Dopo 54 anni riapre l'ambasciata Usa a Cuba

È il disgelo in una vicenda storica assurdamente durata più di mezzo secolo

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La Storia ha bussato alla porta la mattina del 13 agosto 2015, quando è stata issata la bandiera americana all’ambasciata degli Stati Uniti all’Avana.
I due paesi, dopo 54 anni, tornano a dialogare. È il vero inizio del disgelo.
Alla cerimonia ha partecipato il segretario di Stato Usa John Kerry, capo della diplomazia americana. Con lui proprio i tre marines che nel 1961 avevano ammainato la bandiera per l’ultima volta.
In un discorso pronunciato in inglese e in spagnolo, certamente destinato a passare alla storia, Kerry ha anzitutto ringraziato Papa Francesco che si è personalmente adoperato affinché tra i due paesi finisse la Guerra Fredda.
«Sabemos que el camino hacia unas relaciones plenamente normales es largo, ha detto poi in lingua spagnola. – No hay nada que temer.»
[Sappiamo che il cammino per relazioni pienamente normali è lungo. Non c'è nulla da temere.]
Quindi ha invocato più diritti e una democrazia più vera a Cuba. Appello al quale ha risposto il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla.
«Stati Uniti e Cuba continueranno ad avere profonde differenze su temi quali la democrazia e i diritti umani, – ha dichiarato. – Ma l'apertura al dialogo c'è, su ogni questione.»
La televisione cubana ha trasmetto l’evento in diretta e molti erano presenti alla cerimonia.
L'assenza dei Cubani dissidenti al regime potrebbe essere considerato un segnale negativo, che le due diplomazie hanno giustificato sulla mancanza di spazio alla cerimonia.
I dissidenti sono stati per anni l’unico contatto tra USA e Cuba, ma la storia è stata più veloce della normalizzazione dei rapporti. La loro presenza era forse prematura. Poi c’è stato un incontro riservato tra le parti: Tempo al tempo.