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D.D.L. sulla concorrenza: «urgente intervento su Parity rate»

Gli alberghi chiedono di poter fare gli sconti come fanno i portali di prenotazioine

Alla vigilia delle votazioni in Aula alla Camera sul disegno di legge per la concorrenza ed il mercato, Federalberghi chiede che l'Italia provveda celermente a eliminare le clausole che impediscono agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali di prenotazione.
Alla vigilia delle votazioni in Aula alla Camera sul disegno di legge per la concorrenza ed il mercato, Federalberghi chiede che l'Italia provveda celermente ad eliminare le clausole che impediscono agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali di prenotazione.
«Per una camera d'albergo venduta su un portale a 100 euro – spiega il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara – il cliente paga 100 e l'albergo riceve 80.
«Se l'albergo potesse mettere in vendita la stessa camera sul proprio sito a 90 euro, il cliente pagherebbe 90 e l'albergo incasserebbe 90: entrambi guadagnerebbero 10 euro.»
 
«Oggi questi sconti sono vietati a tutto vantaggio dei grandi portali – evidenzia Nucara - che drenano ingenti risorse su cui non pagano le tasse in Italia, neanche nel caso di un cliente italiano che prenota un albergo italiano.
«L’intervento del legislatore si rende indispensabile ed urgente a causa del peso schiacciante dei grandi portali. Basti considerare il fatturato consolidato del gruppo Priceline (che gestisce il sito Booking.com ed altri sistemi di prenotazione) che è superiore a 39 miliardi di euro all'anno, mentre le 33mila aziende alberghiere italiane fatturano nel complesso circa 19 miliardi di euro.
«In altri termini, Booking.com è 68.000 volte più grande dell'albergo con il quale si confronta, che quindi non dispone di nessun potere negoziale.»
 
«Le nostre preoccupazioni – dice Nucara – sono aggravate dalla lettura di un recentissimo rapporto dello Sportello Europeo dei Consumatori, il quale conferma che l'intervento dell'Autorità Antitrust è risultato insufficiente, e pertanto i portali possono continuare ad influenzare negativamente la concorrenza, stabilendo un prezzo sotto al quale non è possibile andare.»
Una legge analoga a quella che si chiede di approvare in Italia è in vigore in Francia dal 6 agosto di quest'anno. Anche in Germania vigono le medesime regole, in seguito ad una decisione dell'Autorità Antritrust, adottata nel dicembre 2013.
«Ciò significa – conclude Nucara – che oggi il sistema turistico italiano si trova in condizione di grave svantaggio rispetto a due dei principali mercati concorrenti.
«Chiediamo quindi che Governo e Parlamento provvedano con urgenza a colmare questa differenza, a tutela dei consumatori e delle imprese e di un settore che genera oltre il dieci per cento del PIL e dà lavoro a due milioni di italiani.»

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