Migranti Jihadisti annegano 12 migranti cristiani sul barcone della speranza
Compiono una strage per motivi religiosi mentre provano a raggiungere un paese cristiano al quale intendono chiedere asilo politico
Una strage per motivi religiosi è avvenuta nella notte di mercoledì nel Canale di Sicilia.
A bordo di un gommone troppo carico che stava cercando di raggiungere l’Italia, è scoppiato il panico e i disperati si sono messi a pregare. Poiché alcuni pregavano Dio e altri Allah, gli islamici non hanno avuto dubbi e hanno gettato in mare i cristiani.
Alcuni cristiani si sono salvati tenendosi abbracciati, sicché al momento dello sbarco i colpevoli del massacro per motivi religiosi sono stati fermati, su richiesta del Ministro della Giustizia Orlando perché la strage è avvenuta in acque internazionali.
È il primo indegno delitto che viene commesso per motivi religiosi da islamici che cercano di raggiungere un paese cristiano al quale intendono poi chiedere asilo.
Il fatto, oltre a essere spaventoso, è indice di una radicalizzazione culturale della fede jihadista. Anche se non si considerano terroristi nel nome di Dio, hanno dimostrato che - messi alle strette - non hanno dubbi: i cristiani vanno uccisi.
A qursto punto non prendiamo in considerazione l'aspetto aspetto emotivo dei disperati, speventati che a sentire pregare Dio e Allah sullo stesso barcone in avaria avrebbe generato confusione di intenti presso l’Onnipotente.
Certamente il gesto è stato dettato da motivi di mero egoismo. Erano in troppi a bordo, quindi la scelta di chi gettare in mare è avvenuta senza dubbi di coscienza da parte di chi ha una morale che lo consente.
Insomma la decisione è stata presa a cuor leggero perché erano evidentemente convinti che Allah sarebbe stato loro riconoscente per aver tolto di mezzo dei cristiani.
Adesso però si pone un problema generale in tutta la sua evidenza. L’Italia - e quindi l’Europa – ha accolto nel nome della pietas cristiana decine di migliaia di immigrati di religione islamica.
Poiché questi criminali hanno dimostrato che - messi alle strette - diventano jihadisti, vanno considerati come terroristi potenziali.
Noi abbiamo sempre predicato di non fare mai di tutta un’erba un fascio, ma questi assassini disgraziati hanno dimostrato che si tratta di persone ben lontane dal pensiero civile europeo.
Quello che sta sull’altra sponda del Mediterraneo è un crogiolo di disperati alla ricerca di salvezza, privi di una guida politica e incapaci di vivere il senso di uno stato e di una civiltà che non hanno.
L’Europa e il mondo civile devono agire lì prima che queste masse di credenti sconvolte dalla fame possano compiere altri olocausti.
GdM
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