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L’intervento di Panizza sulla Riforma del credito cooperativo

Il senatore trentino ha dovuto ancora una volta spiegare che il sistema del credito cooperativo in Trentino ha già gli anticorpi per superare le crisi

«Mantenere il legame col territorio, la funzione sociale e di crescita delle comunità locali che da sempre contraddistinguono il credito cooperativo. Un patrimonio che sarebbe assurdo disperdere e che per questo va maneggiato con grandissima cura e attenzione.»
Così durante il suo intervento in aula nel corso della discussione generale sulla riforma del credito cooperativo, il senatore e segretario politico del PATT, Franco Panizza.

«Pur capendo le ragioni del Governo nel voler salvaguardare i correntisti – ha detto Panizza nel suo intervento – non nascondo che i decreti sulle banche, a cominciare da quello sul salvataggio delle quattro più bisognose, sono stati motivo di grande sofferenza per il modo con cui intervenivano su un sistema come quello trentino che ha una sua forte specificità e che da sempre costituisce uno dei capisaldi della nostra autonomia.
«Per questo c'è stato fin da subito un confronto molto serrato con il viceministro Morando, anche in virtù di quello che era successo con il salvataggio delle quattro banche che, per il nostro sistema, ha rappresentato un duro colpo con 25 milioni di euro e diversi istituti che hanno visto i loro bilanci finire in passivo per questa improvvisa voce di spesa.
«Tuttavia non posso non riconoscere le modifiche che, in fase di conversione alla Camera, sono state introdotte, a cui adesso devono seguire nuove iniziative per tutelare pienamente questo prezioso patrimonio delle nostre comunità.»
 
«Provengo da una terra – ha detto in aula Panizza – in cui il credito cooperativo rappresenta un punto di riferimento per il tessuto imprenditoriale, per le famiglie, per il volontariato e che, è bene ricordarlo, già dal 1974 si è dotato di un meccanismo di autotutela per le casse rurali in crisi.»
Panizza ha poi evidenziato l'iniziativa unitaria che «come autonomisti, istituzioni locali, delegazione parlamentare e credito cooperativo ha prodotto risultati come quello che, all'art. 37 bis di modifica del Testo unico bancario, prevede per le BCC delle Province Autonome la possibilità di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi, così come la possibilità che il Ministro possa stabilire le modalità e i criteri per assicurare il riconoscimento e la salvaguardia delle peculiarità linguistiche e culturali delle BCC delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano.»
«Il mio auspicio è che gli impegni politici assunti dall'esecutivo – ha precisato il senatore trentino, – anche attraverso l'accoglimento di alcuni emendamenti e delle sollecitazioni della delegazione parlamentare del Trentino-Alto Adige/Südtirol, siano rispettati e che ai sottogruppi territoriali, introdotti grazie ai nostri emendamenti, possa essere riconosciuto il giusto grado di autonomia.»
 
«Un altro aspetto sul quale sarà importante intervenire – ha insistito Panizza – è il poter prevedere che i benefici fiscali dell'attività svolta dalle Casse Rurali rimangano sul territorio di cui sono diretta espressione.
«Non è possibile immaginare una configurazione diversa, in quanto verrebbero depauperate proprio quelle comunità e quei territori che producono ricchezza, con lo sforzo di tutti i clienti e di tutti i soci.»
«Io credo che l'obiettivo debba essere quello di un sistema solido, sufficientemente patrimonializzato, che intenda la tutela del risparmio anche come mantenimento di un forte legame con il territorio.
«Il credito cooperativo è nato per svolgere una funzione di carattere sociale, – ha concluso il senatore trentino. – A questa sua missione deve essere sempre ricondotto, pena la perdita di un patrimonio di valori, di responsabilità e di protagonismo dei territori ai quali sarebbe assurdo dover rinunciare.»

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