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Traffico di anabolizzanti, perquisizioni e denunce in Trentino

Molti consumatori acquistavano prodotti illeciti, ma alcuni lo facevano tramite farmacisti compiacenti

Il 25 marzo, I Carabinieri del NAS di Trento, supportati da militari dell’Arma territoriale del locale Comando Provinciale, hanno eseguito una ventina di perquisizioni locali e personali, disposte dalla Procura della Repubblica di Trento nell’ambito dell’indagine «Farmalake», nei confronti di alcuni body builders frequentatori di palestre ed assuntori di sostanze anabolizzanti, sequestrando oltre 3.000 tra fiale, compresse e flaconi di pericolosi e illeciti farmaci dopanti e denunciando 6 persone, responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’importazione e distribuzione di medicinali anabolizzanti, destinati a soggetti gravitanti nel mondo del body building.
L'attività investigativa, iniziata nell’estate del 2014 e coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica di Trento, dott. Giuseppe Amato e dal Sost. Proc. dott. Davide Ognibene, è scaturita da altre indagini per il contrasto del fenomeno del doping per il quale il NAS trentino, sotto la direzione della stessa Procura negli ultimi anni ha arrestato complessive 31 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico di farmaci dopanti e sequestrato migliaia di confezioni di sostanze anabolizzanti.
 
Gli accertamenti, che inizialmente hanno interessato i frequentatori di palestre, si sono concentrati sui praticanti le discipline sportive del body building e hanno consentito di individuare 4 persone che avevano costituito un sodalizio criminoso attivo nella provincia di Trento, finalizzato all’approvvigionamento di farmaci ad azione dopante.
La maggior parte dei farmaci, risultati provenienti da Macedonia, Moldavia ed Egitto, erano importati dagli indagati sia direttamente che attraverso siti internet specifici, mentre in Trentino venivano procacciati sfruttando la compiacenza di alcuni farmacisti che li cedevano senza esigenza terapeutica e pertanto al di fuori dei canali ufficiali, ovvero senza la prescrizione del medico, per distribuirli ai propri «clienti».
Le sostanze farmacologiche, sequestrate unitamente a documentazione e apparati informatici utilizzati per l’attività, contengono pericolosi principi attivi anabolizzanti (alcuni dei quali ad uso veterinario) quali gonadotropina, ormone della crescita, stanozololo, nandrolone, testosterone e tamoxifene, ammontano ad un valore complessivo sul mercato illegale di circa 250.000 euro.

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