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Pippo Civati non ce l’ha fatta, niente referendum

L’obbiettivo delle 500mila firme si è fermato a 300mila: la gente crede nelle riforme – Soddisfazione a Trento per i risultati

Pippo Civati non ce l’ha fatta. I referendum promossi non hanno raggiunto le 500mila firme, si sono fermati a 300.000.
Il risultato era abbastanza scontato, non tanto perché non è stato aiutato, quanto perché la gente crede nelle riforme. Meglio una riforma cattiva che una riforma non fatta.
Gli otto referendum sono stati motivo di divisione ma anche di discussione.
Lo dimostra la formazione del suo movimento che ha trovato sostenitori un po’ dappertutto.
In tal senso riportiamo il comunicato diramato da «Trentino Possibile», la formazione creata a sostegno di Civati.

Noi ci abbiamo provato a restituire sovranità ai cittadini, convinti fosse indispensabile e necessario lasciare alla sovranità popolare l’ultima parola su temi così importanti per noi tutti come la democrazia, il lavoro, la scuola e l’ambiente.
Temi che sono oggetto di interventi sostanziali da parte del Governo – peraltro il terzo non legittimato dal voto dei cittadini.
Ci abbiamo provato nonostante il silenzio mediatico e, spesso, nell’indifferenza di coloro che avrebbero potuto (dovuto?) collaborare.
Ci abbiamo provato perché per fermare concretamente alcuni provvedimenti di questo governo era indispensabile ricorrere allo strumento di iniziativa popolare più potente previsto dalla nostra Costituzione: il referendum.
Tutto questo mentre a Roma le larghissime e singolarissime intese si concretizzano in una riforma Costituzionale che allontanerà ancor di più i cittadini dagli eletti.
In Trentino il Comitato Possibile dunque stila un bilancio dell’iniziativa referendaria lanciata a fine luglio e conclusasi qualche giorno fa.
 
A livello nazionale l’obiettivo lo abbiamo mancato. Di firme ne abbiamo raccolte solo 300mila e ne servivano 500mila.
Non abbiamo fatto il numero, ma sicuramente abbiamo fatto Politica.
In Trentino un grande obiettivo è stato raggiunto, non tanto per le 2.250 firme (moltiplicate x 8 naturalmente, dato che i quesiti tanti erano), ma per l’altissima valenza del confronto democratico che abbiamo fermamente voluto instaurare con i cittadini, ponendoli al centro di scelte importanti.
Il risultato può peraltro dirsi eccezionale, considerando che mediamente la percentuale di firme non certificate oscilla tra il 10 e il 20 percento.
Un risultato frutto di un lavoro immenso da parte di tanti ragazzi e ragazze, della serietà e del rigore con cui abbiamo affrontato questa sfida.
Siamo stati nelle strade e nelle piazze per oltre un mese, a parlare con le persone confrontandoci sui temi, non per chiedere il voto per qualcuno. Ore e ore ai banchetti per conquistare una firma e per farla la sinistra democratica.
Farla, non raccontarla.
Una mobilitazione importante, un dialogo quotidiano.
Questo abbiamo fatto. Abbiamo parlato con più di 2.000 cittadini, ritrovando il senso di una buona Politica. E abbiamo compreso sul campo che questa nuova Politica è possibile.
 
E adesso? Adesso ricominciamo da tre, andiamo avanti guardando al nostro futuro politico, che tracceremo insieme a tutti coloro che lo vorranno, a partire da chi ha creduto nella nostra iniziativa e ha contribuito a realizzarla.
 
Appuntamenti di lunedì 5 ottobre.
Per ringraziare chi ci ha aiutato, i tanti che hanno creduto nel valore dell'iniziativa referendaria e hanno sottoscritto i quesiti - o avrebbero voluto farlo, ma non siamo riusciti a raggiungerli in tempo abbiamo organizzato 2 appuntamenti a Trento:
- dalle 14:00 alle 16:00 al Bar Duomo (Via Verdi)
- dalle 18:00 alle 20:00 a le Fil Vert (via degli Orbi - accanto alla Chiesa di San Pietro).
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