel gestirsi, ma è un fatto ampiamente positivo che sia andato a premio per la settima volta consecutiva su altrettanti tornei giocati da professionista. Non è cosa da tutti i giorni.
Nella prima parte della tornata conclusiva ha messo insieme tre birdie e un bogey, poi ha perso il vantaggio sul campo con un doppio bogey e un bogey per il 73 (+1).
Tadini è partito con un birdie, ne ha aggiunto un altro dopo 10 buche, ha frenato con un bogey e ha terminato con un terzo birdie per il 70 (-2).
Non hanno superato il taglio, caduto a 139 (-4), gli altri quattro italiani presenti: Andrea Pavan, 99° con 141 (72-69, -2), Francesco Laporta, 151° con 144 (67-77, +1), Edoardo Molinari, 165° con 145 (75-70, +2), e Marco Crespi, 196° con 149 (75-74, +6).
 
Let: in Nuova Zelanda domina lydia Ko; bene Giulia Sergas, 13ª.
La neozelandese Lydia Ko, numero uno mondiale, ha dominato nell’ISPS Handa New Zealand Women's Open, evento in calendario nel Ladies European Tour e nell’ALPG Tour (il circuito australiano), imponendosi con lo score di 202 colpi (70-61-71, -14) sul percorso del Clearwater Golf Club (par 72), a Christchurch in Nuova Zelanda.
Si è classificata 13ª con 211 (68-67-76, -5) Giulia Sergas, che ha ceduto un po’ nel turno conclusivo con un 76 (+4).
Avrebbe sicuramente meritato qualcosa di più per il gioco espresso, tuttavia ciò non toglie nulla alla sua bella e tonica prestazione.
La Ko, che ha vinto il torneo di casa per la seconda volta in tre anni (l’altra nel 2013 nello status di amateur) e che nella passata edizione era giunta seconda, ha costruito il suo successo con un 61 (-11) nel secondo giro, nuovo record del percorso, e nel terzo non ha forzato più di tanto, vista l’andatura lenta delle proprie avversarie, concedendosi agli applausi del suo pubblico.
È anche il secondo titolo conseguito della quasi 18enne di origini coreane (è nata a Seoul in Corea) in due settimane: nella precedente aveva fatto suo l’Australian Open (LPGA Tour).
 
Nella corsa al secondo posto, la sola possibile per le sue rivali, ha avuto la meglio la dilettante australiana Hannah Green con 206 (-10) e il terzo è stato appannaggio della danese Nanna Koerstz Madsen con 207 (-9). Al quarto con 208 (-8) la norvegese Marianne Skarpnord e la statunitense Beth Allen, al sesto con 209 (-7) l’altra americana Amelia Lewis, la spagnola Marta Sanz, la scozzese Pamela Pretswell e l’inglese Charley Hull, seconda dopo 36 buche a tre colpi dalla Ko.
La vincitrice, come detto, ha fatto azione di controllo nella passerella finale: si è garantita da sorprese con cinque birdie, ma forse la concentrazione non è stata perfetta come testimoniano due bogey e un doppio bogey (71, -1). Del resto con la vittoria in tasca e con tanto entusiasmo attorno era difficile mantenerla.
La Sergas ha dato il meglio nei due giri iniziali.
Quinta dopo il primo, è salita al terzo nel secondo, ma nel terzo non è riuscita a ripetersi ed è nato il 76 con un birdie, tre bogey e un doppio bogey.
È comunque un piazzamento che le darà sicuramente fiducia nel prosieguo della stagione, dopo un avvio piuttosto difficile con un due tagli (Bahamas Classic e Australian Open).
La Ko è salita sul trono mondiale a fine gennaio divenendo la più giovane numero uno in assoluto, tra uomini e donne, con i suoi 17 anni, nove mesi e nove giorni. In precedenza il primato apparteneva a Tiger Woods, numero uno a 21 anni, cinque mesi e sedici giorni, seguito dalla coreana Jiyai Shin con 22 anni e cinque giorni.
Nel suo palmares figurano  sei titoli nel LPGA Tour (di cui due da amateur), due come detto nel LET (uno da dilettante), quattro nell’ALPG Tour (due da amateur)  e uno nel Korean LPGA Tour.

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