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La meningite fa paura: il 77% dei genitori vaccina i figli

Il Censis: «Il pediatra è la principale fonte di informazione, ma il 67% delle famiglie non ha ricevuto notizie sulla vaccinazione contro il meningococco B»

Quanto segue sono i principali risultati della ricerca «La vaccinazione contro il meningococco B secondo i genitori italiani», realizzata dal Censis in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e grazie al contributo incondizionato di Novartis Vaccines and Diagnostics (recentemente entrata a far parte del gruppo Gsk), che è stata presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile dell'area Welfare e salute del Censis, e discussa da Maria Grazia Pompa, Direttore Ufficio Malattie infettive e Profilassi Internazionale del Ministero della Salute, Giovanni Rezza e Paola Stefanelli dell'Istituto Superiore di Sanità, Giorgio Conforti della Federazione Italiana Medici Pediatri, Alberto Villani della Società Italiana di Pediatria, Francesca Russo della Regione Veneto, Carlo Signorelli della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica, e Amelia Vitiello, Presidente del Comitato Nazionale contro la Meningite.

L'84% dei genitori italiani è consapevole che la meningite è una malattia grave e per questo ne ha paura. Soprattutto per il rischio di morte (39,7%) o dei gravi danni che può causare (32,8%).
Ma il 14,5% dei genitori non sa di cosa si tratta. Il 65,3% sa che la patologia si trasmette per via respiratoria e il 25,8% sa che può anche essere contratta attraverso il contatto con oggetti contaminati.
Solo il 14,7% crede erroneamente che la meningite possa essere trasmessa anche attraverso trasfusioni di sangue o tramite il contatto con aghi o siringhe infette.
È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e grazie al contributo incondizionato di Novartis Vaccines and Diagnostics (recentemente entrata a far parte del gruppo Gsk), i cui risultati vengono diffusi in occasione della Giornata mondiale contro la meningite (24 aprile).
 
In merito ai soggetti maggiormente esposti al rischio di meningite, il 64,2% dei genitori sa che si tratta dei bambini molto piccoli, ma solo il 6,5% sa che, in seconda battuta, anche gli adolescenti e i giovani tra i 15 e i 25 anni rappresentano una fascia di popolazione a rischio.
Tra i principali sintomi della meningite rintracciabili in un neonato o in un bambino, secondo i genitori il primo campanello d'allarme è la febbre (79,1%) e anche il forte mal di testa (35%).
Sono citati meno frequentemente altri sintomi come l'irrigidimento della nuca, le convulsioni, la sonnolenza, e solo il 9,4% sa che la patologia può anche presentare sintomi non specifici.
 
In merito alle conseguenze della malattia, molti genitori sanno che contrarre una forma batterica di meningite può comportare danni anche molto gravi.
Il 58% sa che la morte può essere una possibile conseguenza, così come il ritardo mentale (39,9%), il 15,3% indica paralisi e problemi motori.
La malattia ha una progressione molto rapida, gli esiti si verificano generalmente tra le 24 e le 48 ore, un'informazione che non sfugge ad oltre la metà dei rispondenti (54,5%), mentre il 21,9% pensa che la progressione della malattia sia meno rapida e che gli effetti si verifichino dopo una settimana o dieci giorni.
Il 4,2% ipotizza tempi ancora più lunghi, mentre il 19,4% non ha un'idea al riguardo.
 
Il 76,9% dei genitori ha vaccinato contro la meningite i propri figli o ha intenzione di farlo, solo il 14,1% non lo ha fatto, mentre il 9% non è a conoscenza della possibilità di vaccinare contro questa patologia.
La fonte principale dalla quale i genitori hanno ricevuto informazioni sulla meningite (48,8%) e sulla vaccinazione anti-meningococco (33,9%) è il pediatra.
Ma il 67% indica di non aver mai ricevuto informazioni sulla vaccinazione contro il meningococco B. Anzi, il 95% dei genitori è convinto che sarebbero necessarie campagne di sensibilizzazione della popolazione affinché ogni cittadino adotti le corrette misure di prevenzione contro questa patologia.
 
Più in generale, l'atteggiamento delle famiglie italiane riguardo alle vaccinazioni è ancora controverso. L'83% dei genitori si fida delle vaccinazioni, invece il 13,3% si fida poco e il 3,3% per niente.
Il 35,7% pensa che le vaccinazioni siano utili e sicure, il 32,3% è invece favorevole solo alle vaccinazioni obbligatorie e gratuite, il 25,6% decide caso per caso, il 5,3% è contrario giudicandole rischiose.
Se l'88,8% dei genitori è convinto che le vaccinazioni siano un obbligo sociale, il 62,1% pensa però che possano essere causa di malattie gravi come l'autismo.
Se il 71,8% pensa che la vaccinazione comporti sempre un rischio, l'85,6% ritiene comunque che sia importante perché previene le malattie.
Se il 73,5% pensa che i nuovi vaccini siano più sicuri perché tecnologicamente più avanzati, il 49% è perplesso sulla composizione dei vaccini e teme che possano causare la malattia.
Così oggi il 59,5% dei genitori ritiene che le vaccinazioni veramente importanti siano quelle che il Servizio sanitario nazionale definisce obbligatorie e garantisce gratuitamente, come se l'obbligatorietà e la gratuità delle vaccinazioni rappresentassero nell'immaginario collettivo indicatori di rilevanza ed efficacia del vaccino.
 
«C'è un problema di consapevolezza sulla meningite, come testimoniano le molte incertezze dei genitori sulla malattia e sui sintomi, ma anche sugli strumenti per difendersi, – ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e salute del Censis. – Il 77% dei genitori afferma di aver vaccinato o di voler vaccinare i propri figli, ma dal momento che il dato ufficiale della copertura della vaccinazione contro la meningite da Hib3 è del 94,6%, è evidente che i genitori non sono sempre consapevoli di aver vaccinato i propri figli mediante l'esavalente contro almeno una delle meningiti batteriche.
«Pochi sanno distinguere tra le diverse forme di meningite e i relativi vaccini, – ha concluso Vaccaro. – Una carenza informativa denunciata da quasi la metà dei genitori, che avrebbero voluto saperne di più sulla malattia e sulle diverse possibilità di prevenzione, e confermata dal fatto che solo un genitore su tre sa che dal 2014 esiste anche un nuovo vaccino, quello contro il meningococco B.

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