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Approvato il programma pluriennale per la XV Legislatura

Ricerca in Trentino: più coordinamento e maggiori ricadute positive sul territorio

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Il Trentino è una delle regioni che più ha creduto nella Ricerca come strumento per il rilancio dell’economia, come strumento per la crescita sociale e culturale della propria gente, per collocarsi nel mondo come soggetto che attira i cervelli anziché lasciarseli portar via.
Dopo una decina d’anni che gli istituti principali del Trentino (Università, Fondazione Mach e Fondazione Bruno Kessler) hanno operato sostanzialmente lavorando separatamente, è giunto il momento di dare una svolta di indirizzo all’intero sistema.
Lo avevamo auspicato da tempo e, con la delibera presentata oggi dalla Giunta provinciale di Trento, si è giunti alla decisione fondamentale che programma il futuro della ricerca in Trentino e quindi, come abbiamo detto, della gente trentina.
E, quel che conta di più,il raccordo tra la ricerca e l’innovazione, tra il sogno e la realtà
Di seguito il servizio che riporta le linee guida che la Provincia si è data per proseguire la strada segnata da Lorenzo Dellai.

«Dopo anni di investimenti crescenti alla ricerca si chiedono risultati più concreti in termini di ricadute positive sul territorio e sul sistema economico e sociale del Trentino. Serve un coordinamento maggiore tra gli enti di ricerca ed un legame più solido con il mondo produttivo.»
Così l’assessora provinciale all’università e ricerca Sara Ferrari ha commentato l’approvazione, da parte della Giunta provinciale, del programma pluriennale della ricerca per l’attuale legislatura.
«Per raggiungere questo risultato – ha detto Sara Ferrari – è necessario scegliere a priori le aree di focalizzazione e su queste mettere in rete tutti gli attori del territorio, evitando sovrapposizioni e chiarendo i diversi ruoli.
«È importante che il sistema sappia porsi in modo omogeneo e pianificato, coinvolgendo tutta la filiera della conoscenza e dell’innovazione, al fine di avere un’adeguata presenza, visibilità e massa critica nei network di ricerca nazionali e internazionali.»
 
«Dobbiamo sviluppare sul territorio – ha spiegato ancora l’assessora Ferrari – una funzione di hub per supportare l’Università degli Studi di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach ed eventuali altri enti del territorio nell’”ultimo miglio” del percorso per l’immissione sul mercato e nella società di prodotti, servizi e soluzioni, nati dalle attività di ricerca degli enti trentini, dobbiamo spingere i nostri ricercatori a lavorare con le imprese affinché siano in grado di raccogliere i loro bisogni e anche sulla base di questi sviluppare l'attività di ricerca.»
 
Il programma pluriennale della ricerca ha il compito di garantire una programmazione coordinata degli interventi in materia, individuando gli obiettivi, le linee generali di intervento, le relative priorità e i criteri di valutazione.
Viene approvato con una delibera della Giunta provinciale sentito il parere del Comitato per la ricerca e l’innovazione. E' stato presentato, attraverso diversi incontri, ai soggetti che si occupano di ricerca e di innovazione sul territorio provinciale, alle parti sociali ed economiche.
Il programma si colloca in uno scenario profondamente rinnovato, all’interno di un contesto internazionale di grande trasformazione e di crisi economica che sta mettendo in luce, sebbene in modo disomogeneo, carenze strutturali di molte economie nazionali.
Le principali trasformazioni dello scenario della ricerca e innovazione riguardano l’estensione dei soggetti e delle aree entro cui si sviluppano le attività e si strutturano le partnership pubblico-privato.
Infatti, mentre in passato si lamentava soprattutto un insufficiente investimento finanziario del settore privato nella ricerca, ora alle aziende si richiede di entrare nei network di ricerca con un ruolo diverso, più connesso all’innovazione, alla crescita delle competenze all’interno dei team e alla possibilità di sviluppare business con le scoperte scientifiche.
Un ulteriore cambiamento riguarda la rilevanza crescente degli accordi e delle collaborazioni nazionali ed internazionali, sia per coinvolgere i differenti attori della catena del valore, sia per la necessità di avere reti di ricerca diffuse e comprensive di diverse componenti: il mondo accademico e scientifico e quello dell’innovazione e della produzione.
Di conseguenza, appare sempre più chiaro che laddove un territorio o un ente deciderà di presidiare e investire su una specifica area settoriale, tali azioni dovranno essere fatte sulla base della capacità di inserirsi all’interno di queste reti grazie alle proprie competenze, investimenti e relazioni.
 
«In questo scenario di attenzione ai risultati – ha spiegato l'assessora provinciale Sara Ferrari – la ricerca di base, esplorativa e di frontiera continua ad essere centrale per gli investimenti di questo territorio anche in quanto motore di medio e lungo termine dell’innovazione.
«La ricerca di alta qualità sarà inoltre fortemente legata alla formazione ed alla capacità di attrarre talenti ed eccellenze sul territorio, anche attraverso università ed enti di ricerca che sappiano integrare la ricerca di base con quella applicata, partecipando maggiormente alle attività di valorizzazione e trasferimento di conoscenza.»
«Una realtà come il Trentino – ha detto ancora Ferrari – che in questi anni ha molto investito nella ricerca, ma che ha dimensioni ridotte, deve chiarire e focalizzare la propria visione, mettendola in relazione con le strategie di sviluppo economico del territorio.»
«Oggi, più che in passato – ha concluso l'assessora Ferrari – è necessario capitalizzare gli importanti investimenti fatti, per questo il programma pluriennale intende essere uno strumento di orientamento e di visione, che contribuisca a coordinare in modo verticale l’operato degli enti di ricerca trentini con le strategie nazionali, europee e internazionali e, in modo orizzontale, a definire il ruolo dei diversi attori pubblici e privati.
«Speciale attenzione, più che in passato, viene posta anche al rapporto con l’Euregio, con l’obiettivo di presentarsi in alcune aree di comune interesse in modo rafforzato nella competizione europea e internazionale.»
 

 
Le dimensioni strategiche su cui si focalizza il programma pluriennale della ricerca:
 
 Interconnessione con il mondo produttivo e ricadute territoriali 
Si riconosce la necessità di stabilire una più forte ed efficace connessione tra gli ambiti prioritari di ricerca trentini e il loro potenziale impatto sul contesto economico e produttivo del territorio, in questo contesto di interconnessione si inseriscono anche gli investimenti nelle grandi infrastrutture di ricerca a disposizione congiunta di imprese ed enti di ricerca (meccatronica, microsistemi, genomica) .
 
 Apertura internazionale e collaborazioni interregionali, nazionali ed europee 
La sostenibilità e il futuro del mondo della ricerca trentino non possono prescindere da un forte ancoraggio e allineamento con le principali iniziative di ricerca e sviluppo tecnologico esistenti a livello europeo e internazionale e i relativi attori.
 
 Gli attori territoriali della ricerca: sinergia, eccellenza e massa critica 
Il programma intende promuovere una razionalizzazione ed una concentrazione degli attori del sistema trentino della ricerca, riconoscendo come interlocutori prioritari del governo provinciale nell’ambito della ricerca la Fondazione Edmund Mach, la Fondazione Bruno Kessler, l’Università degli Studi di Trento e il Museo delle Scienze (MUSE), con i quali instaurare un percorso strutturato di collaborazione strategica di medio-lungo periodo, evitando sovrapposizioni e duplicazioni di attività e di investimenti infrastrutturali.
 
 Innovazione sociale 
Il governo provinciale intende continuare a connotare le proprie politiche di ricerca ed innovazione del Trentino con una forte enfasi verso l’innovazione sociale. Il rapporto tra scienza e società rappresenta infatti un nodo cruciale e in costante evoluzione nelle politiche della ricerca, laddove l’accettabilità sociale dell’avanzamento scientifico risulta essere sempre più centrale.
 
 Valorizzazione del capitale umano e dei talenti 
In linea con le più innovative esperienze formative e di collaborazione con il sistema produttivo, va sostenuta la definizione di percorsi di carriera accademica e di ricerca chiari e di prospettiva, anche in una logica di internazionalizzazione, con una forte enfasi sulla possibilità di trasferimento dalla ricerca pubblica alle imprese.
 
 Legame tra ricerca, innovazione e istruzione 
Rafforzare il trasferimento della cultura scientifica e della conoscenza nelle diverse fasi della filiera formativa, anche attraverso la costituzione di Poli fisici di specializzazione.
 
 Valutare per migliorare 
Monitoraggio continuo in modo da poter eventualmente rimodulare ambiti ed investimenti in base al raggiungimento effettivo degli obiettivi prefissati e alla realizzazione dei risultati.
 
Queste le aree prioritarie di ricerca individuate dal programma, in coerenza con la smart specialisation e con l'eccellenza scientifica sviluppata grazie agli investimenti passati:
- agrifood, sicurezza ambientale e agricoltura sostenibile;
- ambiente e clima, energia e fonti rinnovabili;
- fabbrica intelligente – meccatronica;
- salute (invecchiamento attivo e in salute, benessere e sport, neuroscienze, tecnologie per gli ambienti di vita);
- scienze umane e sociali;
- smart cities & communities (trasporti intelligenti e e-governance);
- turismo e patrimonio culturale (artistico e naturalistico).
 
Questi i domini scientifico-tecnologici trasversali rispetto alle aree:
- information and Communication Technology (prioritaria);
- biotecnologie e genomica;
- fotonica;
- materiali avanzati;
- micro-nano elettronica;
- nanotecnologie e nanoscienze;
 
La ricerca industriale sarà sostenuta attraverso due canali di finanziamento:
- risorse provinciali per la concessione di contributi anche attraverso lo strumento della compensazione fiscale; le risorse previste attualmente per il sostegno di progetti di ricerca nella legislatura sono pari a quasi 27 milioni - oltre ad una quota dei 10 milioni di euro previsti per i contributi da utilizzarsi in compensazione fiscale - destinati ad essere integrati nelle varie manovre di bilancio annuale;
- il Programma Operativo FESR 2014-2020, investendo sia su progetti di ricerca collaborativa per le imprese innovativa sia su interventi a supporto dell’innovazione delle imprese stesse. In entrambi i casi le attività dovranno essere coerenti con gli ambiti prioritari della Strategia di specializzazione intelligente.
 
 Quadro risorse 
 

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