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Crescita costante della spumantistica Trentodoc

Successo di Riserva e Millesimato ed export a quota 20% – Ecco i dati dell’Istituto

I dati del triennio (2012-2014) confermano la crescita della Spumantistica TRENTODOC (+ 6% crescita media) arrivando a 7 milioni di bottiglie vendute per un valore totale di circa 70 milioni di euro.
Il numero di bottiglie tirate nel 2014 dalle case spumantistiche è di 8,5 milioni.
Da evidenziare come la crescita di Riserve e Millesimati (+13%) sia nettamente superiore alla media, ad ulteriore dimostrazione di come il mercato riconosca e premi la qualità Trentodoc.
Le esportazioni corrispondono a circa il 20% del venduto, con l’Europa che rappresenta circa il 10% e America del Nord, Canada, Asia e Oceania con il restante 10%.
«I numeri confermano la coerenza del nostro percorso, l’attenzione alla qualità, ed il valore di un territorio unico e straordinariamente vocato, – Dichiara Enrico Zanoni, Presidente dell’Istituto Trento Doc. – Gli ampi spazi di crescita sia della notorietà che della distribuzione dei prodotti, sono sicuri indicatori di ulteriori scenari di sviluppo.»
L’Istituto Trento DOC è stato fondato nel 1984. La creazione del marchio collettivo territoriale Trentodoc risale al 2007. Oggi sono 43 le case spumantistiche associate.
 

 
 Trentodoc, bollicine di montagna 
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità.  Da allora molti lo seguirono, fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata Trento nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico. Trentodoc oggi unisce 43 produttori, è una realtà in costante crescita e ogni casa spumantistica persegue la sua personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità.
Le viti adatte a diventare Trentodoc, prevalentemente coltivate a pergola trentina, crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima caratterizzato da notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; uva che conferisce al vino i tratti distintivi dell’eleganza, della freschezza e della persistenza. 
Trentodoc può fregiarsi oggi di una carta di identità che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio, frutto di una ricerca della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il MIPAAF e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
La qualità Trentodoc bollicine di montagna è affidata al disciplinare di produzione, che fissa canoni e controlli lungo tutta la filiera. Le uve dalle quali si ottiene sono Chardonnay, il cui vitigno è uno dei più coltivati in provincia (circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, Pinot bianco e Pinot meunier. La vendemmia è svolta manualmente e il vino base è affidato a una lenta maturazione in bottiglia, che varia da un minimo di 15 mesi ai 36 per la riserva, ma arriva fino a 10 anni sui lieviti per i Trentodoc più raffinati ed evoluti.
Il marchio collettivo Trentodoc nasce nel giugno del 2007, al termine di un percorso che ha coinvolto rappresentati del mondo produttivo, delle istituzioni (in primis la Provincia Autonoma di Trento e Trentino Marketing) e la Camera di Commercio di Trento. Le due «O» contenute nel marchio, vogliono simboleggiare il gesto del remuage, tipico del metodo classico.
Ad occuparsi della promozione del marchio è l’Istituto Trento Doc, fondato nel 1984, che rappresenta oggi 43 case spumantistiche trentine.

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