Poker: Il «bluff al buio» delle tasse non dovute
Tasse che l'Agenzia delle Entrate voleva incassare sulle vincite al gioco le cui tasse erano già pagate alla fonte
Non abbiamo scelto il termie bluff al buio a caso per il titolo di questo articolo che vuole raccontare di una di quelle vicende all'italiana che coinvolge l'Agenzia delle Entrate e i giocatori di poker italiani che sono stati coinvolti in una situazione davvero incredibile e che ha portato a cause durate anni, dalle quali il fisco italiano ne è uscito male e con esso ovviamente anche le tasche di tutti i cittadini italiani.
Tra il 2008 e il 2010 in Italia è scoppiata la febbre del Texas Hold'em, la famosa variante di poker all'americana.
La diffusione in Italia di questo gioco è avvenuta per merito della legalizzazione del gioco online e dei vari format televisivi ad esso dedicati.
Questo ha portato molti italiani ad appassionarsi a questo gioco oltre che a partecipare a tornei dal vivo nei casinò italiani e non solo.
Passa poco tempo e centinaia di giocatori italiani ricevono a casa una lettera dell'ADE che chiede loro di pagare le tasse sulle vincite conseguite all'estero.
Il conteggio è molto salato ed in alcuni casi supera addirittura il valore delle vincite.
La cosa più grave, che ha poi fatto scatenare una vera e propria battaglia tra pokeristi e fisco italiano, riguarda il luogo in cui sono state conseguite le vincite.
La maggior parte dei premi conquistati all'estero sono infatti state incassati in Europa.
Secondo le norme europee le vincite già tassate nel paese di origine non possono essere nuovamente tassate da un altro paese comunitario ed ecco che subito i giocatori si rivolgono a dei legali per contestare l'ingiusta richiesta.
Al fisco la cosa non piace e rigetta le richieste di annullamento dei giocatori pretendendo la loro parte.
Inizia così una vera e propria class action e la controversia arriva fino alla corte europea di Bruxelles che dà ragione ai giocatori. Ma la resa delle istituzioni italiane tarda ancora ad arrivare, fino a quando uno ad uno tutti i giocatori riescono a vincere il ricorso, liberandosi di un fardello davvero pesante, visto che in alcuni casi la richiesta economica fatta dall'ADE superava il totale delle vincite conseguite in carriera dal giocatore.
Al momento alcuni giocatori stanno ancora aspettando gli esiti dei ricorsi, anche se è ormai abbastanza facile intuire quale sarà l'esito finale.
Tutto questo pasticcio all'italiana ha avuto dei costi non indifferenti: indagini, processi, ricorsi, ecc... e come sempre tutte queste spese vanno a ricadere sulla collettività, che si troverà a pagare qualcosa che si sarebbe potuto evitare.
Una delle ultime dimostrazioni è la storia di Carlo Braccini, ex portacolori del team pro di Lottomatica, riportata dal portale Casino-Live dove il giocatore racconta della sua battaglia con il fisco e di come la sentenza finale lo abbia scagionato dal pagare tasse sulle vincite realizzate in Europa.
In questo caso i veri giocatori d'azzardo non sono stati i pokeristi, ma coloro che hanno deciso di mettere in piedi questa azione senza valutare prima con attenzione se avesse una base concreta o meno e alla fine a rimetterci ancora una volta sono stati i cittadini.
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