Sul Pronto soccorso si esprimono Cgil Cisl Uil del Trentino
«Gli accessi si riducono solo garantendo servizi medici alternativi sui territori»
Non sarà un aumento dei ticket a risolvere il problema degli accessi inutili al pronto soccorso.
Se già l'introduzione di una pagamento per i codici bianchi e verdi non ha funzionato come efficace deterrente, è difficile che si raggiunga l'obiettivo facendo solo pagare di più i pazienti.
Il ragionamento del direttore del Dipartimento dell'emergenza dell'Azienda Sanitaria, Claudio Ramponi, non convince per niente Cgil Cisl Uil del Trentino.
Per le tre sigle sindacali la questione vera da affrontare è altra.
«E' solo garantendo servizi alternativi sui territori, un rafforzamento della guardia medica e un'estensione della copertura dei medici di base che le persone faranno meno ricorso al pronto soccorso.»
Per Andrea Grosselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil), dunque, «è inutile girarci intorno. Ciclicamente viene tirato fuori il problema dei numeri elevati e ingiustificati per gli accessi al pronto soccorso – ammettono i tre segretari –. E' un problema che esiste e continuerà ad esistere fino a quando non si metterà mano ad una vera riorganizzazione dei servizi di base su tutto il territorio.»
Il che vuol dire incentivare i medici a mettersi insieme in studi associati per garantire una più efficace copertura durante la giornata, non tagliare, ma potenziare le guardie mediche.
Per Cgil Cisl Uil è ora che anche le organizzazioni di categoria del settore assumano come priorità quella dell'associazione tra professionisti, spingendo in questa direzione per qualificare la professione e dare un servizio migliore ai cittadini.
«Una persona che sa di poter contare non sempre sul proprio medico, ma comunque su un professionista presente in ambulatorio e in grado di prestargli tutte le cure necessarie - insistono i tre segretari - difficilmente si rivolgerà all'ospedale, se non nei casi realmente indispensabili.»
Un potenziamento dei servizi alternativi sui territori sgraverebbe, infine, il personale del pronto soccorso, consentendo alla macchina trentina dell'emergenza di agire al meglio, a vantaggio di tutta la comunità.
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