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Arriva dal Mali la musica dell'esilio dei «Songhoy Blues»

La rassegna «Itinerari Folk» prosegue lunedì 3 agosto nel cortile interno delle Scuole Crispi

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Costretti a fuggire dal loro nativo nord del Mali a seguito dell’invasione jihadista nel 2012, i giovani musicisti di «SONGHOY BLUES» si sono rifugiati nella capitale del paese, Bamako, dove hanno incontrato il cantante e musicista britannico Damon Albarn che li ha invitati a partecipare all’album «Africa Express».
Le loro ipnotiche voci del deserto, unite ad un provocatorio e spavaldo rock-blues, con canti di gioia, di sfida, di pace e riconciliazione, hanno conquistato rapidamente il pubblico internazionale.
Il loro primo album Music in Exile (Transgressive Records 2015) è uscito lo scorso febbraio, ma la loro notorietà era già stata decretata dal clamoroso successo nel concerto alla Royal Albert Hall di Londra, confermato da altri live come la recente esibizione al Babel Med di Marsiglia e dalla copertina che la rivista inglese Songlines ha voluto loro dedicare con un ampio reportage.
Questi quattro musicisti di Timbuktu, la città del grande Ali Farka Tourè, non riproducono gli schemi già ascoltati del cosiddetto desert blues, a cui per molti versi sono strettamente legati.
Non ripercorrono nemmeno le strade di un afro blues di maniera, ma usano suoni semplici e diretti, compongono con naturalezza lasciandosi la libertà di improvvisare sempre all’interno di strutture semplici e di una ritmica forte, dinamica e precisa.
 
Una musica organizzata dentro lo schema di due chitarre, un basso e una batteria, alla quale si aggiunge qualche percussione, senza orpelli e, in una parola, essenziale.
L’album, composto da undici brani, coinvolge per l’andamento serrato e sta incontrando un grande riscontro in Europa e anche negli Stati Uniti, ma i «SONGHOY BLUES» non possono tornare a casa a suonare tra la loro gente: da quando si è insediato in Mali il gruppo fondamentalista Ansar Dine, gli ausiliari della religione islamica, la vita per i musicisti è in pericolo.
La musica è un rifugio ed è libertà perché, come sostiene Garba Tourè, «stare al mondo senza musica è come vivere in una prigione».
Il quartetto è composto da Aliou Touré (chitarra), Oumar Touré (basso), Garba Touré (voce e chitarra) e Nathaneil Dembele (batteria e percussioni).
Il concerto inizierà alle 21.00 e prevede il pagamento di un biglietto d'ingresso del costo di 5 euro (ridotto 3 € per gli under 15).
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà presso il Teatro Auditorium.

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