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Raduno Lupi di Toscana: messaggio di pace ai piccoli profughi

Un migliaio di fanti italiani e austriaci ricordano i 100 anni dalla battaglia di Monte Melino nel Chiese

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Sono stati i bambini del piccolo comune di Castel Condino ad aprire - in segno di pace, speranza e fratellanza - la sfilata del migliaio di fanti italiani e Kaiserjäger austriaci giunti nella valle del Chiese da tutto il Nord Italia per il Raduno Interregionale dell’arma dedicato alla Brigata dei Lupi di Toscana e organizzato nell’ambito delle celebrazioni «100 anni dalla Grande Guerra – La Contesa del Monte Melino».
Un fatto d’armi avvenuto il 20 ottobre 1915 che portò l’esercito italiano a controllare l’obiettivo militare più strategico della valle del Chiese, posta nel Trentino occidentale al confine con la provincia di Brescia.
È stato poi il sindaco Stefano Bagozzi a motivare la presenza dei piccoli tra i militari.
«Siamo una piccola comunità [240 abitanti – NdR] che vuole lanciare un messaggio di speranza, pace e fratellanza a tutti i bambini del mondo, ai piccoli profughi che in questo momento vivono momenti di difficoltà sia per gli orrori della guerra sia per le sofferenze provate nell’essere strappati con la violenza alle loro case e alla loro terra.
«Sentimenti che noi qui nel Chiese abbiamo provato cento anni fa durante la Prima Guerra mondiale, che portò all’esilio dei suoi abitanti e al cui rientro non solo trovarono le loro case distrutte ma non riuscivano nemmeno a riconoscere la terra in cui erano nati e vissuti sino a qualche anno prima.»
 

 
La cerimonia è stata aperta dall’alzabandiera - con i vessilli d’Italia, del Trentino, di Austria e dell’Unione Europea - e quindi sono state deposte le corone d’alloro in onore ai caduti sia italiani e sia austriaci benedette dal Card.
Giovanni Battista Re. Con il presidente del C.O. sen. Ivo Tarolli vi hanno partecipato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che ha portato il saluto del presidente Grasso, il presidente nazionale dell’Associazione nazionale Fanti Antonio Beretta con il presidente provinciale Enzo Libardi, il Commissario del Governo della Provincia autonoma di Trento Francesco Squarcina, il comandante del Comando Militare dell’Esercito in Trentino AA gen. Dario Buffa, il Comandante della Regione Trentino AA della Guardia Finanza gen. Marcello Ravaioli, il Comandante provinciale dei Carabinieri col. Maurizio Graziano, il comandante dei Kaiserjäger di Jenbach Hans Pixner la signora Anne Marie Wieser rappresentante dell’associazione Croce Nera Austriaca che tiene viva la memoria dei militari austriaci caduti nei vari conflitti.
Tra i militari e i rappresentanti d’arma provenienti da Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino e Lombardia, cioè dalle regioni direttamente coinvolte dal fronte italo-austroungarico della prima Guerra Mondiale, anche quattro reduci della Seconda Guerra Mondiale citati nell’intervento di Enzo Libardi: i trentini Livio Tarolli, classe 1919 caporal maggiore del 2° Reggimento RE, e Beniamino Andreolli, classe 1924 caporale del 61° Reggimento Fanteria Trento, entrambi di Castel Condino; con i bresciani Guido Alberto Dusi di Preseglie classe 1923 del Reggimento Lupi di Toscana e il nostromo di Marina Arduino Ragnoli classe 1923 di Bione. Nel raduno del 2006 erano 22.
Il raduno è stato concluso dalla santa Messa celebrata dal Card. Re e allietata dal Coro bavarese di Hausham.
Nell’Omelia il presule ha sollecitato più vicinanza tra i popoli, come antidoto alla guerra.
«La globalizzazione ha avvicinato i Popoli - ha detto - ma non li ha resi fratelli. Occorre un maggio sentimento di Fratellanza ed anche di Solidarietà. Una bella parola, simpatica, ma messa poco in pratica.»
Il Cardinale ha quindi indicato «nella crisi delle Fede in Dio il vero problema nel nostro tempo».
 

 
Il senatore Gasparri ha ricordato come sia «doveroso rendere omaggio alle Forze Armate il cui ruolo è oggi vitale in tutto il mondo.
«Non siamo qui per celebrare una vittoria – ha aggiunto – ma per ricordare doverosamente chi cento anni fa qui combatté in condizioni drammatiche e in un ambito ambientale tremendo. Un atto di generosità che oggi è doveroso ricordare.»
L’evento ospitato nella valle del Chiese - e animato dalla fanfara Militare dell’11° Reggimento Brigata Ariete e dalla fanfara dei Bersaglieri di Orzinuovi (Brescia) - celebra l’incredibile azione del 20 ottobre 1915 quando i fanti di Toscana, che Gabriele D’annunzio poi definì I Lupi di Toscana per il loro coraggio, conquistarono lo strategico Monte Melino consentendo così ai militari italiani il controllo di tutta la valle del Chiese, da Tione al Lago d’Idro.
Dopo questa azione, destinata a congelare di fatto le posizioni sul fronte per tutto il conflitto, l’esercito italiano iniziò la costruzione di quella che venne chiamata la Muraglia per l’incredibile incredibile numero di manufatti realizzati sin sulle vette a difesa della linea del fronte, dove giunsero persino acquedotti e linee telefoniche.
In totale vi erano dispiegati 10.000 fanti italiani (delle brigate Sicilia e Toscana) e nel 1918 vi erano installate 390 mitragliatrici su un fronte di 15 chilometri ovvero un numero superiore a quello di cui tutto l’Esercito italiano disponeva all’inizio del Conflitto.
In tre anni vennero costruiti 250 chilometri di strade militari per permettere di portare in quota circa 250 cannoni con cui vennero sistematicamente colpite le linee austroungarica, che ribattevano colpo su colpo. Badoglio visitò il fronte per tre volte perche l’esercito italiano riteneva il Chiese di strategica importanza.
 

 
Il raduno è stato organizzato da un comitato presieduto dal sen. Ivo Tarolli, che riunisce Comune e associazioni di volontariato di Castel Condino, la delegazione provinciale dei Fanti, l’Ana delle Giudicarie, il Bim Chiese (presidente ing. Luca Mezzi), l’Ecomuseo e il Consorzio VisitChiese (presidente Massimo Valenti).
L’evento i 100 anni dalla Grande Guerra - La Contesa del Monte Melino è stato aperto lo scorso due agosto dal Pellegrinaggio della valle del Chiese alla Sella di Bondolo con la Santa Messa celebrata dall’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan.
Venerdì ha visto la Lectio Magistralis: Europa 2.0 al Teatro Sociale a Trento dell’ex Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio (al primo intervento pubblico post incarico), con gli interventi del direttore della Federazione Trentina della Cooperazione Carlo Dellasega e del presidente della Camera di Commercio di Bolzano Michael Ebner.
Sabato pomeriggio sono stati il direttore del Dolomiten Toni Ebner, il direttore del Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e il ricercatore storico Vittorino Tarolli a parlare a Castel Condino su Le ragioni del Conflitto e la ricaduta sulla Valle del Chiese.
A chiudere il ricco calendario della manifestazione sarà la Conferenza Condizioni e strumenti per una cultura di Pace con Mons. Luis Romera, studioso spagnolo e Rettore delle 12 Università Pontificie, prevista nuovamente a Castel Condino il 30 ottobre.

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