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Lo stima lo studio condotto da FBK-IRVAPP su 15 operazioni

Trentino Sviluppo: ogni euro investito nel 2015 farà crescere il PIL provinciale di 9 euro

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Che effetto hanno sull’economia locale le operazioni di Trentino Sviluppo a sostegno delle infrastrutture produttive? E cosa sarebbe successo in assenza di tali interventi? A queste domande hanno risposto i ricercatori dell’IRVAPP, l’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche che fa capo alla Fondazione Bruno Kessler.
Il team coordinato da Antonio Schizzerotto ha «passato ai raggi X» le 15 principali iniziative finanziate lo scorso anno: 131,3 milioni di euro di investimento complessivo, 22,7 milioni finanziati dal pubblico.
Dalla ricerca emerge una quantificazione dell’effetto leva generato dalle operazioni sugli asset produttivi, locazioni immobiliari e insediamenti negli «incubatori d’impresa»: si stima infatti che ogni euro speso da Trentino Sviluppo nel 2015 genererà entro il 2019 altri 6 euro spesi dai privati, tra investimenti propri e redditi da lavoro, che lieviteranno a 9 euro considerando l’effetto moltiplicativo derivante dalla stimolazione indotta di altri settori economici.
Lo studio rappresenta la prima tessera del puzzle che andrà a comporre il Bilancio sociale di Trentino Sviluppo.
Lo studio è stato illustrato oggi, mercoledì 3 agosto, dai ricercatori dal team di FBK-IRVAPP coordinato da Antonio Schizzerotto e composto da Simona Gamba e Federico Podestà, alla presenza del vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e lavoro della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi e del presidente di Trentino Sviluppo Flavio Tosi.
 
«I dati costruiti con assoluto rigore scientifico – commenta Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento - dimostrano che le nostre politiche di sviluppo stanno generando quell'effetto leva, quella “cinghia di trasmissione” che rappresa il presupposto nuovo, molto più selettivo di un tempo, con cui decidiamo di intervenire a supporto di alcuni distretti, di alcune filiere, di alcuni snodi importanti del tessuto economico locale.»
«L'incremento dell’1% del PIL provinciale, l'aumento del reddito da lavoro, un indotto che si irradia sul territorio in modo diffuso – continua Olivi - non sono conseguenze casuali bensì il risultato di un nuovo approccio delle politiche pubbliche: meno interventi da parte di Trentino Sviluppo, più finalizzati a far emergere quel potenziale di crescita competitiva che esiste e che per essere valorizzato ha bisogno di una mano pubblica più lieve, non invasiva. In questo contesto il tema delle infrastrutture produttive è fondamentale perché consente alle aziende di concentrarsi non tanto sui muri dei propri stabilimenti ma sul generare occupazione, sull’effettuare investimenti strategici in macchinari ed impianti ad elevato valore tecnologico.»
Flavio Tosi, presidente di Trentino Sviluppo, ha inquadrato il contesto ed illustrato le finalità che hanno spinto la società di sistema a commissionare questo studio.
«Sta proseguendo spedito - ha spiegato Tosi – il processo che sempre più avvicina la nostra società al modo di pensare e di agire delle migliori aziende private. Questo studio, assieme ad altri sui quali stiamo lavorando, come il monitoraggio puntuale di alcuni indicatori e la redazione di un bilancio sociale, ci permette di avere degli strumenti indispensabili per svolgere un’attività di intelligence economico-finanziaria finalizzata a rendere sempre più precisi e raffinati, anche in un’ottica previsionale e di sistema, gli strumenti di politica industriale che la Provincia ci affida.»
«Dallo scorso mese di marzo - conclude Tosi - Trentino Sviluppo si è data un nuovo assetto organizzativo orientato in modo integrato ad un lavoro di attrazione, selezione e supporto delle migliori opportunità imprenditoriali, attraverso l’interazione del marketing strategico, dell’attività di business intelligence e della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.»
 

 
 La metodologia 
Il «motore» dello studio condotto dal team di ricerca che fa capo al prof. Antonio Schizzerotto si chiama MEMT (Modello Econometrico Multisettoriale del Trentino), e «gira» grazie ad un sistema composto da oltre 400 equazioni stimate su diverse serie storiche.
Una metodologia utilizzata per realizzare delle analisi simulative in grado di stimare in che misura, e attraverso quali canali, le somme movimentate dagli interventi messi in atto da Trentino Sviluppo in campo immobiliare si riflettano sui principali aggregati contabili dell’economia trentina: PIL, consumi delle famiglie, investimenti fissi lordi, valori aggiunti settoriali.
Sono 15 le operazioni di supporto alle infrastrutture produttive portate a termine nel 2015 e finite sotto la lente di ingrandimento del team di ricerca.
Diverse le tipologie: dalla sottoscrizione di un prestito obbligazionario subordinato all’impegno, da parte della società, di realizzare nuovi investimenti di sviluppo aziendale, come un nuovo plant produttivo (es. Menz & Gasser, Costruzioni Meccaniche Valentini) all’insediamento nei BIC, i Business Innovation Center (es. Veronagest, Tozzi-Margherita, Rtr, Dana), passando per la locazione ordinaria di immobili già di proprietà di Trentino Sviluppo o acquistati all’occorrenza (es. Vetri Speciali, Mariani, Fucine Film Solutions, Waris, Le Nappage, Coopglas) fino all’acquisto di macchinari particolarmente sofisticati finanziati con il cosiddetto Fondo impianti tecnologici (es. CPT).
In tutti i casi gli accordi pongono dei vincoli occupazionali di mantenimento o di incremento delle unità lavorative annue: 825 i lavoratori occupati nelle 15 aziende al momento dell’intervento di Trentino Sviluppo, che diventeranno 1.286 entro il 2019 in virtù degli impegni assunti, con la creazione di 461 nuovi posti di lavoro.
 

 
 I risultati 
La prima simulazione condotta dai ricercatori IRVAPP mira a stimare gli effetti delle somme effettivamente movimentate dagli interventi di Trentino Sviluppo: 22,7 milioni di euro nel 2015 che hanno determinato una movimentazione monetaria pari a 133,3 milioni di euro tra investimenti propri e redditi da lavoro.
Tutto ciò ha prodotto sul PIL provinciale un effetto moltiplicativo immediato pari a 73,2 milioni di euro, mentre negli anni successivi al 2015 l’effetto si assesta attorno ai 30 milioni di euro annui.
Alla fine del periodo considerato (2019), l’effetto moltiplicativo cumulato risulta quindi pari a 197,3 milioni.
Un risultato prodotto da specifici meccanismi di trasmissione. In particolare gli incrementi annuali dei redditi da lavoro comportano anzitutto un incremento del reddito disponibile lordo per un effetto cumulato di 82,6 milioni di euro.
Tale incremento influenza i consumi finali delle famiglie, che fanno registrare un effetto di 66,4 milioni di euro. Inoltre, poiché i consumi finali agiscono, attraverso gli scambi intersettoriali, sulla produzione dei diversi settori provinciali e sulla rispettiva domanda totale, il loro incremento si traduce in specifici effetti moltiplicativi del valore aggiunto dell'agricoltura (3,5 milioni), dell'industria (22,3 milioni, delle costruzioni (12,3 milioni) e dei servizi (134,6 milioni).
L’effetto finale degli interventi di Trentino Sviluppo, pari a 197,3 milioni di euro, corrisponde al 1,1% del PIL provinciale annuo (di 17 miliardi e 463 milioni).
Per ogni euro di incremento degli investimenti settoriali e dei redditi da lavoro, alla fine del periodo considerato (5 anni, 2015-2019) il PIL del Trentino risulterà maggiorato di 1,26 euro.
Questo risultato si ottiene attraverso un rapporto fra l’effetto moltiplicativo cumulato (197,3 milioni) e il totale dello shock (156 milioni: 131,3 milioni per investimenti fissi settoriali e 24,7 milioni per redditi da lavoro).

Detto in altri termini, si stima che 1 euro speso da Trentino Sviluppo nel 2015 nell’ambito delle operazioni di supporto agli asset produttivi arriverà a generare, nei successivi cinque anni (cioè entro 2019), ulteriori 6,14 euro spesi dai privati (investimenti settoriali e redditi da lavoro), e considerando l’effetto moltiplicativo derivante dalla stimolazione indotta di altri settori economici interconnessi si arriva al valore complessivo finale di 8,99 euro.
Cioè per ogni euro investito da Trentino Sviluppo, il PIL provinciale ne beneficia, alla fine del periodo considerato, per complessivi 9 euro.
La seconda simulazione (cosiddetta «verifica controfattuale») quantifica invece gli effetti delle somme che si sarebbero movimentate in assenza degli interventi di Trentino Sviluppo.
Questo tipo di analisi, molto sofisticata, si è focalizzata in particolare su 3 delle 15 operazioni concluse da Trentino Sviluppo nel 2015, ovvero i tre casi in cui si è valutato che l’intervento della società di sistema ha permesso di scongiurare il default di due aziende e la delocalizzazione di una terza impresa (Mariani).
In mancanza di tali interventi si sarebbe registrato un calo complessivo dei redditi da lavoro per un ammontare pari a 12,8 milioni di euro.
Questo, avrebbe comportato un effetto moltiplicativo negativo sul PIL provinciale pari 6,1 milioni di euro al termine del periodo considerato (2019).
Ciò significa, nel caso di queste tre operazioni, che a fronte di un calo di un euro dei redditi da lavoro, il prodotto interno lordo sarebbe diminuito dopo cinque anni di 50 centesimi.

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