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Sempre più persone si rivolgono ai punti di ascolto

Servizi Caritas e Fondazione Comunità Solidale, sintesi dei dati relativi al 2014

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Aumento delle persone italiane che si rivolgono ai CedAS e ai Punti di Ascolto Parrocchiali (a fronte di un numero stabile dell'utenza complessiva), incremento della precarietà abitativa (con un peggioramento delle condizioni alloggiative) e aumento di problematiche sociali, economiche e relazionali altrimenti latenti dovute alla vulnerabilità legata alla precarietà lavorativa.
Sono alcuni fra i principali indicatori che emergono dai dati 2014 dell'attività dei CedAS (Centri di Ascolti e Solidarietà della Caritas diocesana di Trento) e dei servizi di Fondazione Comunità Solidale.
Realtà attive grazie all'impegno di circa cinquanta dipendenti sull'intero territorio provinciale supportati da numerosi volontari.
 
 I servizi della Caritas diocesana di Trento 
Guardando in dettaglio ai servizi Caritas, lo scorso anno presso i 9 Centri di Ascolto e 21 Punti di Ascolto Parrocchiali (questi ultimi prevalentemente dislocati a Trento e Rovereto) sono state incontrate 3.373 persone, dato sostanzialmente in linea con il 2013.
Analizzando il dato in dettaglio, vi e un calo degli stranieri ed un aumento degli italiani, con un incremento di questi ultimi del 12% (pari a 116 persone in più, con un aumento soprattutto a Trento e a Rovereto). Complessivamente gli italiani incontrati sono 1.127 e gli stranieri sono 2.246.
L'incidenza degli italiani raggiunge il 33% sul totale dell'utenza.
Fra le prerogative degli italiani incontrati, il 41% sono donne; il 19% ha oltre i 60 anni mentre prevale, in generale, la fascia 40-49 anni.
Gli italiani che vivono in famiglia sono il 52% del totale, mentre coloro che vivono soli sono il 48%; circa il 50% degli italiani sono persone conosciute per la prima volta nel 2014.
Complessivamente, i dati relativi all'attività dei Centri di Ascolto e Solidarietà della Caritas diocesana e dei Punti di Ascolto Parrocchiali confermano la tendenza degli ultimi anni, ovvero un allargamento delle tipologie di utenti incontrati che coinvolge persone tradizionalmente estranee al disagio economico e sociale.
Nel 2014 presso i CedAS le richieste inoltrate sono quasi 21.500, con un calo del 20% legato principalmente ad un ripensamento di alcuni Centri di Ascolto e Punti di Ascolto nella distribuzione degli alimenti.
L'aiuto alimentare si colloca sempre al primo posto, ma con un forte calo rispetto al 2013 (-43%).
Ciò e dovuto al ridimensionamento di questo servizio (offerto peraltro da diverse altre realtà sul territorio) a favore della crescita di altri servizi come l’ascolto e l’accompagnamento (+15%) e i sussidi e finanziamenti economici (+57%), che consentono risposte strutturate e di progettualità andando oltre il soddisfacimento dei bisogni primari e puntando invece a percorsi di fuoriuscita dal disagio.
In tale ambito, la somma erogata nell'ambito dei progetti Credito solidale e Fondo di solidarietà ammonta a 301.747 euro.
 
 I servizi della Fondazione Comunità Solidale 
La precarietà delle condizioni abitative e fra le problematiche maggiormente riscontrate da Fondazione Comunità Solidale, ente diocesano che attraverso i propri servizi incontra sul territorio provinciale le persone con problematiche di marginalità e povertà.
Gli operatori del servizio Unità di Strada hanno incontrato 569 persone nel 2014, senza variazioni significative rispetto all'anno precedente.
Il numero delle persone in situazione di disagio potrebbe però essere più alto, vista la difficoltà a stabilire un contatto con i senza dimora che vivono in condizioni abitative sempre più precarie.
Per quanto riguarda il Centro Diurno di Rovereto, nel 2014 sono state incontrate 505 persone.
Si nota una stabilizzazione del numero degli utenti, con un lieve incremento degli stranieri (da 360 nel 2013 a 384 nel 2014).
La media delle presenze annue delle singole persone e inferiore rispetto all’anno precedente (da 28 a 21 giorni all’anno), ma si assesta sui valori del 2012.
Si segnala la presenza di nuovi servizi quali Casa Briamasco (che e passata nel 2013 da dormitorio per l’accoglienza invernale a casa di accoglienza aperta tutto l’anno) e gli appartamenti di Housing First.
Unico dato non in linea con il 2013 e quello della struttura Il Sentiero, che registra un incremento di accoglienza di persone italiane (da 16 a 25).
Presso la Casa di Accoglienza Mons. Bonomelli non vi sono variazioni complessive nei numeri di accoglienza, mentre a Rovereto (Il Portico) negli anni v'è stato un aumento progressivo di persone accolte.
Per entrambe le strutture il numero di italiani accolti e simile al 2013, mentre si registra un calo considerevole di cittadini stranieri provenienti dai paesi UE, per la maggioranza provenienti dall’Europa orientale.
Le due strutture registrano un dato in aumento di persone provenienti da Paesi terzi, per la crescita di quelle provenienti in particolare dall’Africa sub-sahariana e dall’Asia centrale.
Le persone provenienti dall’Asia centrale sono in gran parte pakistane e afgane, nazionalità particolarmente frequenti fra i richiedenti protezione internazionale.
In base all'analisi dei dati 2014, Caritas e Fondazione Comunità Solidale riscontrano che il perdurare della crisi economica determina un aumento di vulnerabilità in cui la precarietà lavorativa fa emergere problematiche sociali, economiche e relazionali altrimenti latenti.
Fra queste, i volontari dei servizi segnalano situazioni di fragilità familiare, dovute soprattutto all’aumento delle tensioni all'interno delle mura domestiche.
Cresce, sempre in base a quanto viene riscontrato dai servizi Caritas e FCS, il disagio legato al fenomeno del gioco d'azzardo, con tempi di presa in carico delle persone più lunghi.
Anche nel 2014 si nota, infine, una diffusa difficoltà nella gestione del bilancio familiare, in relazione alle minori entrate economiche e a stili di vita al di sopra delle proprie possibilità.

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