I direttori: «Siamo persone, la crisi impatta anche sullo stress»

Paolo Segnana: «Viviamo da otto anni una crisi persistente, ma dietro i numeri ci sono sempre persone, con la loro emotività e reazioni differenti»

 
Per una sera hanno lasciato da parte bail-in e crediti deteriorati. Perché all’assemblea annuale dell’Asdir, l’associazione dei direttori delle Rurali trentine, i due esperti chiamati ad approfondire tematiche bancarie stavolta hanno parlato d’altro: il cervello e la sua capacità di gestire lo stress e il cambiamento.
Perché «la crisi non ha portato solo peggioramento nei conti dei nostri istituti – ha affermato il presidente dell’associazione Paolo Segnana, direttore a Mezzolombardo – ma spesso ha peggiorato anche lo stato d’animo di chi quei conti si è trovato a gestire ed avvallare, imponendo spesso decisioni rigorose ed impattanti.»
 
Come reagisce il cervello a simili sollecitazioni? E come gestire lo stress che ne deriva?
Due esperti come Gianfranco Damico, formatore e autore di numerose pubblicazioni in argomento, ha spiegato che il cervello va allenato a cambiare, perché da solo tende a perpetuare gli stessi comportamenti.
La flessibilità al cambiamento, quindi, va costruita.
Nicola De Pisapia dei Cimec (centro mente – cervello) dell’Università di Trento ha indagato sui vari tipi di stress, «buoni» se brevi, «cattivi» se procrastinati nel tempo.
 
I danni che possono derivare da uno stress di lungo periodo possono essere anche importanti fino a provocare malattie quali la perdita di udito, ulcere, coliti, ipertensione, eccetera. Fino ad un forte aumento del tasso di mortalità rispetto ad una persona rilassata.
La percezione dello stress non è uguale per tutti.
«È importante – ha affermato De Pisapia – acquisire consapevolezza e mettere in atto tecniche specifiche per gestire questa situazione, allenando l’attenzione.»