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Travolgente Zehetmair con i capricci di Paganini

Oggi, per I Suoni delle Dolomiti, al rifugio Vajolet nelle Dolomiti della Val di Fassa

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Un concerto fantasmagorico, pieno di energia e libertà, ha letteralmente incantato gli oltre mille spettatori saliti a piedi sin sotto le cime che fanno corona al Rifugio Vajolet nelle Dolomiti della Val di Fassa.
A interpretarlo Thomas Zehetmair che ha portato i Capricci di Paganini al festival I Suoni delle Dolomiti e dopo un'ora e mezza di concerto è stato letteralmente sommerso dagli applausi.

Sarebbe stato un concerto da ascoltare a occhi chiusi, ma è stato impossibile perché quanto proposto oggi al festival trentino di musica in quota I Suoni delle Dolomiti, è stato qualcosa da gustare con tutti i sensi.
Nell'aria rarefatta e pulita dell'alta quota sono infatti corse velocissime e libere le note dei 24 Capricci di Niccolò Paganini interpretati da Thomas Zehetmair, uno dei più acclamati violinisti della sua generazione.
Per ascoltarlo sono saliti in tanti. Oltre mille gli appassionati - giovani e meno giovani - che hanno affrontato a piedi i sentieri in salita che conducono al rifugio Vajolet nelle Dolomiti della Val di Fassa e si sono disposti in attento silenzio attorno al musicista.
Zehetmair, in piedi in una conca naturale, li ha ripagati con un'ora e mezza di musica travolgente stabilendo un feeling profondo con gli ascoltatori e con l'ambiente circostante.
 

 
Tutto è sembrato fondersi: le mille guglie di tutte le dimensioni, le fessure, le innumerevoli conche e speroni, le lame, le avancime, le immense pareti e i picchi di roccia dolomitica che finivano in un cielo cristallino si sono trasformati nello specchio materiale degli elementi fantasmagorici, delle stravaganze, delle libertà e delle altezze tecnico interpretative però sempre fuse in una musica accattivante che caratterizzano i Capricci del celebre compositore.
Architetture ardite di sostanze e materiali diversi che sono sembrate nascere insieme.
In ogni caso la grande ricchezza e l'unicità del paesaggio montano ne sono uscite amplificate dalle note create dal musicista salisburghese.
Con il violino Roger Hargrave tra le mani, Zehetmair ha proposto grandissima musica senza l'ausilio di nessuno spartito, accompagnato dagli applausi del pubblico che alla fine del ventiquattresimo Capriccio è esploso in un’autentica ovazione costringendo il violinista a ripresentarsi più volte nella conca d'erba che per un giorno s'è trasformata in palcoscenico, per accogliere i meritati applausi.
E lui non si è fatto pregare, se li è giustamente gustati ed ha anche deciso di regalare a tutti due bis e di fermarsi a parlare con gli ascoltatori.
Alla fine ha detto che «è stata una esperienza unica e davvero emozionante. E anche la musica in un contesto come questo è diversa».
Con il concerto di oggi il festival I suoni delle Dolomiti, giunto quest’anno alla 21a edizione, entra nel vivo con un agosto pieno di appuntamenti e artisti di fama internazionale che si esibiranno sugli scenari dolomitici più belli.

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