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«Mattarella a Pieve Tesino: passaggio prezioso sull'autonomia»

Dorigatti ritiene positivo l’intervento del Presidente della Repubblica sull'autonomia perché «imprime fiducia e rinnovato slancio ai lavori della Consulta»

«Il richiamo del Presidente Mattarella all'autonomia come investimento in positivo e non privilegio immeritato, sono un messaggio forte e rassicurante, sopratutto nel delicato passaggio che l'autonomia e la sua storia stanno vivendo.»
Queste le parole del Presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti a commento della lectio magistralis tenuta oggi a Pieve Tesino dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Dorigatti ha aggiunto che il messaggio del Presidente imprime fiducia e rinnovato slancio ai lavori della Consulta per lo Statuto e della Convenzione di Bolzano che porteranno all'elaborazione di una proposta di revisione della carta fondamentale dell'autonomia.
Il tutto, alla vigilia della giornata dell'autonomia che sarà celebrata il 5 settembre prossimo in memoria dello storico accordo Degasperi Gruber firmato a Parigi nel '46.
Accanto al Presidente Dorigatti, hanno preso parte alla lectio i consiglieri provinciali Tonina, Degodenz, Passamani, Simoni, Fasanelli, Avanzo, Ossanna, Baratter.
Per la Giunta oltre al Presidente Rossi gli assessori Ferrari, Gilmozzi, Mellarini, Olivi, Daldoss.
 
Il Presidente Mattarella è stato accolto presso il centro polifunzionale a sud dell'abitato di Pieve Tesino sulle note del coro Val di Sella. L'incontro è stato introdotto dal Prof. Giuseppe Tognon presidente della Fondazione Alcide Degasperi che ha ricordato come ricorra quest'anno il decimo anniversario dall'apertura della casa Museo dedicata al grande statista tesino, protagonista indiscusso della politica italiana ed europea.
Dopo di lui hanno salutato il Presidente Carola Gioseffi, sindaca di Pieve Tesino e il Presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi che ha ringraziato Mattarella «non da oggi legato al Trentino, al suo territorio e alle sue montagne» e ha posto l'accento sul senso della politica e dell'autonomia e sul necessario spirito di responsabilità.
Nella sua lectio, ampiamente apprezzata, Sergio Mattarella ha tracciato un profilo storico e umano della figura di Degasperi percorrendo i 70 anni della Repubblica e le sue origini.
«Degasperi non solo fu il protagonista della storia della nostra Repubblica, ma fu esperto e tenace costruttore di una diversa idea di patria, un patriottismo autentico e sentito, non declamato, ma un patriottismo dell'esempio e del sacrificio, un patriottismo anti retorico ed europeo», – ha detto.
 
Mattarella ha ricordato molti passaggi della vita del leader trentino, sostenitore «della politica di tutti e del far politica non al servizio di se stessi»: una politica riformatrice e rispettosa della libertà della persona.
Per Degasperi la politica era «alta e generosa professione di servizio alla comunità» ha osservato.
La libertà era la cifra del suo agire politico e il suo approccio alle relazioni umane non poteva prescindere dalla considerazione degli usi e costumi delle comunità e dalla libertà, pace e progresso sociale dei territori.
Degasperi parlava di «attiva coscienza democratica», che deve essere operante nel popolo e diventare una filosofia interiore che pervade la storia della nazione.
Per il rilancio dell'integrazione europea, occorrono proposte politiche europee a tutti i livelli, ha aggiunto il Presidente introducendo il passaggio prezioso sull'autonomia.
«Nella cornice repubblicana e nella cornice europea anche l'autonomia va letta in modo positivo e nello spirito dell'unità europea, – ha detto. – La visione di Degasperi è stata una visione vincente come dimostrano i risultati raggiunti da queste comunità.
«L'autonomia è un investimento in positivo, non un privilegio immeritato, ma presuppone un supplemento di responsabilità e di innovazione politica. L'autonomia, la cui definizione costituisce motivo di orgoglio per la Repubblica italiana è un esempio su cui riflettere.»
Infine, Mattarella ha svolto una riflessione sull'Europa e la crisi che sta attraversando offrendone una visione ottimistica.
A questo riguardo quello dei politici deve essere un compito di preveggenza, non di retroguardia, di intelligenza, non di superficialità e deve partire dal presupposto che l'Europa è fondata sulla democrazia e la solidarietà tra i popoli, molto prima che sull'economia, ha detto.
«La matrice dell'Europa – ha concluso, – è prima di tutto umanistica e civile e non finanziaria.»
Non sarà quindi una crisi del sistema finanziarlo a impedire il superamento di questa delicata fase che il continente sta vivendo.

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