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L’energia di cui possiamo fare a meno – Di Daniela Larentis

Due parole sul «negawatt», l’unità di misura di potenza risparmiata, e alcuni consigli

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Risparmiare energia adottando tutta una serie di comportamenti atti a limitarne il consumo indiscriminato, evitando così inutili sprechi, è un dovere di tutti.
A proposito di risparmio energetico, l’unità di misura di potenza risparmiata è il «negawatt», termine coniato nel 1989 da Amory Lovins, fondatore del centro di ricerca su energia e ambiente Rocky Mountain Institute.
Nell’interessantissimo libro di Andrea Mameli intitolato «Manuale di sopravvivenza energetica» edito da Scienza Express, nel capitolo dedicato ai negawatt, a proposito di Lovins viene scritto quanto segue (pag. 114): «Lovins, nel saggio intitolato The Negawatt devolution, mette in evidenza che possiamo parlare di negawatt solo se da qualche parte esiste il quantitativo corrispondente di watt».
Riporta poi l’esempio: «Se pensate che con una lampadina compatta da 14 watt potete rimpiazzarne una a fluorescenza da 75, è come se aveste una piccola centrale elettrica da 61 negawatt.
«E sostituendo i 14 watt al posto dei 75 watt, è come se rispediste i 61 watt non utilizzati, o megawatt, alla centrale idroelettrica, oppure potete cedere l’elettricità risparmiata a qualcuno, senza dover rifare tutto da capo.
«È molto più conveniente risparmiare l’elettricità che produrla ex novo. E sostituendo dieci lampadine fluorescenti con altrettante a basso consumo l’individuo in questione risparmierebbe 610 negawatt.»
 
Molti sono i consigli riportati nella pubblicazione, fra le scelte a costo zero di Eni elencate, ne ricordiamo alcuni.
«D’inverno, riducete il riscaldamento anche solo di due gradi (da 20° a 22°) e risparmierete dal 10% al 20% dell’energia necessaria (130 euro all’anno).»
«Viene consigliato di non coprire i termosifoni con tende o mobili e di limitare, in estate, l’uso del condizionatore d’aria, riducendo al massimo la differenza di temperatura tra esterno e interno (e questo anche per non arrecare danno alla salute).»
«Mantenere gli pneumatici alla pressione corretta permetterebbe un risparmio di circa 60 euro all’anno, infatti se la pressione è inferiore al livello ottimale, come viene ribadito, i consumi di carburante aumentano a causa «della maggiore resistenza al rotolamento con conseguente spreco di energia».
Il consiglio sarebbe quello di controllare la pressione almeno una volta al mese.
 
Altri consigli riguardano per esempio gli elettrodomestici. Uno degli elettrodomestici di uso quotidiano è la lavatrice, un’invenzione straordinaria che ha letteralmente cambiato la vita delle persone.
Nessuno al giorno d’oggi, nel mondo occidentale almeno, riuscirebbe a farne a meno; si può rinunciare a quasi tutto ma non alla lavatrice, una macchina che consuma la stessa quantità di energia sia quando è piena che da vuota.
Ecco perché, spiega l’autore, è raccomandabile usarla esclusivamente a pieno carico e a temperature non troppo alte (un lavaggio a 90 gradi consumerebbe il doppio di uno a 50 gradi). Forse non tutti sanno che il programma per capi delicati consuma molta più acqua ed energia rispetto al lavaggio normale.
 
Sempre nel libro si parla dell’uso dell’aspirapolvere, un elettrodomestico al quale poche persone sanno rinunciare e di cui non si ha generalmente troppa cura.
L’autore invita a mantenere la potenza al minimo tranne quando si rende assolutamente necessario.
Dà un secondo consiglio sulla durata dell’aspirazione (pag. 46): «Il secondo consiglio riguarda la durata dell’aspirazione: può sembrare banale, ma lo spreco di energia dovuto a un itinerario non perfettamente sgombro è notevole.
«Basti pensare che per spostare la poltrona pesante servono due mani e ogni ostacolo presente sul percorso di aspirazione fa girare il motore a vuoto con conseguente inutile consumo.
«Il consiglio è semplice: riordinate gli spazi che saranno percorsi dall’aspirazione per rendere più agevole e rapida la pulizia. In altre parole, se si evita l’aspiratore errante si risparmia qualche minuto di funzionamento.»
Invita poi a mantenere l’aspirapolvere pulita, sostituendo periodicamente sacchetti, filtri e quant’altro. Utile sarebbe imparare a procedere conducendo l’aspirapolvere non troppo in fretta, evitando di muoversi a scatti, anche perché il farlo lentamente pare assicuri una maggiore pulizia.
 
Viene evidenziata da Mameli la differenza fra la potenza del motore, espressa in watt, e la reale capacità di aspirazione che si misura in watt aria.
Consiglia nell’acquisto di scegliere modelli con valori watt aria compresi fra 250 e i 400, invitando a controllare la presenza del regolatore di potenza.
Ma quanto consuma un aspiratore? A pag 47 l’autore ci spiega quanto segue: «Se consideriamo un modello da 1.800 W usato due volte alla settimana (per tutte le 4 settimane e mezzo di un mese) per due ore (sempre alla massima potenza) il calcolo è il seguente: 1,8 kW x 4,5 (settimane) x 2 h x 2 (volte alla settimana) = 32,4 kWh al mese.
«Se paghiamo l’energia elettrica 0,18 euro al kWh allora otteniamo: 5,83 euro.
«Il consumo annuale sarà quindi 5,83 euro x 12 mesi = 69,96 euro. Ovviamente se l’uso, come più probabile, è di un’ora sola basta dividere per 2.»
 
Occorrerebbe, forse, rispolverare dall’armadio la vecchia scopa, forse meno hi-tech ma sicuramente più economica: come sottolinea Andrea Mameli «l’olio di gomito è sempre il combustibile più sostenibile e meno costoso».
 
Daniela Larentis@d.larentis@ladigetto.it

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