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Un’opportunità da 18 milioni che Trento deve prendere al volo

Santa Chiara Open Lab: il programma di «rifunzionalizzazione e riuso sostenibile»

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Il governo aveva messo mezzo miliardo di euro a disposizione dei capoluoghi di provincia e dei centri metropolitani che fossero stati in grado di approvare entro poco più di due mesi un progetto di riqualificazione urbana.
Lo scopo evidente era quello di mettere in cantiere a tempi brevi lavori che portassero lavoro e miglioramento dell’ambiente urbano.
Nella scaletta valori, il bando aveva posto delle condizioni mirate che producevano punti per la graduatoria delle priorità. Tra queste l’intervento dei privati.
Il Comune di Trento aveva appena approvato l’ipotesi di ristrutturazione di una vasta parte del territorio nel centro urbano situato tra il Centro Santa Chiara e l’ex casa di riposo.
Quanto ai privati, si stava parlando anche del famoso «Buco Tosolini», che si trova pure nell’area.
In breve è stato possibile mettere insieme tutti i tasselli del puzzle e la proposta è stata formalizzata nei tempi previsti dal bando e con il massimo dei punteggi.
Naturalmente non è detto che il tutto vada automaticamente in porto, ma se – come è probabile – dovesse accadere, il Comune di Trento si troverebbe a disporre di un finanziamento di 18 milioni, ai quali andrebbero aggiunti quelli dei privati, per un totale di 41 milioni di euro.
Di seguito il sevizio in dettaglio.

II Comune di Trento partecipa alla procedura di selezione indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 maggio 2016 in attuazione della legge 28 dicembre 2015 n. 2018).
Per l'attuazione del programma è stata autorizzata la spesa di 500 milioni di euro per l'anno 2016 con un finanziamento previsto fino ad un massimo di 40 milioni di euro per il territorio di ciascuna città metropolitana e di 18 milioni di euro per i comuni capoluoghi di provincia, sulla base di quanto richiesto da ogni singola città e del punteggio conseguito in esito alla procedura di selezione dei progetti presentati.
Il bando persegue la finalità della rigenerazione delle aree urbane degradate, considerando le «periferie» nell'accezione di «aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi».
 

 
Per la presentazione della domanda al finanziamento il Comune ha individuato l'isolato compreso tra via San Giovanni Bosco, il parco S. Chiara e via S. Croce, con particolare riferimento al comparto comprendente gli edifici dell'ex Casa di Riposo, dell'«emergenza freddo», dell'ex mensa S. Chiara e della chiesetta del Redentore su via San Giovanni Bosco (nella foto qui sopra).
Il comparto edilizio possiede i requisiti identificati dal bando dal punto di vista della marginalità sociale (alcuni degli edifici e l'area in oggetto costituiscono saltuaria dimora di persone con esistenze ai margini della società) e del degrado edilizio (gli edifici sono sostanzialmente dei ruderi urbani).
Il Servizio Edilizia pubblica, sulla scorta del documento preliminare redatto nel mese di luglio e delle disponibilità dei soggetti pubblici e privati che hanno manifestato il proprio interesse a partecipare all'iniziativa, ha quindi elaborato il progetto di fattibilità tecnica ed economica denominato «Santa Chiara Open Lab - Programma di rifunzionalizzazione e riuso sostenibile dell'area Santa Chiara».
 

 
Il progetto, che vediamo sviluppato nell’immagine qui sopra e in quelle a pié di pagina, individua un ampio programma di rigenerazione urbana dell'area Santa Chiara, con due finalità principali, l'aumento del livello di sicurezza reale e percepita e l'aumento della capacità di resilienza urbana, che vengono perseguiti attraverso una molteplicità di azioni, individuate per offrire risposte efficaci su più livelli.
In particolare il progetto si articola in otto moduli funzionali, di cui uno interamente con costi a carico del proponente privato ed uno con una compartecipazione ai costi da parte del proponente privato, fruibili autonomamente ed integrati fra loro in un piano unitario:

1. Ristrutturazione dell'edificio ex casa di riposo in via San Giovanni Bosco, di proprietà del Comune, con la realizzazione della nuova sede degli uffici tecnici comunali
2. Restauro dell'edificio ex mensa S. Chiara, di proprietà del Comune, con la  realizzazione della nuova sede degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti, dell'Urban Center e del Centro giovani
3. Restauro dell'edificio ex sede degli uffici dell'Azienda pubblica di servizi alla persona (Apsp) Civica di Trento, di proprietà della stessa, con la realizzazione della nuova sede del Centro anziani, di alcune unità di co-housing e del nuovo asilo nido interaziendale della Civica
4. Restauro a fini conservativi della Chiesetta del Redentore, di proprietà dell'Apsp Civica di Trento, per un possibile utilizzo a fini culturali e divulgativi
5. Riqualificazione degli spazi aperti e del tessuto connettivo del comparto
6. Sviluppo di nuovi sistemi e soluzioni per la sicurezza urbana in ambito smart city, modulo in cui si inserisce la partecipazione del proponente privato U-Hopper srl, con parte degli oneri a proprio carico
7. Attività di promozione e formazione sui temi della resilienza urbana
8. Realizzazione del piano attuativo di iniziativa privata su terreno di proprietà di Habitat spa, proposta che riveste un interesse rilevante nell'economia generale del progetto elaborato dall'Amministrazione. La realizzazione del piano di lottizzazione è coerente con le finalità generali di riqualificazione urbana e la compartecipazione al progetto da parte di un privato con un investimento a proprio carico rilevante (i costi previsti dal piano di lottizzazione sono a totale carico del proponente privato e non danno accesso ad alcuna parte dell'eventuale finanziamento che dovesse essere concesso) corrisponde ad un'importante opportunità per aumentare le possibilità di successo per l'ammissione al finanziamento.
 
Il costo complessivo presunto per la realizzazione di tutti i moduli funzionali proposti nel progetto di fattibilità tecnica e economica ammonta a 41.034.000 euro dei quali  18.000.000 euro (importo massimo finanziabile dal bando) per interventi pubblici e i rimanenti 23.034.000 ad iniziativa privata.

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