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Concorso nazionale «Il lago nel cuore - Calceranica Poesia» / 7

«L’unico specchio» di Mirella Manca, Ilbono (OG), è la settima poesia delle finaliste in italiano che pubblichiamo in ordine alfabetico

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Luna piena e riflessi - © Alberto Pattini.
 
Pubblichiamo, una alla volta, tutte le poesie selezionate dalla giuria del concorso nazionale di poesia ideato e diretto da Alberto Pattini, i cui primi tre saranno proclamati vincitori a Calceranica al Lago nella serata di domenica 7 agosto 2016 con il seguente programma:
 
• Teatro S. Ermete – ore 20.30
• Saggio del prof. Gero La Vecchia Poesia e territorio: un binomio che parte dal cuore»
• Spettacolo musicale con «Mauro e Catia Live music» – canzoni poetiche interpretate
• Premiazione del concorso «Il lago nel cuore – Calceranica poesia» con recita delle migliori poesie
 
Ogni partecipante potrà ritirare gratuitamente il volume Il Lago nel cuore – Calceranica Poesia con la pubblicazione di tutte le 200 liriche ammesse dalla giuria al Concorso. Il libro non sarà spedito per posta.

Mirella Manca, Ilbono (OG)
 L’unico specchio 

Da te son discesa
per clivi vigolani mentre il vecchio canuto, bussava.
In sorgivo mattino diamanti brinati, sul dorso ormai spoglio
e il lago s’empiva, in bianchicce ninfee.
Silente mi hai accolta- in secca gli scafi-
senza imputo o solvenza, nel viottolo erboso
al di sotto ai binari fino a, punta Indiani.
Divenne consueto, venirti a trovare, con il lungo paltò
e le braghe imbottite, col fischio del treno che avvertiva la sera
finché giunse quel dì, il rombo dei Draghi in canotta.
Tumulto di assi, tamburi fra sponde
e remi nei scalmi, disciolse ogni alone
aprendo un fiorire di varchi
agli svassi invaghiti. Smuoveva il velluto d’indaco.
Fra spume viveva il mio lago e, il mirare.
Vagando fra alte betulle sfioranti le nubi
soggiacqui, imbrigliata a una vela sfocata, che flessa virava
in approdi svariati, a volte adirata ai venti contrari.
E venivo a trovarti, quieta su prati di raso
sotto il salice curvo, trapelante riverberi caldi
e in battigia, sciabordio di fugace acquazzone.
 A metà, tra la Pieve e quell’ara votiva a Diana
ritrovai il mio percorso, Calceranica al lago
dal profumo di melo, eri ormai preminente
lasciando al remoto, i miei gineprai.
Lo sai, vorrei cingerti ancora, perlomeno una volta
avanti che l’astro precipiti oltre
perché solo il tuo specchio, mi dona sollievo.

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