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Oltreconomia festival 2016, parco S. Chiara Trento, 1-5 giugno

Conferenza «La misura femminile dell’economia: 5 donne per un’economia migliore»

Il giorno dopo i 70 anni della Repubblica - e del suffragio universale - il lavoro sul riconoscimento della partecipazione femminile alla vita politica ed economica è ancora tanto: ne parleranno all'OltrEconomia festival domani alle 17.30 alla conferenza «La misura femminile dell’economia: 5 donne per un’economia migliore»
Ci sarà la Palestina di Stephanie Westbrook, l’Afghanistan di Gabriella Ghidoni, l’America latina che darà il «la» alle riflessioni, l’Africa di Agitu Ideo, e la visione economica tecnica dell'economista Elena Sisti, London School of Economics, che mette in luce l’urgenza di una visione di genere dell’economia, capace di rappresentare la crisi sistemica che stiamo vivendo.
Ma soprattutto ci saranno tante donne e uomini che vorranno confrontarsi e prendere voce su un nesso fondamentale del nostro tempo: ovvero la necessità e l'urgenza di trovare altre strade per costruire l'economia che ci piace, rispettosa dell'ambiente e dei diritti, aperta e non escludente, partecipata e democratica.
L'OltrEconomia festival quest'anno Senza confini per riflettere su un mondo senza muri reali o di natura sociale, economica, culturale, è nel frattempo iniziato ieri 1 giugno e alla grande: all’insegna della lettura profonda della geopolitica e dell’economia finanziarizzata: dal Medio Oriente dello scrittore e documentarista statunitense Terence Ward, all’Europa delle economie alternative che cerca di confrontarsi con «l’apartheid globale» imposto agli immigrati, spiegato dal giornalista Paolo Cacciari.
 
 3 giugno ore 17.30 OltrEconomia festival 
«En nuestras cosmovisiones somos seres surgidos de la tierra, el agua y el maíz, de los ríos somos custodios ancestrales el pueblo lenca. Resguardados por los espíritus de las niñas que nos enseñan que dar la vida de múltiples formas por la defensa de los ríos es dar la vida por el bien de la humanidad y de este planeta.»
[Nella nostra cosmovisione siamo esseri sorti dalla terra, dall’acqua e dal mais; siamo custodi ancestrali dei fiumi, siamo il Popolo Lenca. Siamo protetti dagli spiriti delle bambine che c’insegnano che dare la vita in molteplici forme per difendere i corsi d’acqua significa dare la vita per il bene dell’umanità tutta, e di questo pianeta]
 
 BERTHA CACERES 
È possibile immaginare un mondo dove alternative economiche basate su principi di solidarietà, rispetto dell’ambiente, interdipendenza socio-ecologica siano accettate e facciano parte della costruzione politica della società?
Esiste un nesso genere/lavoro/natura? e se si, è possibile metterlo in discussione? Esiste una visione femminile dell’economia, che vuole però superare dualismi di genere e mettere in prima linea la rivoluzione ecologica e la giustizia ambientale?
Sono alcune delle domande che insieme ad attiviste, economiste, imprenditrici, rifugiate politiche, proveremo ad elaborare il 3 giugno all’OltrEconomia festival, nella conferenza dedicata alla «Misura femminile dell’economia».
 
 LA MISURA FEMMINILE DELL’EECONOMIA 
L’insostenibile pesantezza del capitalismo, l’espansione di politiche neoliberiste , l’attacco ai beni comuni naturali e sociali, le guerre, stanno costruendo un’economia biocida, che colpisce duramente la natura e le donne in ogni parte del mondo.
Ma nei territori in resistenza, sono soprattutto le donne a scendere in campo in difesa di acqua, terra, diritti, costruendo percorsi collettivi antitetici allo sfruttamento delle persone e all’accaparramento delle risorse.
Nel mercato del lavoro, pratiche ed esperienze solidali al femminile raccontano di un ‘altra economia, oltre il capitalismo e la concorrenzialità.
Anche nei fenomeni migratori, gli esodi sono sempre più al femminile: eppure risultano sommariamente elusi dalle legislazioni nazionali e internazionali in materia.
 
Le donne , che si sobbarcano debito e povertà mentre rimangono ad accudire campi e comunità nelle parti impoverite del Pianeta, sempre di più che partono sostenendo a distanza le proprie famiglie, con le rimesse dei lavori a basso reddito di cui si occupano una volta arrivati nel cosiddetto Primo Mondo.
Attraverso l’analisi dell’economia del lavoro, le testimonianze di stili di vita sostenibili e di coraggiose scelte etiche ed esistenziali, l’appuntamento del 3 giugno proverà a raccontare «la misura femminile dell’economia», ovvero la capacità concreta di costruzione di un’economia sociale e solidale, che si ponga anche come possibile soluzione alla crisi in corso: strumenti di elaborazione per capire, strategie concrete per agire.
La visione femminile di un mondo, per ricominciare a costruire collettivamente una società includente, che valorizzi quel protagonismo femminile che si fa strada attraverso il rapporto con la Natura, con i territori, con il lavoro, mettendo in discussione la stessa idea di sviluppo.
Per questo, la dedicheremo insieme a Bertha Cacères, donna che ha difeso il suo fiume, la sua gente, il futuro dei suoi figli, lottando per il sogno di un’economia rispettosa della vita.
 
 SE NE PARLERÀ CON 
Elena Sisti.
Collabora attualmente con Cohen&Co. fornendo supporto alle attività di project finance e di analisi macroeconomica. Inoltre realizza consulenze per organizzazioni non profit.
Dopo una laurea presso l’Universtità Bocconi ha lavorato per Bloomberg presso la sede di Londra occupandosi di mercati dell’area mediterranea e analizzando gli sviluppi del mercato italiano.
Successivamente ha conseguito un master alla London School of Economics e ha lavorato come economista per la New Economics Foundation (think-tank economico indipendente) su tematiche di sviluppo economico e sostenibilità.
 
Gabriella Ghidoni.
Fondatrice della Onlus Arte-fatto e Royah. Psicologa,imprenditrice sociale, facilitatrice di processi, si occupa di sviluppare mercati per artigiani e produttori di paesi emergenti e in via di sviluppo.
Ha lavorato con la Cooperazione Internazionale tra Sierra Leone, Afghanistan, Zambia, Pakistan, Bangladesh, Indonesia e India. Con Royah da sette anni lavora in Afghanistan.
 
Stephanie Westbrook.
Stephanie è nata negli Stati Uniti e vive da tempo a Roma. Ingegnere informatico, è impegnata da anni nei movimenti per i diritti umani, più recentemente nei movimenti di solidarietà con la Palestina.
Attualmente è referente nazionale per BDS Italia, la sezione italiana del movimento a guida palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele.
Scrive su argomenti legati ai movimenti per la giustizia sociale, in particolare la questione palestinese.
Collabora con Electronic Intifada e i suoi articoli sono apparsi anche su Mondoweiss, Common Dreams, Nena News, In These Times and Z Magazine.
 
Agitu Ideo.
Sociologa dottoratasi a Trento con una tesi sul Landgrabbing, profuga etiope, oggi è produttrice di formaggi in Valle di Gresta ed allevastrice con l'azienda «La capra felice».

Modera Francesca Caprini, giornalista – Associazione Yaku
A seguire, l'atteso concerto degli «Idarpa» e dj set con Roby Rage.

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