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«Agire con responsabilità per il futuro dell'Europa»

Profughi e confini: il pensiero della presidente della Regione Chiara Avanzo

Riportiamo qui di seguito il pensiero della Presidente del Consiglio regionale, Chiara Avanzo, sulla questione dibattuta oggi sia a Trento, sia a Bolzano, sulla sospensione del trattato di Schengen al confine con il Brennero.

La chiusura dei confini con l'Austria è una emergenza che va affrontata con grande senso di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti. La questione umanitaria non va messa in secondo piano, perché esiste un problema reale dato da un afflusso migratorio che oggi appare fuori controllo.
Occorre sempre tenere presente che si parla di persone, di donne, uomini e bambini che fuggono da drammi che possiamo solo immaginare.
Tuttavia oggi abbiamo anche il dovere di ribadire la necessità, come sottolineato anche in aula del Consiglio provinciale di Trento, nel documento firmato dalla maggioranza trentina, di aumentare i controlli sulla sicurezza e sulle persone che arrivano: si deve poter distinguere tra chi è in reale stato di bisogno e chi invece sfrutta questa situazione per infiltrazioni criminali.
Su questo sono convinta si debba e si possa fare di più: i paesi ospitanti hanno il dovere dell'accoglienza, ma anche gli ospiti quello di rispettare le leggi dello Stato che li accoglie.
Occorre una maggiore decisione nell'applicare la legge e, dove necessario, espellere coloro che non la rispettano.
Possiamo comprendere le ragioni dell'Austria, ma la chiusura del confine non è la soluzione. Abbiamo bisogno di sostegno da Roma, attraverso l'intensificazione dei controlli e certezze: solo così potremo evitare barriere che sono prima ideologiche che reali.
Abbiamo impiegato quasi un secolo a superare un confine che un tempo non esisteva e oggi rischiamo di vedere il grande progetto di Alcide Degasperi e dei padri fondatori dell'Europa sgretolarsi di fronte alla mancanza di una politica comune europea.
Per questo sono convinta che dobbiamo lavorare per aiutare i profughi che cercano aiuto di fronte all'impossibilità di una vita normale, ma dobbiamo essere vigili affinché non diventino strumento per chi ha altri interessi, condannando l'Europa ad un nuovo periodo di barriere e confini.
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