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Belli e rari, i Lanternari al festival della Magna Grecia – Di Sandra Matuella

La ricetta della Magna Grecia in omaggio a l’Adigetto.it e Franca Merz: il Risotto al Cirò

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«Simu belli, simu rari, simu u gruppu di Lanternari»: si presentano così, con piglio sicuro e tanta simpatia, i Lanternari, giovane gruppo folk di Reggio Calabria che domenica sera ha chiuso la quinta edizione del festival Magna Grecia, in cui la Calabria incontra il Trentino.
Organizzato dall’associazione Magna Grecia di Trento, il festival ha proposto come di consueto, una intensa tre giorni in piazza Fiera, all’insegna di valori positivi quali il volontariato, l’impegno sociale, la cucina tipica, la musica tradizionale e tanta l’allegria.
Anche quest’anno il festival ha ospitato due pranzi sociali, quello della Cassa Rurale di Trento e degli amici di «Liberamente insieme per Anffas Trentino», e poi l’«Apericalabria», la gara di spaghetti, l’esibizione di tarantella calabrese del gruppo Tarantatrient, la babydance per bambini, la musica dei dj Max Marchi e dj Tony e i concerti di due importanti gruppi arrivati dalla Calabria a Trento, dopo 16 ore di pullman, apposta per il festival: il gruppo etnico Kardhja e il gruppo folk I Lanternari.
Entrambi i gruppi hanno coinvolto ed entusiasmato il pubblico accorso in piazza Fiera; per quanto riguarda i «belli e rari» Lanternari, si tratta del volto giovane della Calabria di oggi, poiché è un gruppo formato da una trentina di giovani dì età compresa tra i 5 e i 28 anni, che indossano i coloratissimi abiti tradizionali, e propongono con orgoglio i balli, i canti e la musica della loro terra ad iniziare dalle «viddanedda», la variante calabrese della tarantella, accompagnata da canti e strumenti quali lira, fisarmonica, organetto, chitarra, e la mezzaluna, il tamburello con i sonaglietti.
 

 
Nato a Bagaladi, in provincia di Reggio Calabria, nell’ottobre del 2014, il gruppo fa parte dell’Unione Folklorica Italiana; i Lanternari fanno le prove durante tutto l’anno, una o due volte alla settimana, e si esibiscono in feste di piazza e nei locali, coinvolgendo nel ballo gli spettatori.
Il loro impegno non si limita all’intrattenimento, ma è anche spirituale, infatti collaborano con le parrocchie per le serate di beneficenza e per gli eventi religiosi come il presepe vivente e la Via Crucis.
Così, in un tempo di amicizie in rete del tutto virtuali, di un alienante ascolto della musica in cuffiette, con esiti talvolta tragici quando lo si fa in strada o in una stazione ferroviaria, e, come mette in guardia Papa Francesco, di tanta solitudine e isolamento, i giovani Lanternari propongono un esempio decisamente alternativo e intelligente alla cultura dominante fortemente individualista: fanno tesoro della propria storia e della ricchezza delle tradizioni per affinare i rapporti interpersonali, per rafforzare la coesione sociale e per guardare avanti.
 
Infatti sono giovani, ma già consapevoli che la Calabria come del resto tutta l’Italia per non dire l’Europa, hanno seri problemi, quindi il futuro non sarà facile: loro però non si vogliamo arrendere e alla fatidica domanda sulla tentazione di emigrare in Germania, come fanno molti giovani del Sud Italia, con un sorriso e tanta fermezza, rispondono: «No grazie, non ci piace il freddo. Purtroppo la Calabria non è valorizzata abbastanza, e noi rappresentiamo quella parte della Calabria che non se ne vuole andare, ma vuole rimanere per continuare a farla vivere, perché se ce ne andiamo via, la nostra terra muore».
Per quanto riguarda lo spettacolo presentato a Trento: «Attraverso le coreografie e la musica rappresentiamo gli usi e costumi dei nostri padri e dei nonni: è un modo per fare memoria di scene di vita lavorativa d’altri tempi, e di come avveniva il corteggiamento tra innamorati. La tarantella calabra è nata con noi e con chi è vissuto prima di noi».
Come tutti i giovani non sono affatto nostalgici e guardano avanti, naturalmente utilizzando internet e i social network, perché, osservano: «L’ideale è modernizzarsi, ma senza far morire le proprie radici, e questo è possibile anche grazie alla nostra passione per il ballo e la musica, una passione che ci scorre nelle vene».

Sandra Matuella - s.matuella@ladigetto.it

L’associazione Magna Grecia di Trento, promuove gli incontri e gli scambi culturali, artistici e gastronomici fra il Trentino e la Calabria, e gentilmente omaggia L’Adigetto.it con una gustosa ricetta a base di Cirò, il celebre vino rosso calabrese.
In particolare, in quest’ottica di scambi, è un omaggio alle ricette trentine di Franca Merz, rubrica molto amata anche dagli amici calabresi, che di cucina buona e genuina se ne intendono.
La ricetta è tratta dalla rubrica «Fatti di lu sociu/racconti del socio», contenuta nel numero uno del giornalino dell’associazione Magna Grecia di Trento.
INFO.

   Risotto al Cirò per 4 persone 
Ingredienti.
320 gr. di riso carnaroli/vialone nano;
500 ml vino Cirò;
60 gr. di burro, 50 gr. di formaggio parmigiano, brodo vegetale.
 
Procedimento.
In una casseruola tostare il riso con 10 gr. di burro;
Scaldare il Cirò a parte ed aggiungerlo al riso tostato una volta giunto a bollore;
Far asciugare il riso e continuare a mescolare con un mestolo di legno mentre aggiungete il brodo vegetale per ultimare la cottura.
A cottura ultimata (ca. 16/18 minuti) togliere dal fuoco e mantecare aggiungendo il restante burro e il formaggio parmigiano.
 
Ricetta pervenuta dal Socio Antonella Giuliani: già assaporato da qualche componente del Direttivo che vi assicura… merita di essere provato!

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