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Sicurezza urbana «predittiva»: bilancio del Progetto eSecurity

Presentati oggi a Trento i risultati finali del progetto «eSecurity», frutto della collaborazione tra Università di Trento, Questura, FBK e Comune di Trento

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Un sistema informativo georiferito, operativo e facile da gestire per forze di polizia e amministrazioni locali, applicabile in ogni realtà cittadina per migliorare le attività di gestione della sicurezza urbana e della prevenzione della criminalità. eSecurity, il progetto europeo che si è concluso oggi con la presentazione dei risultati alla Facoltà di Giurisprudenza, non è un semplice sistema di integrazione e di rappresentazione avanzata di dati.
Aiuta piuttosto a comprendere, prevedere e valutare alcuni fattori come l’insicurezza dei cittadini, il disordine nella città, con riferimento allo spazio e al tempo e ad anticipare i reati.
Modulabile e adattabile alle varie esigenze, permette, ad esempio di individuare le aree della città in cui si concentrano i reati, osservare se vi siano discrepanze tra la sicurezza percepita dai cittadini con la criminalità reale e la presenza di disordine urbano in un luogo.
Oppure di capire in che modo l’illuminazione urbana possa influenzare i tassi di criminalità di un quartiere o se possano essere previste le future concentrazioni di criminalità nelle diverse circoscrizioni cittadine.
 
L’idea alla base del progetto è stata testata in via sperimentale per la prima volta nel comune di Trento nell’ambito del progetto europeo «eSecurity – ICT for knowledge-based and predictive urban security», coordinato dal gruppo ricerca eCrime della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento in collaborazione con Questura di Trento, Fondazione Bruno Kessler (FBK) e Comune di Trento.
Il progetto, che è durato 36 mesi, da novembre 2012 a novembre 2015, è stato co-finanziato dalla Commissione europea con circa 400mila euro (valore complessivo: 448.660 euro, con un co-finanziamento di FBK), nell’ambito del programma ISEC 2011 «Prevention of and Fight against Crime» della Direzione Generale Migrazione e Affari Interni.
«eSecurity» si basa sull’idea che la gestione aggregata ed intelligente dei dati all’interno di una «smart city» possa aiutare a conoscere le criticità del territorio in termini di criminalità e di sicurezza urbana, a intervenire e trovare soluzioni, a valutare le soluzioni adottate.
Il sistema può essere applicato in ogni contesto urbano incrociando dati provenienti da fonti anche molto diverse da quelle di polizia e mettendo a lavorare insieme competenze criminologiche, informatiche, statistiche spaziali e predittive attraverso un sistema informativo intelligente.
 
Il progetto, che ha visto la città di Trento come laboratorio sperimentale, ha avuto lo scopo di elaborare uno strumento ICT innovativo e georiferito (prototipo) di raccolta dati sul crimine, i livelli di insicurezza percepita dai cittadini e il disordine urbano, finalizzato alla predizione e alla prevenzione della criminalità e alla gestione della sicurezza a tutto tondo, per assistere le autorità di polizia e i decisori politici.
Le informazioni su vittimizzazione, percezione dell’insicurezza, disordine urbano fisico e sociale e altre variabili socio-demografiche e ambientali (ad esempio, arredo urbano, illuminazione, clima) georiferite, se lette in combinazione con i dati di polizia, possono offrire conoscenza utile e evidenziare regole predittive in materia di sicurezza oggettiva e soggettiva, a supporto dell’azione di forze dell'ordine e amministratori locali nella città.
 

 
 La conferenza 
Dopo il saluto del rettore dell’Università di Trento Paolo Collini e del preside vicario della Facoltà di Giurisprudenza Fulvio Cortese, a illustrare oggi a Giurisprudenza i risultati del progetto sono stati oggi Andrea Di Nicola e Giuseppe Espa, rispettivamente coordinatore scientifico e vice-coordinatore scientifico di eCrime e del progetto eSecurity, insieme a Cesare Furlanello, responsabile dell'Unità modelli predittivi per la biomedicina e l'ambiente di FBK, e a Salvatore Ascione (foto seguente), vice-questore aggiunto e dirigente della Squadra mobile di Trento.
«Non abbiamo creato delle mappe di rischio statiche, abbiamo costruito un sistema esperto, dinamico, automatico, per la sicurezza urbana. Per questo – commenta il coordinatore scientifico della ricerca e di eCrime Andrea Di Nicola (foto a pié di pagina) – eSecurity è un progetto unico a livello nazionale e internazionale ed è in questa direzione che va il futuro della sicurezza urbana.
«È una piattaforma informatica innovativa che aiuta le forze di polizia e gli enti locali a garantire la sicurezza sul territorio, massimizzando le risorse a disposizione. Permette di prevenire la criminalità e il disordine urbano in modo efficiente, riducendo i livelli di insicurezza della comunità e rendendo più incisiva l’azione nel settore della sicurezza urbana.
«L’incontro tra criminologia, scienza dell’informazione, forze dell’ordine ed enti locali ha dato vita a nuovi metodi e tecniche di prevenzione dei reati per la garanzia della sicurezza dei cittadini. Dalla polizia predittiva, già sperimentata in contesto anglosassone, si passa alla predictive urban security, allo scopo di porre in essere una più efficace attività di prevenzione e riduzione dei reati, del disordine e dell’insicurezza percepita dai cittadini attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie ICT.»
 
Il test condotto sulla la città di Trento non sarà però un punto d’arrivo per il progetto. La possibilità di lavorare su un ricco patrimonio informativo e sull’integrazione di dati da varie fonti per promuovere la sicurezza urbana ha permesso alle forze di polizia, ai ricercatori e agli amministrazione locali di sviluppare un modello di collaborazione fruttuoso, triangolare.
Un valore aggiunto che ora si cerca di proporre come modello a livello nazionale e internazionale.
«Passando dal test all’uso operativo – spiega Di Nicola – a seconda dei contesti, le fonti di dati che potrebbero confluire nel database di eSecurity potrebbero ulteriormente arricchirsi e le potenzialità del sistema potrebbero essere utilizzate a pieno con un trasferimento in tempo reale di flussi informativi verso il sistema.
«Nuovi flussi informativi potrebbero poi arrivare direttamente dai cittadini, attraverso lo sviluppo di applicazioni per una sicurezza (urbana) social (eSecurity.App), dedicate e connesse al sistema informativo. Questa per noi è la seconda fase del progetto eSecurity. E inizia da domani.»
 
La mattinata è proseguita con la sessione dedicata a «La prospettiva della Polizia di Stato», con l’intervento del questore di Trento Massimo D’Ambrosio (foto di copertina) e del direttore del Servizio Controllo del Territorio del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, Maurizio Vallone.
La sessione «La prospettiva degli amministratori locali», ha visto invece come protagonisti il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, l’assessore alla coesione territoriale della Provincia autonoma di Trento Carlo Daldoss, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin e il sindaco di Verona Flavio Tosi.
La sessione è stata moderata dal direttore del quotidiano «Trentino – Il Corriere delle Alpi» Alberto Faustini e dal direttore del Center for Information Technology di FBK Paolo Traverso, in qualità di discussant.
 

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