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LABA Trentino-restiling degli spazi del Centro S. Chiara

Gli studenti di «LABA Trentino» hanno progettato il restiling degli spazi interni del Centro Servizi Culturali S. Chiara

La Libera Accademia di Belle Arti di Brescia ha attivato ormai da alcuni anni in Trentino, all’interno dell’ex Colonia Pavese di Torbole sul Garda, laboratori distaccati dei dipartimenti di Design e Graphic Design Multimedia.
Obiettivo della LABA è quello di offrire agli allievi una preparazione specifica ma duttile, attraverso la sollecitazione e la valorizzazione della creatività come elemento espressivo importante e come mezzo di formazione nel mondo del lavoro.
Proseguendo in un'azione di coinvolgimento delle realtà didattiche attive sul territorio provinciale che già in passato ha portato a positive forme di collaborazione (prima fra tutte la realizzazione del nuovo logo del Centro da parte degli studenti del Liceo artistico «Depero» di Rovereto), il Centro Servizi Culturali S. Chiara ha accettato volentieri la disponibilità offerta da LABA di mettere in atto un progetto didattico teso ad una revisione degli spazi del Centro S. Chiara aperti al pubblico.
 
«Nel progetto didattico – spiega l'architetto Andrea Penzo, insegnate di Interior Design – sono stati coinvolti gli studenti del secondo anno, ai quali è stato affidato il compito di progettare un Restyling degli spazi interni aperti al pubblico del Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, al fine di valorizzarne anche la funzione legata alle attività di natura congressuale ed espositiva. Fin dai primi rilievi realizzati in loco nel gennaio dello scorso anno, ci siamo resi conto della complessità di operare all'interno di edificio che, all'atto della sua realizzazione, era stato concepito per funzioni del tutto diverse dalle attuali. Dall'analisi, infatti, è stata riscontrata una totale disomogeneità sia negli spazi che nei materiali. Ultimate le visite alla struttura, che hanno prodotto una puntuale documentazione anche di carattere fotografico, accompagnata da un'accurata verifica riguardante il flusso di utenza, si è proceduto alla suddivisione delle aree di progetto e alla loro assegnazione a cinque diversi gruppi di lavoro. Non è stata però concordata una linea stilistica comune e a ciascun gruppo è stata lasciata la massima libertà di espressione sotto ogni profilo, pur raccomandando particolare attenzione al contenimento dei costi di realizzazione delle opere. Come era logico attendersi da un'esercitazione di Belle Arti quale è stata la nostra, sono usciti pertanto cinque 'concept' assai diversi fra loro. Pare quindi evidente – ha concluso l'architetto Penzo – che qualora alla fase ideativa dovesse seguire una commissione progettuale esecutiva, sarà data al Centro Servizi Culturali S. Chiara la possibilità di scegliere l'elaborato al quale dovrà essere poi uniformata la chiave stilistica degli altri quattro progetti.»
 
Il frutto di oltre un anno di lavoro svolto sotto la guida dell'arch. Penzo dagli studenti dell'Accademia torbolana diretta dal prof. Massimo Balestrini, può essere valutato in questi giorni grazie ad un'iniziativa espositiva voluta dal Centro Servizi Culturali S. Chiara al fine da dare giusta visibilità all'impegno profuso dai ragazzi e mettere in luce la qualità dei progetti realizzati, pur in un ambito di esercitazione didattica.
Un primo studio, affidato a Roberta Santoni ed Eleonora Pasetti, ha riguardato lo spazio che si estende dalla bussola dell’ingresso al Centro ai corridoi laterali che collegano i diversi ambienti.
Il progetto punta a migliorare la fluidità del collegamento e a rendere più efficace la segnaletica. Il progetto prevede un collegamento visivo dei vari ambienti attraverso la realizzazione di una struttura di centine orizzontali che, con forme sinuose, invita e guida lungo il percorso.
 
E' stata utilizzata una tavolozza cromatica dai toni chiari che riprende alcuni materiali della natura, come pietra e legno.
Le indicazioni, realizzate con una grafica semplice e intuitiva, sono previste a pavimento, a parete e ad intaglio su alcune centine.
Irene Moser, Alice Gottardi e Martina Corradini si sono occupate invece del Foyer d'ingresso del Teatro Auditorium la cui ampia volumetria ha portato a delineare una struttura di grande impatto visivo.
Il loro progetto si posto in primo luogo l'obiettivo di rendere percepibile l’impegno verso l’attività culturale e artistica svolta e di dare caratterizzare maggiormente l'area come
luogo di scambio culturale e di interazione prima e dopo gli spettacoli.
E' stata presa ispirazione dal logo che rappresenta il Centro Servizi Culturali Santa Chiara per la realizzazione del bancone, accanto al quale una struttura semitrasparente separa le varie zone: ingresso al teatro, guardaroba, zona di attesa con accesso al bar e al corridoio adiacente.
Salendo al primo piano, dove è ubicata la Sala conferenze (sala Tre) è stata riscontrata da Lorenzo Caprara, Federico Rosà e Silvia Rosà, che hanno realizzatolo studio, una scarsa chiarezza nelle indicazioni ed una poco funzionale disposizione delle strutture collocate lungo il corridoio.
Guardando alle nuove tecnologie e con un occhio di riguardo per l‘eco sostenibilità, si è cercato di inserire all’interno dell’edificio un riferimento alle caratteristiche naturalistiche del Trentino, facendo sembrare il corridoio una sorta di tunnel scavato nel ghiaccio.
L'effetto è stato realizzato facendo ricorso alla tecnica delle centine, elementi solitamente d’aiuto strutturale, ma in questo caso utilizzate per una funzione logica ed estetica.
 
Nell'allestimento della sala conferenze si è cercato di mantenere una continuità , progettando una scrivania rialzata ricorda un ghiacciaio.
Della Sala Video posta al secondo piano si è occupata Giulia Bertolini che ha pensato ad un progetto semplice ma di impatto, capace di dare la giusta importanza anche a questo spazio.
L'ispirazione del progetto nasce dalla combinazione di tre elementi naturali: il legno, il rame e la luce, capaci di trasmettere un senso di accoglienza e di creare un’atmosfera piacevole, adatta ad una sala utilizzata per proiezioni e conferenze.
Un grande tavolo in legno con decorazioni in rame è posto al centro, mentre i posti a sedere sono sistemati sulle gradinate.
Pavimento e gradinate sono in cemento per contrastare i colori caldi del legno e del rame.
La rivisitazione del Foyer del Teatro Cuminetti, affidata a Lorenzo Marcadent, Giulio Andreatta e Carolina Espinoza, nasce infine dall'esigenza di creare un ambiente maggiormente ospitale, capace di favorire le relazioni sociali e di far vivere il Teatro anche fuori dagli spazi specificatamente dedicati alla messa in scena degli spettacoli.
Si è pensato pertanto di inserire pochi ma incisi elementi adatti a caratterizzare questo spazio di accoglienza ed è stata creata una zona «conviviale» di stile minimale contraddistinto da un divano modulare che, grazie alla sua forma, crea uno spazio dinamico all’interno delle colonne, sulle quali sono stati applicati dei tavolini in legno.
Al fine di ottenere una maggiore efficienza nella fruizione degli spazi, biglietteria e guardaroba sono stati previsti in un unico grande bancone.
Le tavole sono in mostra presso il Foyer d'ingresso del Teatro Auditorium e potranno essere visionate fino al 30 aprile in orario di apertura della cassa.

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