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Fusione Rurali Trento e Aldeno Cadine in un'unica banca

La nuova Cassa Rurale di Trento potrà contare su una raccolta di 2,7 miliardi e impieghi per 1,5. Con quasi 18mila soci e un patrimonio di 217 milioni

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Dobbiamo dire che insieme alla decisione di procedere alla fusione delle due case rurali della città di Trento abbiamo ricevuto un comunicato del Comitato contrario alla fusione dei due istituti.
Ma siamo certi che la strada sia inevitabile, non solo perché il Governo lo pretende, ma soprattutto perché i tempi per il gran passo sono maturi.
Se trent’anni fa ci si vantava che quasi ogni paese trentino aveva la sua Cassa rurale, ora ci si deve mettere in testa che è necessario un nuovo rilancio per garantire comunque un presidio territoriale.
 
Due realtà bancarie molto importanti sulla piazza del capoluogo come la Cassa Rurale di Trento e quella di Aldeno Cadine si uniscono per formare la più grande Rurale del Trentino.
Gli amministratori dei due istituti di credito hanno approvato il progetto di fusione avendo cura che sia salvaguardato il patrimonio non solo economico e finanziario, ma i valori della cooperazione. Il progetto è ora al vaglio della Banca d’Italia, ad aprile le assemblee dei soci chiamati ad approvarlo.
 
 La nuova Cassa diventerà operativa dal primo luglio prossimo 
Una fusione che ha ricevuto il consenso anche dai sindaci dei comuni interessati, Alessandro Andreatta primo cittadino di Trento, Nicola Fioretti di Aldeno, Damiano Bisesti di Cimone e Valerio Linardi di Garniga Terme.
I quattro sindaci hanno ricevuto assicurazioni dai presidenti della Rurale di Trento Giorgio Fracalossi e della Cassa di Aldeno e Cadine Luigi Baldo che nulla cambierà nei rapporti con le comunità interessate.
Sulle ricadute occupazionali derivanti dall'eventuale razionalizzazione di alcuni sportelli (dove sono presenti entrambi gli istituti), Fracalossi ha garantito che eventuali dipendenti in esubero saranno accompagnati in maniera "soft" alla pensione, e che nessuno dovrà temere per il proprio posto di lavoro.
 
 Migliorerà la qualità dei servizi a soci e clienti 
L’aggregazione porterà alla valorizzazione reciproca del patrimonio ultracentenario delle due Rurali, consolidando un legame forte con il territorio, a beneficio dei soci, della collettività e del mondo dell’associazionismo.
Insieme, le due Rurali hanno restituito nel 2015 alla comunità 2,7 milioni di euro, fra iniziative di solidarietà, cultura, sport e vantaggi per i soci.
Una attenzione al territorio che proseguirà e sarà ulteriormente rafforzata anche in futuro.
Avrà una struttura organizzativa più forte per favorire guadagni di efficienza ed importanti economie di scala nell’ambito dei costi generali e consentire un ulteriore salto di qualità nell’offerta di prodotti e servizi a soci e clienti, con un approccio più competitivo di quello che oggi possono realizzare le due Casse Rurali singolarmente considerate.
 
 Perché la fusione 
Il sistema bancario è da qualche tempo interessato da fenomeni che ne stanno profondamente cambiando l’assetto e i compiti.
Basti pensare alle nuove opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, all’entrata in vigore di normative ad elevato impatto organizzativo, alla crescente pressione competitiva che si concretizza, tra l’altro, in una maggiore mobilità della clientela.
L’unione tra le due Casse Rurali favorirà una razionale ricomposizione dell’offerta dei servizi a beneficio della comunità locale, con l’opportunità di razionalizzare gli sportelli bancari esistenti e al contempo, grazie ad una più efficiente distribuzione della rete, con la possibilità di assicurare un migliore servizio ai soci e clienti e consolidare le quote di mercato oggi detenute singolarmente.
 
 I vantaggi della fusione 
I principali benefici attesi dall’operazione di fusione riguardano aspetti di tipo economico, finanziario e patrimoniale. L’integrazione assicurerà alla “nuova” Cassa Rurale di Trento un incremento delle masse intermediate ed un potenziamento, in valore assoluto, dei mezzi propri.
La nuova Rurale potrà contare su una rete di 36 sportelli su quattro comuni (Trento, Aldeno, Garniga Terme e Cimone) e 330 dipendenti. A regime (fine 2019) la raccolta complessiva della “nuova” Cassa Rurale di Trento raggiungerà i 2 miliardi e 710 milioni di euro, e gli impieghi 1,5 miliardi.
Il patrimonio sarà di 217 milioni di euro, con ben 50 milioni di “eccedenza” rispetto a quanto richiesto dalle autorità di vigilanza. Questo porterà l’indice di solidità total capital ratio al 14% (minimo richiesto 10,5%).
A questo risultato si arriverà dopo una rigorosa operazione di accantonamenti per entrambe le Casse nel segno della estrema prudenza nella valutazione dei crediti in sofferenza. 
 
 Il risanamento 
Si prevedono svalutazioni di crediti deteriorati per 22,7 milioni da parte della Rurale di Aldeno e Cadine, che porteranno al risultato netto negativo per 5,6 milioni di euro, e per 27,5 milioni da parte della Cassa di Trento, con un utile netto di 2,5 milioni.
L’operazione di pulizia dei bilanci dai crediti in sofferenza consentirà di partire con la nuova Cassa nel segno della solidità e della capacità di intercettare in maniera ottimale la domanda di credito da parte di famiglie e imprese.
Un risultato che sarà garantito anche dai benefici derivanti dalla diversificazione e frazionamento del rischio di credito rispetto alle singole Casse, e dal generale miglioramento della gestione e presidio di tutti i rischi.
In tema di costi del personale, si ritiene che, nel medio termine, i benefici economici deriveranno dalla graduale riduzione degli organici complessivi, dall’estensione di formule lavorative più flessibili e dalle opportunità derivanti da una significativa redistribuzione delle risorse a favore delle attività a maggior contenuto commerciale.

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