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Dopo 45 anni cambia la legge sul divorzio

Non si dovranno più attendere 3 anni: adesso basteranno anche solo sei mesi

Dopo 45 ani cambia la legge sul divorzio. Con l’approvazione della Camera la legge è entrata in vigore e non sarà più necessario attendere tre anni dalla separazione per ottenere il divorzio.
Adesso sarà possibile divorziare anche in sei mesi, basta che non ci siano problemi patrimoniali i figli. Se il matrimonio è avvenuto con la separazione dei beni, sarà dunque tutto più semplice.

 Principali cambiamenti 
- La legge si applica già per i procedimenti in corso.
- Il termine per chiedere il divorzio scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, e questo indipendentemente dall’esistenza o meno di figli.
- La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o quando si sottoscrive la separazione consensuale.
 
 La legge Fortuna-Baslini 
Il 1º dicembre 1970 il divorzio veniva introdotto nell'ordinamento giuridico italiano, nonostante l'opposizione della Democrazia Cristiana, del Movimento Sociale Italiano, del Südtiroler Volkspartei e dei monarchici del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica.
Favorevoli il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Democratico Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, il Partito Liberale Italiano.
 
 Il referendum abrogativo 
Gli antidivorzisti si organizzarono per abrogare la legge attraverso il ricorso al referendum.
Nel gennaio del 1971 veniva depositata in Corte di Cassazione la richiesta di referendum da parte del «Comitato nazionale per il referendum sul divorzio», presieduto dal giurista cattolico Gabrio Lombardi, con il sostegno dell'Azione cattolica e l'appoggio esplicito della CEI e di gran parte della DC e del Movimento Sociale Italiano.
Dopo il deposito presso la Corte di Cassazione di oltre un milione e trecentomila firme, la richiesta superava il controllo dell'Ufficio centrale per il referendum e il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale.
Il 12 maggio 1974, con il Referendum abrogativo del 1974, gli italiani furono chiamati a decidere se abrogare la legge Fortuna-Baslini che istituiva in Italia il divorzio.
Partecipò al voto l'87,7% degli aventi diritto.
Votarono no il 59,3%, mentre i sì furono il 40,7%: la legge sul divorzio rimaneva in vigore.

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