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Brasile, terra promessa – Di Nadia Clementi

Roberto Sebastiani ci racconta il suo viaggio nelle terre degli emigrati trentini nel sud del Brasile

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Da anni l’Italia è terra d’immigrazione. Prima venivano dall’Albania sui gommoni, poi dall’ex Yugoslavia scappando da una guerra terrificante, oggi sono gli uomini e le donne dell’Africa Subshariana ad affrontare uno spaventoso viaggio attraverso il deserto e il mare per raggiungere il benessere europeo.
Troppo spesso chi insulta ed è contro gli immigrati di oggi dimentica che in passato, e nemmeno troppo lontano, eravamo noi a fuggire da un’Italia povera, in costruzione, andando a lavorare e «cercare fortuna» in Svizzera, in Olanda, in Germania e nelle Americhe.
Oggi gli italiani non partono più con la valigia di cartone e un solo vestito addosso, però si scappa ancora dal Belpaese. Fuga di cervelli, emigrazione per studio e lavoro, persone che fuggono da una vita frenetica e soffocante per raggiungere luoghi dove ritrovare ritmi più umani.
Tra le mete degli italiani in fuga il Sud America rimane tra le più ambite; è lunga la tradizione di immigrati italiani, e soprattutto trentini, in Brasile, Argentina e Venezuela, tanto che esistono vere e proprie comunità che sono nate esclusivamente da migranti trentini, lì si parla dialetto, si mangia polenta e si producono i vini delle nostre vallate.
A cavallo tra il XIX e il XX secolo il Brasile fu la seconda destinazione prescelta dagli immigrati nelle Americhe. Quasi un milione e mezzo di italiani scelsero questo paese per ricominciare una nuova vita e per la storia del vino brasiliano il loro apporto fu fondamentale.
A partire dal 1875 dalle città del Trentino iniziò un vero e proprio esodo con destinazione Serra Gaùcha all’estremo sud del paese.
 
Le colonie di italiani si stabilirono e, in quasi completo isolamento, costruirono strade e villaggi, dando vita ad una regione fino ad allora selvaggia e disabitata che oggi è tra le piú prospere del Brasile. Abituati tradizionalmente al consumo quotidiano di vino, gli italiani non tardarono a piantare le prime vigne, dapprima coltivando le varietà già presenti in loco di vitis americane, come Isabel, Bordô e Niagara, e con il passare del tempo piantando la vitis vinifera europea partendo dagli aromatici Moscati, e il Riesling Italico per poi aggiungere e gli onnipresenti internazionali Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay e Pinot Noir.
Le spiagge, la vegetazione vergine, la saudade, la samba e la travolgente voglia di vivere dei brasiliani sono alcuni degli elementi che attraggono da sempre i turisti, provenienti da tutte le parti del pianeta.
L’economia brasiliana negli ultimi anni sta vedendo una costante crescita e nonostante le contraddizioni di un ex paese del Terzo Mondo anche le condizioni di vita stanno migliorando.
Queste caratteristiche, insieme alla facilità con cui si può investire per creare nuove aziende, ha spinto molti europei a trasferirsi per tentare la fortuna.
Incredibile a dirsi ma uno dei business recenti in espansione, e in cui noi italiani siamo da sempre tra le eccellenze mondiali, è la produzione del vino.
«Il Brasile è il Paese del futuro», scriveva nel 1941 lo scrittore austriaco Stefan Zweig. Sono passati più di 70 anni e le cose non sembrano poi molto cambiate.
In Brasile si vive il presente, si coglie l´attimo. Il passato è remoto e il futuro sarà sempre migliore.
Quando non si ha nulla, o si ha molto poco, come è stato in Brasile per secoli, ci si gode il presente e si guarda al futuro con speranza.
   
 
La feijoada, piatto tipico brasilero .
 
Per condividere usanze e costumi del popolo brasiliano, lo scorso 12 giugno siamo stati invitati alla cena tipica organizzata dal Circolo Culturale Austrosabaudo presso Villa S.Ignazio a Trento. Presenti alla serata il senatore trentino Franco Panizza e la vice-presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all'Estero onlus, Giorgia Pezzi.
Tra una gustosa pietanza e l’altra, cucinata con maestria dalla signora Silvia, veniva presentata la recente esperienza di viaggio intrapresa dal trentino Roberto Sebastiani nel sud del Brasile. Con l’ausilio della video-proiezione è stata ripercorsa la storia dell’emigrazione fino ai giorni nostri.
Al termine abbiamo avuto il piacere di conoscere e approfondire l’esperienza di viaggio proposta con entusiasmo dallo stesso protagonista.
Roberto Sebastiani, è un giovane cinquantenne esperto sommelier conoscitore del mondo vinicolo locale, che a fronte di un momento critico a livello professionale e spinto dalla curiosità di esplorare mete sconosciute ha preso la valigia cercando conferme e possibili strategie di fuga verso terre lontane ma, straordinariamente, così vicine alla nostra cultura locale.
 

Cartina itinerario di viaggio.
 
Roberto perché hai deciso di partire per il Brasile?
«Spinto dalla curiosità ho deciso di partire per il Brasile in un momento sabbatico della mia vita. Volevo mettermi alla prova muovendomi in un posto nuovo e in parte diverso, dove non conoscevo nessuno e dove avrei dovuto affrontare le difficoltà ambientali e linguistiche.»
 
Cosa ti ha portato a scegliere in particolare la zona a sud del Brasile?
«Mi attirava soprattutto esplorare un Brasile diverso da quello delle cartoline, e poi conoscere da vicino la produzione di vino e spumante locale. Volevo fare una valutazione del costo della vita e delle opportunità lavorative per un eventuale nuovo immigrato appassionato enofilo e quello si è rivelato il posto giusto da scoprire»
 

Cartina del Brasile, con in basso gli stati di Santa Catarina e Rio Grande do Sul, meta del viaggio.
 
Come ti sei preparato per affrontare questa nuova esperienza?
«Sollecitato dal particolare momento della mia vita ho lasciato il lavoro per organizzare il viaggio. Inizialmente mi sono recato presso Associazione dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, di cui ora sono membro del Direttivo, per intraprendere un corso in lingua portoghese e per documentarmi riguardo i trentini emigrati e domiciliati all'estero. »
 
Come hai trovato i primi contatti?
«I primi contatti sono stati un gruppo di amici conosciuti in un precedente viaggio, Beta, Vado e Gibran figlio di una mia amica brasilera tutti residenti a Florianopolis - Santa Catarina.
«Un altro aiuto è arrivato da Melissa, un'amica conosciuta tramite Facebook, che mi ha fornito la sua tesi di laurea dedicata alla viticoltura brasiliana. Vista la mia passione per il mondo del vino mi ha indirizzato da Ivane Fàvero segretario al turismo e alla cultura della città di Garibaldi nel Rio Grande do Sul.»
 

Ivane Fàvero.
 
«Un’altra serie di contatti li ho avuti dall’Unione Famiglie Trentine e da Antonella Giordani del servizio Immigrazione della Provincia di Trento riguardanti le varie Famiglie Trentine e circoli dei Trentini nel Mondo presenti in quelle zone del Brasile.
Qualche altra segnalazione da amici che hanno parenti residenti nel sud del Brasile.»


Il Senatore Trentino Franco Panizza, il Console di Santa Catarina e Paranà Enrico Mora, il senatore e il deputato italiani eletto in Brasile Fausto Longo e Renata Bueno e la Vicepresidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero Giorgia Pezzi in occasione del Meeting delle Famiglie Trentine a Florianopolis.

In che periodo sei partito dall’Italia e con quale itinerario di viaggio?
«Sono partito il 21 gennaio quando in Brasile è piena stagione estiva.
«L’idea iniziale è stata quella di fare base sull’isola di Florianopolis dove si trova la capitale dello stato di Santa Catarina, per poi muovermi nei mesi successivi all’interno degli stati del Rio Grande do Sul e Santa Catarina.»
 
Come hai affrontato il primo mese di soggiorno nella città di Florianopolis, con quali difficoltà?
«Il primo mese è stato il più impegnativo in particolare per le difficoltà linguistiche. Nonostante mi trovassi immerso in una delle mete più ambite dai turisti, circondato da spiagge meravigliose (più di cento) e da un oceano straripante; mi sentivo straniero.»
 

L'oceano straripante a Florianopolis.
 
Ci descrivi le città visitate?
 
 Florianopolis 
«Favolosa capitale dello stato di Santa Catarina situata sull’omonima isola soprannominata anche Ilha da magia. Città di 400.000 abitanti è stata fondata nel 1726 con il nome di Nossa Senhora do Desterro (Nostra Signora degli Emigranti).
«La città è comunemente conosciuta con il nomignolo di Floripa e vanta il riconoscimento statistico di capitale brasiliana con la migliore qualità della vita e indice di sviluppo umano.
«L'isola sulla quale sorge vanta circa cento spiagge di vario tipo. Le attività principali sono turismo, servizi, università,informatica.»
 

Florianopolis - Santa Catarina.
 
 Garibaldi 
«Cittadina di 30.000 abitanti molto tranquilla situata all’interno dello stato del Rio Grande do Sul a 600 metri di altezza. Fù, con Bento Gonçalves, una delle prime mete della colonizzazione dei nostri emigrati Trentini e Veneti.
«Per la grande quantità di Vinicole presenti e per la qualità dei loro Espumantes è denominata Capital do Espumantes.
«Il nome è un omaggio al rivoluzionario italiano Giuseppe Garibaldi e alla moglie brasiliana, Anita Garibaldi, che combatterono per l'indipendenza dello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul.
«Questa città mi è rimasta nel cuore essendo stato ospitato per un mese intero dal Segretario al Turismo e alla Cultura Signora Ivane Fàvero e dalla sua bellissima famiglia. Divenne anche la base per gli altri spostamenti nello stato del Rio Grande do Sul.»


Villa Fitarelli museo etnografico all’aperto dell’imigrazione italiana, sig. Luiz Henrique Fitarelli e i componenti del Circolo Trentini nel Mondo di Garibaldi.

 Nova Trento 
«Cittadina di 11.000 abitanti fondata da oriundi trentini di Roncegno. Oggi, Nova Trento è il secondo centro di turismo religioso del Brasile in virtù dei numerosi pellegrinaggi per visitare i luoghi dove visse Santa Paolina Visintainer, anch'essa trentina di Vigolo Vattaro, considerata la prima santa brasiliana. A Nova Trento esiste anche un progetto nato in collaborazione con la nostra provincia per a produzione di formaggi denominato Trentolat.
«Lo stemma di Nova Trento è ripartito in tre parti: in alto è rappresentato un sole su un cielo blu che rappresenta il nuovo orizzonte, cioè il Brasile, per gli immigrati trentini; la parte inferiore è ripartita in due settori da un lato il bastone pastorale del Patrono di Trento, San Vigilio, e dall'altro un aratro che simboleggia la vocazione agricola del municipio.»
 

Nova Trento Santuario a Santa Paolina.
 
 Timbò 
«Immigrati tedeschi guidati da Sr. Frederico Donner, si stabilirono nell'incrocio tra il fiume Benedito e il fiume dos Cedros, venendo dalla colonia di Blumenau.
«In seguito arrivarono anche immigrati italiani e tirolesi di lingua italiana. Oggi queste etnie rappresentano circa la metà della popolazione. La grande maggioranza degli immigranti che arrivarono a Timbó erano prevalentemente originari della città di Amburgo (Germania), della zona di Trento e di Chiavenna (tra il Lago di Como e St. Moritz).
«Nella città vicina di Rodeio ha sede la Vinicola San Michele, altro progetto della provincia di Trento in collaborazione con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, da lì il nome della Vinicola. Vi si produce il Teroldego e degli spumanti metodo classico molto interessanti.»
 

Famiglia Da Rui a Benedito Novo/Timbò.
 
 Orleans 
«Città del sud dello Stato di Santa Catarina di circa 20.000 abitanti anch’essa a conduzione prevalentemente agricola.
«Il nome Orleans è stato scelto in onore del principe d'Orléans e Bragança, fondata originariamente da italiani seguiti da tedeschi, polacchi e lettoni.
«La città è anche conosciuta come Capitale della Cultura.
«In Orleans è stato registrato la seconda più alta temperatura mai tenuto in Brasile, 44,6 ° C il 6 Gennaio 1963. E’ gemellata con la nostra città di Ala.»
 

Famiglia Bianco e Joao Andreata a Orleans.
 
 Bom Retiro 
«È un comune di 9.000 anime situato a 890 metri di altitudine all’interno dello stato di Santa Catarina nella Serra Catarinense. Zona montuosa e boschiva dello stato di Santa Catarina la cui economia è tradizionalmente basata sullo sfruttamento delle risorse forestali e sull’allevamento.
«Il sistema alimentare degli abitanti di questa zona si è sempre basato sull’Araucaria angustifolia, un albero nativo simbolo della regione meridionale del Brasile e del suo seme contenuto nelle sue grosse pigne: il Pinolo di araucaria della serra Catarinense, o pinhão, presidio Slow Food.
«Si tratta di un albero secolare che può raggiungere i 40 metri di altezza e che vive 200-300 anni in media, benché alcuni esemplari arrivino fino a 500 anni di vita. Se diversi secoli fa la Serra Catarinense era completamente coperta di araucaria, da decenni nella zona si sta verificando una sistematica sostituzione di questi alberi con quelli di pino canadese (Pinus elliottii), estremamente più redditizio a causa dell’alta richiesta sul mercato del suo legname. Così, si stima che non rimanga più dell’1% delle sconfinate foreste di araucaria del Brasile meridionale.
«Nelle vicinanze c’è il punto più alto dello stato di Santa Catarina il Morro da Boa Vista, situato 1.827 metri sul livello del mare.»
 

Vigneti Irmãos Buratto a Bom Retiro.
 
Con quali mezzi ti sei spostato da una città all'altra e da chi sei stato ospitato?
«Aereo, pulman, passaggi in automobile da parte di amici. Il primo e il terzo mese avevo preso in affitto un’appartamento a Florianopolis. Il secondo mese e parte del terzo sono stato ospitato in case di discendenti italiani/trentini.»
 
Com'è il popolo Brasiliano e come vive? Ricordi qualcuno in particolare?
«Definire come unica entità il popolo brasiliano mi risulta difficile, ci sono troppe interazioni di culture e religioni che vi convivono e poi la dimensione del Brasile (come l’Europa) non permettono di identificare un tipo di brasiliano unico. Posso dire che l'impressione è quella di un insieme di persone che vive in armonia.»
 
Cosa ci racconti delle comunità Trentine, come sei stato accolto?
«Buona gente così usano dire quando si parla di discendenti italiani che vivono nel sud del Brasile. Molto curioso e il dialetto (veneto/trentino/portoghese) parlato in particolar modo dagli anziani denominato Talian, riconosciuto come uno degli idiomi del Brasile.»
 
In qualità di conoscitore del mondo vitivinicolo italiano come hai trovato il settore agricolo brasiliano rispetto a quello Trentino?
«Come tutto il Brasile le differenze possono essere enormi da un posto all’altro e da un azienda all’altra. Nel complesso comunque posso esprimere un giudizio molto positivo, si tratta un settore tecnologicamente attrezzato e con buone conoscenze di pratiche agronome e enologiche.»
 
Quali opportunità d’investimento ci sono per gli Italiani in Brasile, con quali vantaggi e con quali condizioni economiche?
«È sempre valido il classico investimento nel Turismo sulle coste. Un altro buon investimento può essere nel settore del Turismo Vitivinicolo o Enoturismo, già organizzato ma in crescita. C’è anche la buona la possibilità di far conoscere e visitare questi luoghi al turista italiano. Poi c’è il settore terziario e dei servizi, dove il Brasile è ancora giovane, oppure nelle filiere dei vari mercati.
«Gli ultimi tre stati del Brasile Paranà, Santa Catarina e Rio Grande do Sul sono gli stati più produttivi del Brasile e con maggior servizi per la popolazione. Gli indici sociali li collocano tra i migliori stati del Brasile per qualità della vita.»
 

Azienda vinicola nella Vale dos Vinhedos.
 
Alla luce di questa singolare esperienza stai progettando la fuga in Brasile? Se si con quale principale motivazione?
«La fuga in Brasile potrebbe essere un sogno verso quella semplicità che da noi sta scomparendo, un posto dove i rapporti umani sono ancora la priorità.»
 
Per chiudere descrivi in poche righe cosa ti ha lasciato nel cuore questo viaggio esplorativo nel sud del Brasile?
«L’amore, l’affetto e la disponibilità di tante persone che non mi sarei mai immaginato di conoscere.»

Vorrei ringraziare con saudade gli amici: Vado, Betta, Gibran, Betty, Jessica – Florianopolis, Joao, Ireni, Valcir, Franco e la famiglia Trentina di Florianopolis, Ivane, Cris Lee, Lucia, Romulo, Ana, Elisabetta, Gisele e tutto lo Staff Segreteria Turismo di Garibaldi Patricia, Sidi, Paola, Rodrigo, Luiz – Garibaldi e Bento Gonçalves, Monica, Angela, Magda del Circolo Trentini Nel Mondo di Garibaldi, Sandro e il Circolo Trentini nel Mondo di Bento Gonçalves, Norma, Paoletta, Harry, Oscar e tutta la Famiglia Trentina di Benedito Novo. Denize, Maria, Gan, Eluisio e tutti gli abitanti di Nova Trento.
Un grazie particolare a tutti i proprietari delle cantine vinicole e i loro lavoratori che mi hanno aperto le loro porte, raccontato i loro segreti e fatto assaggiare i loro ottimi prodotti.

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it
Roberto Sebastiani - robertoseba@alice.it

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