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Crali. Testimonianze futuriste: Casa d'Arte Futurista Depero

Tullio Crali: conosciuto soprattutto come futurista e aeropittore, è stato uno sperimentatoire totale – A Rovereto fino il 31 agosto

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«Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… 
«Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’Impossibile? 
«Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità»

Tullio Crali.

 

 
Conosciuto soprattutto come futurista e aeropittore, Tullio Crali è stato uno sperimentatore totale, un artista eclettico che consacrò la propria vita alle arti, dalla pittura al teatro, dall’architettura alla moda.
Attraverso l’importante nucleo di opere presenti al Mart, frutto di acquisizioni e donazioni, il Museo, che da tempo è impegnato nello studio del futurismo storico e dei suoi interpreti, offre una panoramica sulla prima fase del lavoro di Crali, legata soprattutto ai bozzetti per il teatro e la moda.
Da un lato immediata ribalta per esternazioni, proclami e declamazioni, dall’altro dispositivo scenografico, il teatro è uno degli ambiti privilegiati dai futuristi.
Allo stesso modo la moda, con i suoi figurini, enfatizza le personalità dei protagonisti e ne detta i principi stilistici, contribuendo alla rappresentazione di un mondo di simboli e messaggi.
La mostra «Crali. Testimonianze futuriste», a cura di Nicoletta Boschiero, approfondisce quindi la ricerca su uno dei protagonisti del futurismo proponendo un percorso raffinato e inedito che esplora, nel contempo, attitudini e passioni del più celebre movimento culturale italiano della prima metà del secolo scorso.
Per Crali tanto il teatro quanto la moda rappresentano esperimenti divertenti per momenti di svago, eppure contengono la realtà, la riflettono e la raccontano.
Dai bozzetti esposti in mostra, organizzati in preziosi leporelli, deriva una visione puntuale del mondo degli anni Trenta, con la crisi economica e il fantasma della guerra da un lato e le istanze di forza e rinascita dall’altro.
 

 
I preziosi documenti vengono trattati dall’autore come esercizi di stile nei quali tutto è possibile ma a volte non realizzabile, a causa dei rapidi e continui mutamenti progettuali o delle mancate risorse economiche.
I bozzetti finiscono così per conservare nel tempo una propria identità, compiuta e stabile. Come tutti i materiali effimeri, mantengono la freschezza dei progetti non realizzati e la forza delle idee potenziali, legando indissolubilmente il momento sperimentale e quello progettuale.
La parola scritta ma soprattutto declamata è, come è noto, uno dei punti di forza del movimento futurista. Il percorso di mostra è pertanto completato da due video di repertorio nei quali vengono enunciati testi del padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti: nel primo lo stesso Tullio Crali recita «La battaglia di Adrianopoli», nel secondo Carmelo Bene recita «Uccidiamo il chiaro di luna».
Se con la leggerezza dei bozzetti di moda e di teatro si prendono le distanze dal tema della guerra, a cui il Mart ha dedicato la programmazione di un intero anno, con il videomateriale d’archivio se ne sancisce ancora una volta il profondo legame.

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