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«Tutelare anche il partimonio della Seconda Guerra Mondiale»

Il senatore del PATT Franco Panizza ha presentato un Disegno di legge specifico

Il segretario politico del PATT, sen. Franco Panizza, raccogliendo anche le segnalazioni provenienti da diverse associazioni culturali del territorio, ha presentato un disegno di legge per estendere la normativa sulla tutela del patrimonio storico, attualmente prevista solo per la Prima guerra mondiale, anche a quello della Seconda.

«Una comunità cresce - spiega il Senatore - nel momento in cui è in grado di avere uno sguardo attento alla propria storia, tutelandone i resti e la memoria. Come per la prima, anche per la seconda guerra mondiale esiste un patrimonio costituito da manufatti militari, edifici di particolare rilevanza storica, reperti mobili e cimeli, che merita d'essere preservato.
Tutto questo è ancor più vero per le nuove generazioni che non potranno più attingere alla memoria diretta dei più anziani, così come è capitato a tutti quelli nati nella seconda metà nel Novecento.
Per questo è importante intervenire subito: per fare in modo che quella memoria venga preservata e resti patrimonio di tutti con le sue pagine dolorosissime, con la Guerra Civile, con quello che è successo in Trentino e in Alto Adige/Südtirol, con la necessità di far vivere sempre forti i valori della pace, della tolleranza, dell'amicizia tra i popoli e nel rifiuto di ogni forma di totalitarismo e di razzismo.

Il disegno di legge ha esattamente questo scopo: quello di dare la giusta conservazione, valorizzazione e fruizione dei resti, essendo forse sul piano educativo forse più eloquente ed efficace di un libro di storia», sottolinea Panizza.
Sul piano strettamente tecnico-giuridico, il senatore tiene a precisare che non si sottrae nulla alla destinazione specifica che la legge n. 78 del 2001 disciplina e relativo ai reperti della Prima Guerra Mondiale.
«Semmai - conclude Panizza - vista la struttura della copertura finanziaria che si estende nell’arco di un quindicennio, si evita di disperdere e di far deperire un patrimonio che conserva la memoria storica di un popolo e che una volta salvaguardato, arricchisce il contenuto culturale del territorio sul quale insiste, oltre a costituire un richiamo non solo culturale ma anche turistico, con innegabili ricadute economiche.»

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