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L’assassino di Antonella potrebbe essere un serial killer

La ragazza Trentina aveva 25 anni quando è stata uccisa in un bosco di Durlach (Karlsruhe) dove si era avventurata in bicicletta

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Foto di repertorio dello Schlossgarten di Durlach.
 
L’omicidio è avvenuto il 21 giugno 1987 a Karlsruhe, la seconda città del Baden-Württemberg dopo Stoccarda, in Germania.
Antonella Bazzanella, una ragazza trentina di 25 anni, era emigrata in Germania dove aveva trovato un lavoro che la manteneva a Durlach, il più grande distretto di Karlsruhe.
Non erano gli anni delle grandi emigrazioni gli anni ’80, per cui quello che cercava la giovane non era di scappare da un territorio povero e ostile ma di fare una nuova esperienza, allargare i confini, cogliere le opportunità della vita. Ma non è andata così.
Una sera, in un luogo nei pressi del quale era in corso uno spettacolo di Tina Turner, è stata uccisa. È stata trovata dai passanti in un bosco, strangolata in in modo piuttosto cruento.
Le fonti giornalistiche di allora riferiscono che la polizia aveva dichiarato che la vittima era stata anche violentata, ma oggi quel particolare viene messo in discussione.
Insomma una tragedia senza fine, aggravata dai contorni inquietanti di due altre vittime che in quel periodo fecero la stessa fine della nostra concittadina.
Purtroppo le varie inchieste si persero in mille ipotesi che non portarono a niente.
 
Poi, improvvisamente, senza una ragione apparente, un uomo si fa vivo dopo 27 anni per confessare alla polizia di essere l’autore del delitto.
Secondo la versione data dall’uomo alla polizia di Basilea, quella sera avrebbe catturato la giovane donna in un bosco, l’avrebbe legata e strangolata, per poi appenderla a un albero. Dopodiché si sarebbe dato alla fuga, riparandosi in Svizzera.
L’odierno reo confesso ha 47 anni e quando venne commesso il femminicidio aveva 20 anni. La confessione sembrerebbe dunque plausibile, anche perché ha dimostrato di conoscere particolari noti a pochi e non riportati dai giornali di allora, come il fatto che avrebbe fermato la vittima dopo averla vista arrivare in bicicletta.
Fermo restando che il tutto è verificabile a breve (è in corso di analisi il DNA), resterebbero comunque aperti due interrogativi di una certa importanza.
Il primo è se se siano attribuibili a lui anche gli assassinii delle altre due vittime strangolate in quel peirodo e in quella zona della Germania.
Il secondo è che per il momento non c’è una ragione assodata per cui il reo confesso abbia deciso di costituirsi a tanti anni di distanza. Rimorso? Mitomania? Autolesionismo? Il tutto a scoppio ritardato.

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