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Isera: Centenario della Famiglia Cooperativa, della Cassa Rurale e della Cantina sociale

Nello stesso anno - un secolo fa - sono nate le tre cooperative. Per aiutarsi a vicenda e contribuire a costruire il futuro

Oggi, ultimo giorno di vendemmia del marzemino, Isera appare un giardino vitato di straordinaria bellezza. Per tutta la settimana sono proseguite le iniziative per ricordare tre anniversari importanti, tutti con il numero cento. Cento anni di Famiglia Cooperativa, di Cantina sociale e di Cassa Rurale. A pochi mesi di distanza, un secolo esatto fa, Isera ha fatto una scelta precisa sul proprio destino. In un momento di grande crisi, spinta dalla fame e dalla prospettiva di emigrare, la gente di Isera ha scelto di trasformare l'agricoltura di sussistenza in una economia di mercato.
Il legame è ben chiaro anche oggi, e i contadini lo sanno benone. Produzione, credito e consumo, tre momenti nei quali gli uni non riuscirebbero a vivere senza gli altri.
Cento anni fa quei piccoli coltivatori hanno fondato una cantina sociale. E per accedere al credito - indispensabile per fare impresa - hanno fondato la loro Cassa Rurale. E ancora, poiché nel passaggio da una agricoltura mista ad una specialistica era necessario fare la spesa in negozio, hanno fondato anche la Famiglia Cooperativa
L'audacia di quei pionieri ha portato buoni frutti. Lo riconoscono in molti. Primo tra questi il presidente della provincia autonoma Lorenzo Dellai, che ha aperto stamani i lavori del convegno.
«La cooperazione - ha detto - rappresenta una delle tre componenti fondamentali che danno vita ad una comunità, insieme al volontariato e alle istituzioni. La cooperazione è stata una grande scuola di democrazia e di assunzione di responsabilità. E continuerà ad esserlo se la ricordiamo ogni volta in cui si assiste al disimpegno.
«Siamo certi - ha proseguito - che continuerà così anche in futuro, introducendo insieme ai valori della coesione anche quelli del dinamismo e della capacità produttiva. Il Trentino deve capire che dobbiamo essere più veloci e dinamici.»

«Oggi vincono i territori - ha affermato invece Borzaga. - È il territorio che si sviluppa insieme alle imprese che vi operano. E' successo a Isera, ma non solo. Ormai lo sviluppo di una comunità nasce dal suo interno, ed è promosso principalmente dalle persone.»

Lo storico Andrea Leonardi ha ricordato le numerose crisi intervenute negli ultimi cento anni, sottolineando che comunque la cooperazione è sempre uscita a testa alta anche dalle situazioni più tragiche.
Altri relatori al convegno hanno sottolineato più volte che la cooperazione, proprio per la sua particolare struttura societaria, esprime meglio di qualunque altra impresa questo concetto.
Enrico Luzzati dell'Università di Torino ha esplorato la capacità delle cooperative di agire per la comunità, mentre Silvio Goglio dell'Università di Trento ha parlato del rapporto tra credito e sviluppo locale. Silvia Sacchetti dell'Università di Birmingham (Regno Unito) ha presentato le più recenti teorie sulla democrazia deliberativa.
L'assessore alla cooperazione Franco Panizza ha affermato che quella della cooperazione trentina è una storia di successo, ma non ci si può adagiare sugli allori.
«Anzi, essa può ambire ad essere da esempio, a diventare esperienza pilota anche fuori dei confini locali.»
Una provocazione raccolta dal presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi, il quale ha riaffermato la necessità di essere fermi sugli obiettivi veri e ideali della cooperazione, per valorizzare nel concreto la diversità rispetto alle imprese tradizionali.

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