Quarant'anni dell'Associazione provinciale per i minori
Rossi: «Dobbiamo lavorare sempre più in rete, perché i ragazzi sono il nostro futuro»
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Lavorare sempre più in rete perché il nostro futuro sono proprio loro: i ragazzi. È con questo messaggio che il governatore del Trentino, Ugo Rossi ha portato il suo saluto e il ringraziamento della Provincia all'Associazione provinciale per i minori e in particolare a Paolo Cavagnoli che per tanti anni l'ha presieduta con grande impegno. R
ossi, intervenuto alla cerimonia organizzata dal Consiglio provinciale ed aperta dal presidente Bruno Dorigatti, poco prima ha voluto consegnare a Cavagnoli una scultura in legno dell'artista Egidio Petri raffigurante due mani che proteggono un bambino.
Parlando delle sfide che ci pone un «mondo sempre più globalizzato», il governatore ha ricordato l'impegno della stessa Appm nell'accogliere anche i minorenni che fuggono dalle tante guerre.
Un esempio, anche questo, dei tempi che cambiano e che richiedono la capacità e l'impegno per interpretarli.
Lo ha sottolineato anche l'assessore Luca Zeni, intervenuto subito dopo, ricordando il lavoro in corso sia sul piano delle fragilità in età evolutiva sia sul fronte dell'accredita,entro delle strutture.
Ma ecco il testo dell'intervento del governatore Ugo Rossi.
«Oggi celebriamo un anniversario di quelli importanti, di quelli che contano.
«L’anniversario di un’associazione che ha dedicato i suoi 40 anni di attività a quelli che mi piace definire azionisti di maggioranza della nostra società, cioè i ragazzi.
«Sono duemila, i minori accolti in questi 40 anni di attività. Duemila storie, duemila visi, duemila anime che, attraverso i volontari dell’Associazione provinciale per i minori, sono state sostenute nel proprio percorso di crescita e di vita, sono state accolte, protette, ascoltate, anche rimproverate.
«Ragazzi e ragazze che si sono trovate in difficoltà in età molto giovane e poi, grazie ai percorsi di inserimento nella società e nel contesto lavorativo avviati da APPM, hanno tirato fuori le proprie energie e i propri talenti.
«Proprio qui vorrei appuntare una riflessione: dobbiamo infatti sempre più cercare di lavorare in rete fra istituzioni, fra chi si occupa di educare, chi di accogliere, chi si occupa di insegnare e chi di formare al mondo del lavoro.
«Lo stiamo già facendo, ci stiamo provando, in molti ambiti, pensiamo al progetto di alternanza scuola-lavoro, al connubio fra ricerca e formazione, ma certamente possiamo fare di più e fare meglio.»
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