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Lutto nel mondo della musica: è morto David Bowie

Aveva 69 anni ed è stato uno dei più grandi cantautori e compositori contemporanei, attraverso cinque decenni di musica rock

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David Bowie è morto ieri a Londra, dove era nato l’8 gennaio 1947. Il suo vero nome era David Robert Jones.
È stato uno più grandi artisti musicali del mondo contemporaneo, cantautore, polistrumentista, attore e compositore.
Attivo dalla metà degli anni sessanta, Bowie ha attraversato cinque decenni di musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il «Duca Bianco»).
Dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato molti artisti.
Come attore, dopo alcune piccole apparizioni, ha avuto un ottimo successo nel 1976 come protagonista del film di fantascienza «L'uomo che cadde sulla Terra» di Nicolas Roeg.
Tra le sue interpretazioni più note si ricordano «Furyo (Merry» Christmas Mr. Lawrence) di Nagisa Oshima del 1983, «Absolute Beginners» e «Labyrinth» del 1986, e «Basquiat» di Julian Schnabel del 1996, nel quale interpreta il ruolo di Andy Warhol.
 
David Bowie si era sposato una prima volta con Mary Angela Barnett, dalla quale aveva avuto il Duncan Zowie Haywood. Si era poi risposato 1992 con la top model somala Iman Mohamed Abdulmajid, dalla quale aveva avuto Alexandria Zahra nel 2000. Aveva anche Zulekha, nata dal precedente matrimonio di Iman.
Nel 2008 è stato inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e tra le sue migliori tracce vocali ci sono «Life on Mars?», «Space Oddity», «Starman» e «Heroes».
Nel 2007 è indicato dalla rivista Forbes come il quarto cantante più ricco del mondo.
 
Al ritmo di un disco all'anno, Bowie per parecchi anni nel bene e nel male non si è mai limitato a creare un «marchio Bowie» uguale a se stesso e rassicurante: dalle nostalgie beat con «Pin Ups», agli incubi orwelliani di «Diamond Dogs», al «R&B bianco» con Station to Station e «Young Americans», all'electro pop intellettuale che, secondo molti critici, costituirà la fase più creativa della sua carriera fra il 1977 e il 1979, con la cosiddetta «trilogia berlinese» di Low, «Heroes» e Lodger, album in realtà (salvo il secondo) realizzati solo parzialmente a Berlino, ma comunque fortemente influenzati dalle contaminazioni tra rock ed elettronica di cui erano maestri i Kraftwerk e i Neu!, gruppi entrambi tedeschi.
Decisivo l'incontro con Brian Eno, altro reduce dal glam rock dei primi settanta con i Roxy Music del dandy Bryan Ferry.
Altrettanto decisivo un successo ormai consolidato che permette all'artista di sperimentare soluzioni nuove senza inseguire il riscontro commerciale.
Nel frattempo il personaggio non è più l'androgino «Ziggy Stardust» ma un «thin white duke» (sottile duca bianco) dalle inquietanti suggestioni androgine sotto uno stile musicale esteriormente sempre più virile, colto, e raffinato.
David è morto ieri dopo 18 mesi di lotta contro il cancro.
 
Si ringrazia Wikipedia per le lotizie che abbiamo attinto.
 

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