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La Cooperazione agricola trentina e i suoi buoni frutti

Convegno di settore per la cooperazione agricola alla sala di Cassa Centrale Banca

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Consegna omaggio a Diego Schelfi da parte del vicepresidente Luca Rigotti.
 
Dopo essere stati raccolti, i frutti della cooperazione agricola sono stati presentati, stamani, alla sala don Guetti di Cassa Centrale Banca durante il convegno di settore in preparazione dell’assemblea della Federazione del prossimo 12 giugno.
I lavori sono stati aperti da Luca Rigotti, vicepresidente della Cooperazione Trentina per il settore agricolo. Accanto a lui, Michele Girardi, responsabile di settore all’interno della Federazione.
«Il risultato espresso dai numeri è sostanzialmente positivo – ha spiegato Girardi – Risultati legati in particolare all’export in presenza di un mercato italiano tutt’altro che vivace. Questo dimostra la capacità dei nostri settori, ortofrutticolo, vitivinicolo e lattiero caseario, di trovare soluzioni efficaci e veloci anche in presenza di un’altra forte limitazione che ha caratterizzato l’annata scorsa. Ci riferiamo all’impossibilità di esportare i nostri prodotti in Russia a causa del blocco delle importazioni.»
Carlo Dellasega, direttore generale della Federazione, ha proposto un quadro sintetico e al tempo esaustivo di quanto esprime oggi il movimento cooperativo.
 
 I numeri del 2014 
La cooperazione agricola conta 87 società: 18 nel settore vitivinicolo, 32 nell’ortofrutticolo, 18 nel lattiero caseario, 2 nel comparto zootecnico, 17 sono le cooperative di servizio.
I soci conferitori sono 19 mila 853. I collaboratori sono 2848.
Nel 2014 il fatturato consolidato (cooperative agricole e società controllate) ha raggiunto 1 miliardo e trentacinque milioni di euro.
Investimenti netti: 733 milioni di euro.
Patrimonio complessivo: 384 milioni di euro.
 
 Nel dettaglio 
La presentazione è stata curata da Elena De Berardinis, Alessandro Tomasi e Michele Rosani dello staff del Settore Cooperative Agricole della Federazione.
Le cooperative dell’ortofrutticolo (6982 soci e 1409 collaboratori) hanno fatturato 412 milioni di euro.
La quantità conferita di mele è stata di 470 milioni di chilogrammi.
Liquidato ai soci (mele - media provinciale): euro 0,390 a kg (nel 2013 era di euro 0,525 a kg).
«La differenza – viene osservato - è legata ad alcune condizioni che avevano consentito di archiviare l’annata precedente con valutazioni eccellenti: nello specifico, nel 2014, problemi di ticchiolatura hanno deviato una quota maggiore di  produzione alla lavorazione industriale rispetto a quanto si era registrato dodici mesi prima.»
Mercato in forte crescita per i piccoli frutti (441 ettari coltivati, 5,4 milioni di chilogrammi prodotti).
Qui si è registrato un incremento dei consumi sia in Europa e sia negli Stati Uniti.
Risultati soddisfacenti per gli ortaggi biologici (101 ettari coltivati e 1,4 milioni di chilogrammi prodotti), per le patate (145 ettari coltivati e 3,4 milioni di chilogrammi prodotti), per il mais di Storo (250 ettari coltivati e 1 milione di chilogrammi prodotti) e anche per le susine di Dro.
L’olio di oliva del Garda (270 ettari coltivati e 870 mila di chilogrammi lavorati) è un’altra eccellenza certificata dalla Dop Garda Trentino – Denominazione di Origine Protetta e da numerosi riconoscimenti raccolti nelle principali rassegne nazionali e internazionali.
Il lattiero caseario conta 873 soci.
Fatturato: 109 milioni di euro. Liquidato soci (media provinciale): il prezzo medio provinciale del latte a grana ha raggiunto euro 0.587 a litro (rispetto a 0,629 del 2013).
Da segnalare anche l’allevamento di bovini (se ne contano 23.130), ovini, caprini, equini, conigli. I soci impegnati in questo settore sono 1167.
Meritevoli di essere evidenziati anche i dati del settore ittico legati alla trota: 27 milioni di fatturato, 45 mila quintali di trote da carne, 4 mila quintali di salmerino.
A questo si aggiunge l’ottenimento della «Igp – Indicazione Geografica Protetta Trote e Salmerino del Trentino».
Il trittico di settori si completa con il vitivinicolo.
Il fatturato consolidato dell’intero settore (comprese le società controllate) supera i 470 milioni di euro.
I soci viticoltori sono 7014.
Uva conferita: 1 milione 33 mila quintali (1 milione 50 mila quintali rispetto alla vendemmia dell’anno prima).
Liquidato ai soci: euro 86,59 a quintale di uva conferita (-6,8% rispetto al precedente di 92 euro 96 centesimi).
«Il dato potrebbe trarre in inganno e far pensare a un’annata negativa – viene spiegato. Ma non è così perché mentre la resa al quintale diminuisce del 6,8% la resa a ettaro è incrementata del 16,3% pari a un valore medio di 12 mila 828 euro rispetto agli 11 mila 031 euro dell’anno precedente.»
 
 La relazione del vicepresidente Rigotti 
Centralità del socio, export e sostenibilità.
Sono stati tre argomenti importanti trattati nella relazione del vicepresidente di settore, Luca Rigotti.
«La centralità dei soci produttori deve continuare a essere il faro che illumina il nostro agire ben consapevoli che – ha evidenziato – operiamo in un territorio di montagna dove la proprietà è estremamente frammentata e i costi molto più alti di altre realtà. La nostra organizzazione – ha aggiunto - deve essere sempre più affinata e attenta a razionalizzare i servizi e i costi, perché sotto certe soglie non è più economicamente sostenibile lavorare la terra. Siamo convinti che, la cooperazione agricola, avendo ben chiara la sua mission, saprà essere protagonista anche in futuro per il bene delle nostre comunità.»
In tema di export, Rigotti, ha evidenziato che «l’annata scorsa ha messo in luce la forza della cooperazione agricola. Le nostre aziende hanno dimostrato di essere competitive a livello internazionale e hanno elaborato sistemi virtuosi per essere capaci di reggere alle sfide dei mercati».
Altra parola chiave dell’oggi proiettato al domani è sostenibilità.
«La qualità non nasce per caso – aggiunge Rigotti – e i produttori trentini, negli anni, hanno saputo dimostrare la loro capacità di auto-organizzarsi dandosi delle regole e delle modalità di controllo che sono state poi copiate ovunque.»
 
 L’intervento di Diego Schelfi 
Bello, intenso, appassionato e molto applaudito l’intervento del presidente della Cooperazione Trentina, Diego Schelfi.
«Qualsiasi azione deve avere una visione, un sogno, una meta – ha spiegato - Il sogno del futuro appartiene a un Trentino che abbia 535 mila cooperatori perché la Cooperazione prima di essere uno strumento giuridico è un processo culturale. Anche in situazioni di crisi non abbiamo mollato ma siamo cresciuti. Noi chiediamo un impegno alle Istituzioni. La Cooperazione riconosce il valore delle persone. E’ uno strumento importante che, se gestito da persone giuste, è importante. Bisogna credere fino in fondo alla Cooperazione e difenderla a denti stretti. Insieme.»
 
 Gli ospiti 
Durante i lavori sono intervenuti Michele Dallapiccola, assessore provinciale all’agricoltura, Tiziano Mellarini, assessore provinciale alla cooperazione, il senatore Franco Panizza nella veste di segretario della Commissione Agricoltura del Senato e il consigliere provinciale Mario Tonina.
 
 La votazione per la designazione dei rappresentanti nel Cda della Federazione 
In vista del rinnovo delle cariche, che figura all’ordine del giorno dell’assemblea della Federazione.
I partecipanti al convegno di settore hanno designato i propri candidati al Consiglio di amministrazione della Federazione Trentina della Cooperazione.
Sono risultati eletti: per il settore vitivinicolo Luca Rigotti (vicepresidente uscente della Cooperazione Trentina e presidente Gruppo MezzaCorona) e Bruno Lutterotti (presidente Cantina di Toblino); per quello zootecnico caseario Ivo Zucal (presidente di Trentingrana Concast); per l’ortofrutticolo Mauro Coser (Valli Trentine) e Renato Riddo (Melinda).

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