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Fondo strategico territoriale: 115 milioni per la crescita del territorio

La Provincia autonoma di Trento approva i criteri di assegnazione e le quote da destinare a Comunità di valle e Comuni

Il Trentino crede nello sviluppo del territorio e nella capacità delle comunità locali di concorrere alla crescita dell’intera provincia.
Forte di questa convinzione, la giunta provinciale ha approvato oggi - su proposta dell’assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia pubblica, Carlo Daldoss - la delibera che assegna le quote di investimenti pubblici del Fondo strategico territoriale.
Si tratta di circa 115 milioni di euro, che saranno ripartiti tra le 16 Comunità di Valle (oltre 65 milioni) e i Comuni trentini (circa 50 milioni).
«Gli investimenti – come spiega l’assessore Carlo Daldoss – serviranno ai Comuni per finanziare opere di primario interesse, quali fognature, strade ed acquedotti, e, in sinergia tra gli stessi Comuni e le Comunità, per realizzare progetti strategici che siano collegati al sostegno e allo sviluppo dei territori.
«Si tratta di un primo, importante passo per aprire una nuova stagione di collaborazione tra amministrazioni nell’interesse e con una visione d’insieme.»
La ripartizione delle quote a favore dei enti locali è riassunta nella tabella allegata.
 
Da oggi il fondo strategico territoriale diventa uno dei principali strumenti a sostegno dell'autonomia del territorio nella programmazione degli investimenti e della capacità degli enti di collaborare tra loro per individuare le priorità e gli interventi indispensabili allo sviluppo delle loro comunità: il tutto in armonia con la programmazione della Provincia autonoma di Trento.
Il Fondo strategico territoriale può contare su risorse per complessi 115 milioni di euro, riparati tra Comunità di valle (65 milioni di euro per interventi - come detto - di interesse sovra comunale) e singoli Comuni (50 milioni per opere comunali).
Nelle scorse settimane, la giunta aveva deciso, in via preliminare, i criteri di riparto degli investimenti pubblici, sulla base di indicatori che tenevano contro della popolazione residente, la superficie, il numero di abitazioni e di amministrazioni, l’incremento Irap e l’indice delle risorse storiche.
Il Fondo strategico territoriale promuoverà quindi in maniera integrata lo sviluppo locale, inteso sia come sviluppo intensivo, con riferimento ai cambiamenti che incrementano il benessere dei residenti; e che come sviluppo estensivo, ovvero i cambiamenti che incrementano la scala dei processi produttivi.

Nel caso delle quote riservate ai Comuni, il fondo finanzierà interventi migliorativi dell’organizzazione e della fruizione dei servizi. In altre parole si tratta di progetti che riguardano aspetti quali la mobilità, reti ed istruzione, e che costituiscono precondizione per lo sviluppo e fattore essenziale per il successo degli stessi progetti di sviluppo locale.
La seconda tipologia interventi, riguarda la realizzazione e il finanziamento di progetti di sviluppo locale, ovvero di interventi strategici il cui beneficio andrà più amministrazioni.
La delibera indica, a questo proposito, la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile; il risparmio energetico e le filiere locali di energia rinnovabile.
 
La programmazione dovrà rispondere a due principi: accordi di programma e processi partecipativi.
In ogni territorio sarà attivato un tavolo tecnico per garantire la più ampia condivisione dei contenuti dell'obiettivo di sviluppo e degli interventi.
Entro il 31 dicembre 2016 sarà definito uno schema di accordo nel quale confluiranno gli esiti dei lavori del gruppo tecnico.
Lo schema sarà poi sottoposto ad un processo partecipativo, che permetterà di raccogliere le osservazioni e le valutazioni del partenariato economico-sociale, oltre che dei rappresentanti della società civile.
Una volta superata la fase di ascolto e condivisione, l’accordo sarà operativo.

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