Home | Arte e Cultura | Spettacoli | «La grande guerra meschina» il 22 luglio a Forte Dossaccio

«La grande guerra meschina» il 22 luglio a Forte Dossaccio

Spettacolo della Compagnia «Le Falie» nell'ambito della rassegna «Sentinelle di Pietra»

image

>
Il 22 luglio ad ore 16 a Forte Dossaccio – Predazzo andrà in scena lo spettacolo «La grande guerra meschina» della Compagnia «Le Falie», evento della rassegna culturale estiva «Sentinelle di pietra. Di Forte in Forte sul Sentiero della Pace», curata dal Circuito dei forti del Trentino, rete promossa dall’Assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento e dalla Fondazione Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Centro servizi culturali S. Chiara.
Sono più di quarantamila i libri che trattano della Prima Guerra Mondiale pubblicati dal 1915 ad oggi, ma solo negli anni Novanta uscirono in Italia i primi studi che affrontarono lʼargomento proibito delle fucilazioni e delle decimazioni sommarie che rappresentano lʼaspetto più sconvolgente della cosiddetta «amministrazione della giustizia militare» dellʼesercito italiano, il più inviolabile dei tabù della Grande Guerra.
Un tabù dietro al quale si celano le responsabilità degli atroci crimini di guerra perpetrati dallo stato maggiore dellʼesercito, dai comandanti dʼarmata, da molti ufficiali superiori.
Lo spettacolo affronta, lʼargomento degli ammutinamenti, delle diserzioni, dellʼindisciplina, dellʼodio verso gli ufficiali, dellʼautolesionismo, delle feroci battute e dei cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni, delle dolorose canzoni di guerra intonate nelle trincee.
 
Si scopre che la così detta Grande Guerra (che di grande ebbe solo lʼimmenso numero di morti) fu tuttʼaltro che combattuta a furor di popolo ma, al contrario, fu combattuta (oltre che voluta) contro il popolo.
Alla narrazione si intrecciano i canti, dalle ballate contro la guerra di Bertolt Brecht, Kanonen Song e La leggenda del soldato morto, con la musica di Kurt Weill, a perle della musica cantautoriale come Il disertore (Vian), Garbato amore mio (Fossati) e Poca voglia di fare il soldato (Finardi), fino alle struggenti melodie popolari nate nel primo Dopoguerra come Disertore dal Veneto e Stelutis Alpinis dal Friuli.
Testi e regia di Alessandro Anderloni, ricerca musicale di Raffaella Benetti e Thomas Sinigaglia, narrazione a cura di Alessandro Anderloni, canto Raffaella Benetti, fisarmonica Thomas Sinigaglia.
Dalle lettere di soldati dal fronte: «Mi scrivono dallʼItalia. E io che risposta devo dare? Che è semplicemente un grande macello e che questi assassini non vogliono finirla».
 
«Sarebbe ora di farla finita e di non giocare più coi cannoni con la carne umana come si farebbe allʼosteria con le carte e col vino».
«Speriamo che questo macello termini presto, o forse vogliono far massacrare tutti gli uomini per colpa di alcuni stupidi, che meriterebbero per lo meno di venirsi a trovare nella stessa condizioni di noi!»
«Ah, caro cugino, quanto dobbiamo soffrire per mantenere questo sport inventato da quelli che sono stufi di tutti gli altri divertimenti.»
«Io spero in una prossima pace, che bramo più della luce del sole, dellʼaria e del respiro.»

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande