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Riflessioni di un giovane – Di Stefano Filippozzi

La vita messa a rischio in casi disumani: i profughi e le discriminazioni razziali

Fuggire per poter vivere, fuggire per poter cercare di esistere. Ma fuggire per dare un senso alla propria realtà?
È questa la vita di un profugo… riuscire a scappare, riuscire a rifugiarsi, riuscire a cambiare strada all’improvviso senza poter organizzarsi. Tutto questo perché il posto in cui è nato e ha vissuto non è più sicuro; il posto in cui si trova è in uno stato di guerriglia e, quindi, mortale per l’individuo.
Partire, quindi, per un Viaggio crudele e senza ritorno, con la speranza di arrivare… è un viaggio contro alla morte.
Ma piuttosto che restare in un Paese dove si viene torturati, condannati, vedere rinnegati dei propri diritti umani, è giusto intraprendere questo Viaggio.
Un viaggio alla ricerca della Pace, della serenità, della possibilità di poter vivere dignitosamente e civilmente tra persone.
Bambini, Donne, Persone Innocenti vengono uccise ingiustamente e senza un perché. Se abbiamo un cuore dobbiamo «accogliere» a braccia aperte queste persone; dobbiamo aiutarle.
 
Il Dipartimento Salute e Solidarietà Sociale incaricato dalla Giunta Provinciale di Trento della gestione del piano straordinario di accoglienza dei migranti soccorsi nel Mediterraneo (deliberazione 2445 del 2014), ha predisposto una tutela riguardo l’accoglienza in famiglia dei richiedenti, protezione internazionale sul territorio.
È prevista una compartecipazione della Provincia Autonoma di Trento alle spese per l’accoglienza in famiglia dei richiedenti protezione internazionale.
 
Riuscire già ad arrivare in un Paese dove non c’è guerra, dove si può riuscire ad intraprendere una vita onesta e dignitosa è un traguardo per un profugo.
Molte però sono le discriminazioni su di Lui nel Nuovo Paese d’arrivo. Molte Persone residenti nel Paese «salvezza» per un profugo, non si rendono conto del perché abbia fatto questa scelta.
La risposta è che dovremmo metterci nei panni di un profugo e capire che non c’era altra soluzione per evitare una vita indegna.
 
Dobbiamo renderci conto che siamo tutti persone «uguali» in questo mondo.
La razza, il colore non cambiano il nostro aspetto uguale tra persone.
Il razzismo è un marchio impresso nella vita di molte persone che si deve estinguere; ai Nostri giorni molte e varie sono le forme razziali da affrontare; oltre che al colore della pelle, ci sono anche pregiudizi sui gay, la parità dei sessi, ecc...
Ma io mi chiedo come una persona possa pensare una cosa del genere?
Perché nella mente di un uomo, se lo si possa chiamare uomo, nasce questa violenza umana espressa in linguaggio altamente volgare e offensivo nei confronti di chi non ha fatto nulla, ma vuole solo essere libero di vivere a Suo modo onestamente?
Perché un Uomo deve essere giudicato solo dal suo colore della pelle e dalla sua omosessualità?
Madre Natura ci ha creati così, a Suo modo, diversi nei modi di fare e pensare, ma comunque uguali di Natura.
Non mi sembra sia commessa nessuna forma di crimine in tutto ciò. Ognuno deve essere libero di esprimere se stesso a Suo modo, alla Sua maniera, senza dover essere giudicato.
Questo comportamento non è giustificato nei confronti dell’individuo, cioè non giusto.
 
La discriminazione fa male alla Salute per un singolo individuo, così come vivere in una situazione impossibile come la guerra.
Il profugo, quindi, si trova davanti ad una tragica doppia situazione sfavorevole a Lui: i pregiudizi e la guerra.
«L’uguaglianza Sociale» si applica ai diritti e ai doveri dell’uomo considerati in termini di giustizia.
Ci sono diverse forme di uguaglianza relative alle persone e alle situazioni sociali; la «parità di opportunità» implica l’idea che le persone dovrebbero essere nelle stesse condizioni di partenza nella vita, ovvero che tutti dovrebbero avere «pari opportunità» indipendentemente dalla loro nascita e successione.
Tutti gli individui all’interno di società o gruppi specifici isolati devono avere lo stesso stato di rispettabilità sociale.
 
Se il mondo avesse una mentalità altruista anziché egoista tutto sarebbe normale.
È l’egoismo che porta a tutto ciò; l’egoismo di voler predominare sugli altri, l’egoismo di essere meglio degli altri; l’egoismo di pensare solo a sé stessi; chi è egoista ha sempre vissuto in una situazione di vita normale e, quindi, buona; ma l’egoista ha mai pensato di provare a mettersi nei panni di un profugo o di un discriminato?
Solo così un egoista potrebbe diventare una Nuova persona, cioè un Altruista, ossia una Persona che nelle Sue possibilità è disposta ad aiutare chi ne ha bisogno; una Persona che capisce veramente ciò che è giusto; una Persona cioè umile nel vivere, ma ricca interiormente.
 
Molti sono gli accampamenti profughi in tutta Europa; situati in zone disagiate dove il profugo vorrebbe essere solo di passaggio per entrare in un nuovo posto, cioè Stato; ma le forze armate bloccano severamente questi passaggi e chi ci prova è sicuramente trattato male.
Ma il profugo vorrebbe intrufolarsi in un nuovo posto per poter trovare un lavoro, una vita dignitosa ed onesta. Riuscire a trovare la Libertà.
Non potergli dare ciò è come fare del male a chi stà già male per conto suo.
C’è bisogno di nuove leggi che aiutino queste persone; c’è bisogno di capire cosa stiano provando questi individui; c’è bisogno di condividere la realtà con Loro.
Diamogli delle Possibilità a delle Condizioni ben predefinite;
Trovando la libertà, ritroveranno la voglia di vivere, di sorridere e di condividere questo aiuto ricevuto con altre persone che in futuro avranno bisogno. Aiutarsi vuol dire aiutarsi in una continua catena senza fine. Questo si chiama Bene.
 
Stefano Filippozzi
Laureato in Sociologia ed Impiegato di Reception all’Università di Trento

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