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Il pasticcio dell’intervista rilasciata da Don Gino Flaim a La7

Dalle sue parole emerge che il problema ricorra spesso nel suo confessionale – Il filmato dell’intervista

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La nostra impressione, ad ascoltare l’intervista rilasciata dal collaboratore pastorale di S. Pio X Don Gino Flaim a La7, è che il prete si sia incartato, esprimendosi sulla base di esperienze dirette, che poi ha dovuto estendere a concetti generali sui quali non era preparato.
L’intervista è caricata su youtube e noi l’abbiamo messa a disposizione a pié di pagina. Basta cliccare l’immagine per avviarla.
«Il problema dell’omosessualità nella Chiesa, – domanda la giornalista. – E' un problema reale? C’è?
«Mah, – risponde Don Gino. – Io… La pedofilia posso capirla. L’omosessualità non lo so.»
Ovviamente sono parole molto pesanti, perché stanno a indicare che il sacerdote conosce bene la pedofilia – molto probabilmente per via del confessionale – mentre non è in grado di valutare l’omosessualità.
 
In altre parole, la gravità sta nel fatto che il prete conosce bene il problema della pedofilia, cioè esiste e lo conosce bene. E lo conosce per voce degli adulti (non dei bambini) che si sono rivolti a lui.
«Io ho fatto tanta scuola e conosco i bambini, – continua Don Flaim. – Ci sono tanti bambini che sono soli, che cercano affetto, perché non ce l’hanno in casa. E magari, se trovano qualche prete… può anche cedere, insomma. E lo capisco questo.»
Triste il fatto che alla lunga si sia trovato a giustificare in un certo qual modo la debolezza dimostrata dagli adulti «che non sanno dire di no». Adulti che perlopiù sono dei preti, dato che nel suo esempio ha parlato esplicitamente dei suoi colleghi.
Definisce «peccato» la pedofilia, ma per non stigmatizzare troppo la parola la estende un po’ a tutti i vizi sessuali. E qui la giornalista lo trascina dove vuole.
Insomma, secondo noi in questa terribile intervista emerge sostanzialmente un antico vizio culturalmente radicato che credevamo di aver cancellato per sempre con l'emancipazione degli ultimi decenni.
 
Ovviamente il vescovo ha sospeso immediatamente don Gino Flaim, con la revoca degli incarichi e - da notare - con divieto di parlare in pubblico. Cioè di pronunciare prediche.
Come dire che l’intervistato ha le idee piuttosto confuse e non è in grado di esprimerle in maniera compiuta. Certamente ha bisogno di sostegno psicologico, mentre la Curia ha bisogno di cancellare l'episodio.
Una «confessione» - ci si passi il termine - che sta a indicare tutta una serie di problematiche che forse vanno affrontate all’origine proprio dalla Chiesa.
Il sesso lo si cerca naturalmente con chi ci sta attorno. E se chi ti sta attorno non può essere una donna, nascono i guai. Questo è nella condizione umana e in questo caso, a nostro parere, indebolita dall’obbligo di celibato.
A questo punto recuperiamo la vicenda del teologo in Vaticano che ha dichiarato la sua omosessualità. Nessun problema, dato che così si nasce, ma il voto di celibato vale anche per l’omosessualità. E lui non lo ha mantenuto.
Ed è questo vincolo, davvero singolare, che la Chiesa deve rivedere con una certa urgenza.
 
GdM


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