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Operazione «8 marzo»: 5 arresti per sfruttamento della prostituzione

Si tratta di sfruttatori che gestivano quattro ragazze rumene facendole battere a Trento in Via Bolzano

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L’indagine è stata denominata «Casinò» perché i malviventi usavano i soldi ricavati dal malaffare per divertirsi nei vari locali di slot che ci sono a Trento Nord, ma l’operazione è stata chiamata «8 marzo» a riverenza della Festa della Donna per aver liberato dalla schiavitù sessuale quattro ragazze rumene.
L’inchiesta era partita lo scorso settembre per caso, cioè quando i carabinieri di pattuglia a Trento Nord avevano preso nota dell’attività di un gruppo di ragazze che battevano in via Bolzano a Trento.
Svolgendo accurate indagini, scoprivano che si trattava di sei sfruttatori, tre albanesi, due rumeni e un roveretano con precedenti analoghi. Gli stranieri facevano base a Pavia, ma operavano anche a Trento.
 

 
Ieri, dopo aver raccolto prove sufficienti per chiudere le indagini, i Carabinieri ottenevano il mandato per arrestare cinque dei sei sospettati, in quando la sesta persona (una donna) è denunciata solo per favoreggiamento.
L’indagine, coordinata dal PM dott. Davide Ognibene della Procura della Repubblica di Trento, ha visto spiccare dunque 4 custodie cautelari in carcere ed una ai domiciliari, nonché una misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Trento su ordinanza del GIP del Tribunale di Trento - dott.ssa Miori.
Gli arrestati sono un albanese nato nel 1988 residente a Pavia; un rumeno nato nel 1984 residente a Trento, un roveretano del 1979, un’altra rumena nata nel 1983 e un’altra albanese nata nel 1983 residente a Trento. Quest’ultima è ai domiciliari.
 

 
L’adescamento era svolto con accordo tra le parti che stabiliva le aree di competenza, mentre la prostituzione veniva esercitata in quattro appartamenti situati nelle vicinanze. Il rapporto tra gli sfruttatori non era tale da configurare l’associazione per delinquere.
Stessa cosa accadeva a Pavia. Infatti,  sempre nella giornata di ieri, i carabinieri hanno tratto in arresto a Pavia 2 dei 5 soggetti e notificato a una donna il divieto di ritorno a Trento.
Dai conti fatti dai carabinieri, ogni ragazza (erano tutte rumene sui 30 anni) fruttava una cifra che si aggirava sugli 8.000 euro al mese, con prestazioni che andavano dai 50 ai 70 euro per volta.
Le ragazze adesso sono libere e potranno cogliere l’occasione di essere sfuggite agli sfruttatori per dedicarsi ad attività moralmente più plausibili.

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