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Immigrazione in Trentino, primo calo storico dei residenti

E' quanto emerge dal Rapporto Immigrazione 2015 del Cinformi – La sintesi dei dati del fenomeno immigrazione

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Per la prima volta da oltre vent'anni, il dato relativo ai cittadini immigrati residenti in Trentino mostra un segno negativo.
Nel 2014, infatti, si registra un calo dell’1,4% degli stranieri rispetto all’anno precedente. Diversi fattori concorrono a questa inversione di tendenza: in parte le acquisizioni di cittadinanza, che rendono i migranti cittadini italiani, ma rilevanti sono il calo dei nuovi arrivi e dei ricongiungimenti familiari, le sempre più consistenti partenze degli stranieri dal Trentino verso altre mete e la diminuzione del tasso di natalità fra i migranti.
La minore attrattività non è peculiare del Trentino ma dell'intero Paese, a causa dell’onda lunga della crisi economica degli ultimi anni.
I dati emergono dal Rapporto Immigrazione in Trentino 2015 del Cinformi, presentato stamane a Trento presso il Dipartimento di Economia e Management.
Alla presentazione sono intervenuti l'assessore provinciale alla Salute e Politiche sociali Luca Zeni, i sociologi curatori del Rapporto Immigrazione Maurizio Ambrosini (Università di Milano), Paolo Boccagni (Università di Trento) e Serena Piovesan (Area studi e ricerche Cinformi) e Gianni D'Amato dell'Università di Neuchâtel - Swiss Forum for Migration and Population Studies.
 

 
Guardando ai dati in dettaglio, sono 50.104 all'1 gennaio 2015 i cittadini stranieri residenti in provincia di Trento.
L’incidenza sulla popolazione totale è del 9,3%, valore al di sopra della media nazionale (8,2%) ma in linea col Nordest italiano.
Due terzi degli stranieri residenti in Trentino provengono da Paesi europei.
Al primo posto tra i Paesi di provenienza si mantiene la Romania con oltre 10mila persone. Seguono Albania (con poco meno di 7mila unità) e Marocco (oltre 4mila).
 
Anche nel 2014 la componente femminile è superiore a quella maschile, rappresentando il 53,6% del totale dei residenti stranieri.
Le presenze più elevate di stranieri si riscontrano nel territorio della Valle dell’Adige (13.684 residenti stranieri, con una concentrazione di 13.457 immigrati nel comune di Trento), nella Comunità della Vallagarina (9.151 residenti) e nella Comunità Alto Garda e Ledro (5.187 residenti stranieri).
Il 20% degli stranieri ha un’età compresa tra 0 e 14 anni, mentre il 3,6% supera i 65 anni.
Nel corso del 2014, in Trentino sono nati 833 bambini da entrambi i genitori stranieri, ovvero il 17% del totale. Rispetto all’anno precedente, il numero dei nati stranieri è sceso dell’8%.
 
Più del 66,5% dei 38.868 cittadini non comunitari in Trentino è titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo.
I nuovi ingressi nel 2014 hanno subito un sensibile calo rispetto al 2013 (quasi 10% in meno).
Nel 2014 si è registrata una diminuzione pari all’8,9% dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro e del 4,8% dei permessi per motivi familiari.
Sono aumentati invece del 4,5% i permessi rilasciati per motivi di studio, mentre quelli per motivi di richiesta asilo politico hanno subito un aumento molto più incisivo (+695,2%, valore reso più appariscente dalla scarsa numerosità di partenza).
 
Sono invece circa 300 le richieste di ricongiungimento familiare presentate in Trentino nel corso del 2014, in calo del 3,4% rispetto al 2013.
Prosegue anche nel 2014 il consolidato trend crescente delle nuove acquisizioni di cittadinanza italiana (+10%), grazie all’aumento delle acquisizioni per naturalizzazione (+47%). In vistoso calo, invece, le acquisizioni per matrimonio (-40%).
 
 Casa e mercato abitativo 
Nel 2014 in Trentino le domande per la locazione di un alloggio pubblico ammesse a beneficio corrispondono al 6,1% delle domande in graduatoria tra i cittadini comunitari, e allo 0,9% tra i residenti non comunitari.
Ai residenti non comunitari sono stati assegnati 17 alloggi a fronte di 1.780 domande, mentre ai cittadini comunitari 133 a fronte di 2.133 domande.
 
 Presenza nel sistema scolastico 
Nell’anno scolastico 2014/15 gli alunni stranieri sono 9.736, pari all’11,9% del totale degli iscritti. Quasi due terzi di loro sono nati in Italia.
Rispetto all’anno precedente si è registrato un aumento dell’1,9%, dovuto esclusivamente ai nati in Italia.
 
 Salute 
Il numero di ricoveri di stranieri in Trentino è in lieve calo nel 2014. I 2.380 ricoveri di maschi immigrati sono stati dovuti principalmente a traumatismi e avvelenamenti.
Le donne straniere ricoverate sono state 4.527, soprattutto per complicazioni della gravidanza, parto e puerperio.
Mentre i ricoveri degli stranieri equivalgono all’8,2% del totale, gli accessi al pronto soccorso hanno rappresentato il 14,3% del totale.
 
 Occupazione degli immigrati 
Le assunzioni degli immigrati mantengono un’incidenza molto marcata nel mercato del lavoro trentino, tanto che la manodopera straniera risulta difficilmente sostituibile nel breve e medio periodo. In agricoltura, tre assunzioni su quattro si riferiscono a stranieri; nell’industria quasi una su tre; nei servizi una su quattro.
Compresi i lavori stagionali, nel 2014 le assunzioni di immigrati sono state 42.951. I dati sull’occupazione mostrano che i servizi assorbono più di 6 occupati stranieri su dieci; di questi, quasi 3.000, oltre il 12% del totale, lavorano per l’industria alberghiera.
L’industria incide per oltre un terzo. Il lavoro degli immigrati continua a concentrarsi nelle qualifiche operaie, ma si segnala anche un certo progresso dei “colletti bianchi”.
Per quanto riguarda il lavoro domestico, nel 2014 si registra un incremento dell’1%, con 6.099 persone complessivamente occupate in questo settore.
L’81% di questi lavoratori è di origine straniera (4.661 femmine e 275 maschi).
Lavorano come colf 2.175 persone, straniere nel 67% dei casi; le assistenti familiari (badanti) sono 3.924, l’88% delle quali straniere.
Quasi l’84% del totale dei lavoratori domestici in Trentino è originario dell’Europa orientale.
 
 Migranti forzati, il progetto di accoglienza ordinaria (SPRAR)  
Durante il 2015, nel progetto SPRAR (Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) della Provincia autonoma di Trento sono state accolte 220 persone, delle quali 42 donne e 178 uomini.
Sette sono stati i nuclei familiari accolti, di cui uno monoparentale. La maggior parte delle persone ha meno di 30 anni, e l’età media si aggira sui 25 anni.
Undici persone hanno oltre 40 anni, mentre quindici sono minorenni che vivono in famiglia; di questi, 6 sono nati in Italia.
21 le nazionalità riscontrate. Il principale Paese di provenienza si conferma essere il Pakistan, con 54 persone. Seguono Nigeria (con 46 persone) e Mali (con 24 persone).
Durante il 2015, quasi 100 persone hanno ottenuto una risposta alla domanda di protezione. 17 hanno ricevuto lo status di rifugiato, 13 la protezione sussidiaria, 20 la protezione umanitaria e 48 hanno avuto un diniego alla loro domanda e hanno presentato ricorso.
Per quanto riguarda gli interventi di accompagnamento e orientamento al lavoro, nel 2015 sono stati attivati 91 tirocini; di questi, 35 sono ancora in corso.
45 sono stati prorogati con borsa tirocinio da parte dell’azienda ospitante, in prospettiva di una possibile assunzione.
Sempre nel 2015 ci sono state 33 assunzioni, nella metà dei casi avvenute nel settore della ristorazione.
 
 Migranti forzati, il progetto di accoglienza straordinaria 
A seguito del Protocollo di intesa stipulato nel 2014 dalla Provincia autonoma di Trento con il Commissariato del Governo, poi rinnovato per il 2015, sono arrivati nel corso dello scorso anno al Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto 1.167 migranti inviati dal Ministero dell’Interno.
662 dei migranti arrivati in Trentino nel 2015 hanno abbandonato l’accoglienza già nel corso dell’anno, per proseguire il percorso migratorio in altri Paesi del Nord Europa.
Si tratta in particolare di eritrei, sudanesi, siriani, somali, iracheni, etiopi, palestinesi e iraniani.
I migranti accolti al 31.12.2015 sono 687 e sono originari soprattutto di Nigeria, Pakistan, Bangladesh, Gambia, Mali e Senegal.
La presenza di minori si attesta al 3,2% sul totale.

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